Egitto. Scatta il golpe. Morsi agli arresti domiciliari

LA DIRETTA

ORE 20,02 – Il dipartimento di Stato americano non ha prove che in Egitto sia in corso un colpo di stato militare ma si dice «molto preoccupato» delle tensioni in corso nel Paese nordafricano. Scaduto l’ultimatum da 48 ore dato dal corpo militare per accogliere le richieste della popolazione, il presidente Mohammed Morsi si è rifiutato di lasciare l’incarico. Secondo il ‘ministero degli Esterì statunitense, il discorso di Morsi «non contiene proposte sufficienti» per trovare una soluzione. La soluzione migliore, ha concluso il dipartimento guidato da John Kerry, è quella che passa per vie «pacifiche».

ORE 19,55 – L’esercito ha iniziato a cordonare numerose strade di accesso alla piazza Rabaa al-Adawiya, a Nasr City, dove è in corso la principale manifestazione dei sostenitori del presidente Morsi. Migliaia di manifestanti si sono invece radunati nella piazza Tahrir del Cairo per chiedere le dimissioni del Presidente, poche ore prima della scadenza dell’ultimatum lanciato dall’esercito al Capo dello Stato perché trovi un accordo con l’opposizione laica e liberale. L’ultimatum è scaduto alle 16.30 ora italiana ma l’annunciato comunicato ufficiale delle forze armate – che hanno minacciato di imporre una transizione politica controllata dai militari – non è al momento stato ancora diffuso.

ORE 19,24 – L’esercito egiziano ha eretto barriere protettive e ha steso filo spinato introno alla caserma della guardia repubblicana dove si trova il presidente egiziano Lo riferiscono testimoni.

ORE 19,01 – In Egitto è in  corso un colpo di Stato contro il presidente Mohamed Morsi,  che sarebbe stato posto agli arresti domiciliari con divieto  di espatrio. Ad annunciarlo è la tv indipendente araba Al  Hayat anche se un consigliere del presidente non è stato in  grado di fornire conferme ufficiali. Al Cairo la situazione  è molto tesa con elicotteri militari che stanno sorvolando  piazza Tahrir circa due ore dopo lo scadere dell’ultimatum  imposto dai militari a Morsi.

ORE 18,24 – Le forze di sicurezza egiziane hanno imposto il divieto di espatrio al presidente Morsi e a diversi esponenti della fratellanza musulmana.

ORE 18,21 – Centinaia di soldati egiziani e blindati sono stanno sfilando nella strada principale davanti al palazzo presidenziale. E’ probabile che i militari tentino di entrare nell’edificio. La tensione nel Paese è massima come riferiscono fonti locali.

ORE 18,17 – Il presidente egiziano Mohamed Morsi ha rivolto un appello ai suoi sostenitori a «non usare la violenza» per resistere al golpe dei militari in atto. Lo ha riferito il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente, Essam El-Haddad.

ORE 18,15 – In Egitto sta verificandosi un «colpo di Stato militare»: lo ha affermato Essam al-Haddad, uno dei principali collaboratori del presidente Mohammed Morsi. «Mentre scrivo queste righe mi rendo perfettamente conto che potrebbero essere le ultime che metto su questa pagina», ha scritto al-Haddad sul suo profilo di Facebook: «Per il bene dell’Egitto e dell’accuratezza storica, chiamiamo quanto sta accadendo col suo vero nome, un golpe militare».

ORE 18,02 – Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente egiziano Mohamed Morsi denuncia che è in atto un golpe militare. Golpe che, ha aggiunto, non potrà avere successo a meno di un carneficina perchè il presidente può contare sulla resistenza del popolo.

ORE 17,43 – I carri armati sono sempre davanti alla televisione di Stato al Cairo, mentre  l’esercito ne avrebbe preso effettivamente il controllo della sede della televisione di Stato al Cairo dove al momento si trova solo il personale per mandare in onda le dirette televisive.


ORE 17,38 –
Il presidente egiziano ha lanciato una appello per la formazione di un «governo di coalizione e consenso» che risolva la crisi politica in cui versa il Paese.  Morsi ha pubblicato la sua proposta sul suo profilo ufficiale di Facebook poco dopo la scadenza dell’ultimatum lanciato lunedì scorso dall’esercito perché trovi un accordo con l’opposizione o abbandoni il potere.

17,31 – Il regime siriano ha consigliato al presidente egiziano Mohammed Morsi di rassegnare le dimissioni dopo le manifestazioni popolari organizzate dall’opposizione.  «L’Egitto potrà superare la crisi se Morsi si renderà conto che l’immensa maggioranza del popolo egiziano non vuole la sua presenza e ne chiede le dimissioni» ha dichiarato il ministro degli Esteri siriano Omran al-Zohbi, invitando «gli egiziani leali a schierarsi con il popolo contro i terroristi e i Fratelli Musulmani».  Proprio i Fratelli Musulmani – secondo Damasco «incapaci» di guidare l’Egitto – sono una delle componenti più rappresentative della Coalizione di Opposizione siriana.

ORE 16,55 – L’ultimatum lanciato due giorni fa dall’esercito egiziano al presidente Mohammed Morsi perché trovasse un accordo con l’opposizione laica o lasciasse il potere è scaduto: si attende ora un comunicato delle forze armate, che  hanno minacciato di imporre una «Road map» per un transizione politica controllata dai militari.

Molti egiziani attendono questi momenti concitati in piazza Tahrir del Cairo. Si sono radunati in migliaia per chiedere le dimissioni del presidente il giorno in cui scade l’ultimatum.  Altre manifestazioni contro il Presidente sono in corso ad Alessandria e Port Said; i sostenitori di Morsi invece si sono radunati sulla piazza Rabaa al Adawiya, sempre nella capitale.

Intanto, ancora morti. Almeno 18 persone sono rimaste vittime e 619 sono rimaste ferite negli ultimi scontri  tra sostenitori e oppositori del presidente egiziano Mohamed Morsi. Lo ha riferito il ministero della Sanità citato dall’agenzia ufficiale Mena. Le 18 persone morte sono rimaste uccise nei dintorni dell’Università del Cairo, dove i manifestanti islamisti hanno organizzato ieri una manifestazione in favore del presidente. Dei feriti, 201 sono ancora ricoverati in ospedale. Le persone rimaste ferite al Cairo sono 431 mentre altri 47 feriti si sono contati ad Alessandria, 25 a Beni Suef, a sud del Cairo, 21 ad Al Fayum sempre a sud del Cairo) e 18 a Luxor, nel sud del paese.

 


 

IL CAIRO  – Occhi puntati oggi sull’Egitto, dove il presidente egiziano Mohamed Morsi si dovrebbe dimettere dopo l’ultimatum di 48 ore lanciato dalle forze armate che terminerà oggi alle 17, oppure potrebbe addirittura essere destituito dall’esercito. E’ quanto riporta  il quotidiano filo-governativo egiziano al-Ahram.

La defenestrazione di Morsi, prosegue il quotidiano, schiuderà la strada alla tabella di marcia delineata dalle Forze Armate: un processo di transizione che dovrebbe durare tra i 9 e i 12 mesi e prevede la sospensione della Costituzione e la creazione di un consiglio presidenziale ad interim, composto da tre membro, presieduto dal presidente della Corte Costituzionale, Adli Mansour. Ipotesi che però non trovano conferme. Infatti, Morsi ha già fatto sapere di voler restare al suo posto, “a costo della vita”: “Il prezzo che sono disposto a pagare per mantenere la legittimità è la vita”, ha detto la scorsa notte durante un’apparizione televisiva. Insomma il presidente denuncia un vero e proprio colpo di stato, mentre i capi delle forze militari si dicono pronti a dare battaglia: “Siamo disposti anche noi a sacrificare la vita per difendere il popolo egiziano dai terroristi, radicali o folli”, hanno replicato gli alti ufficiali. Intanto anche barack Obama sta tentando di placare gli animi e questa notte ha chiamato personalmente Morsi invitandolo ad aprire un dialogo con gli oppositori.
E sempre durante la notte gli scontri sono continuati provocando 16 vittime e circa 200 feriti.

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