Pd, tendenze suicide dei “governisti”. Ora il Pdl esige la metà dei ministri

Come si dice la miglior difesa è l’attacco. Ma a volte, si dice anche, il troppo stroppia. L’arroganza del Pdl è davvero fuori misura. Essendo indifendibile Angelino Alfano alzano la posta.

Si fa capire, esercitando una minaccia e un ricatto sulla magistratura, che se la sentenza della Cassazione fosse negativa per Berlusconi il governo salterebbe. Anche perché  il cavaliere rischia di accumulare altri rinvii  a giudizio, altri processi. E si parla addirittura di un possibile voto ad ottobre, dopo aver dato di nuovo vita a forza Italia.

Chiti (Pd). Troppa agitazione nel Pdl in vista della sentenza della Cassazione

Vannino Chiti, senatore del Pd, presidente della Commissione politiche dell’ Unione Europea, parla di “una certa agitazione in settori del Pdl . Inviterei alla calma e al senso di responsabilità, che non può essere solo di una parte politica ne a giorni alterni. Sarebbe davvero un bello spettacolo, in Italia e all’estero – prosegue Chiti – se non avendo avvertito la necessità di passi indietro per la consegna al Kazakistan di Alma Shalabayeva e della figlia Alua, ora anche soltanto si minacciasse – non dico si decidesse – di staccare la spina al governo per un’eventuale condanna di Berlusconi. Nelle democrazie liberali, per dirla con le parole del ministro Alfano, nella nostra Costituzione la magistratura è indipendente. E tale deve restare”.

Brunetta  esige  la metà dei ministri per “riequilibrare” il governo

Mentre si minaccia la crisi si avanza, con incredibile arroganza, anche una proposta per dare sostanza alla “ pacificazione, come la chiama il sempre presente, Brunetta. Per lui significa  il riequlibrio, altro che dimissioni di Alfano. Dice il capogruppo alla Camera: visto che il distacco elettorale fra pd e Pdl è minimo si deve andare  ad una  revisione complessiva della composizione del governo. “ A settembre- spiega in una intervista all’Avvenire – dovremo stringere un nuovo contratto chiaro, per una reale pacificazione protesa allo sviluppo. E si dovrà arrivare ad una pari dignità di rappresentanza nel governo, proporzionale ai voti raccolti”. Parla di un “ patto forte” per rilanciare l’esecutivo “con un diverso programma  finalizzato a coprire l’intera   legislatura.” 

Il capogruppo Pdl: Letta e Alfano punti fermi dell’esecutivo

Punti fermi dell’esecutivo I punti fermi, guarda caso, sono due Letta e Alfano, proprio il ministro cui il il Pd aveva chiesto  di fare un passo indietro, di restituire le deleghe al presidente del Consiglio tanto era evidente la sua  responsabilità politica nella gestione della sciagurata e vergognosa vicenda che ha portato alla  “deportazione “  della moglie di  Ablyazov e della figlia di sei anni su richiesta del dittatore del Kazakhstan. Sembra, anzi è una vera e propria provocazione. Non solo, di fatto, Brunetta vuole le dimissioni del ministro Saccomanni. Non lo dice apertamente ma a domanda risponde che “ sui tecnici preferisco non discutere”. Ci pensa Gasaparri il quale deve pur dire qualcosa visto il suo nullismo: “ Il presidente Letta- afferma- deve assumere la guida delle politiche economiche. Lui può colmare il deficit di alcuni ministri economici”.. Per fare cosa? Ls risposta  chiara: eliminare l’Imu sulla prima casa. E Gasparri prende a pretesto una dichiarazione del ministro Zanonato a questo proposito che avrebbe lasciato intendere che viene accolta in pieno la richiesta del Pdl, appunta la eliminazione per tutti, in modo tale da fare un favore ai ricchi, coloro che la tassa sono in gradi di pagarla. Sarebbe un fatto grave se il Pd accedesse ad un nuovo diktat del Pdl.

Damiano( Pd) privilegiare l’economia reale e il disagio sociale:

Puntualizza il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano: ”Il governo ha annunciato che verranno trovate le risorse per IVA e IMU sicuramente entro il tempo che va da qui alla legge di Stabilità. Lo ha annunciato il ministro Zanonato. Noi-dice Damiano- vorremmo anche sapere se c’è un impegno altrettanto significativo per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga, la riduzione strutturale del costo del lavoro e le correzioni al sistema pensionistico, che sono le priorità economiche e sociali che il  paese si aspetta di veder risolte. Il Premier Letta ha fatto riferimento a una accelerazione nell’azione di governo, Epifani ha parlato giustamente di un “tagliando”e Brunetta ha utilizzato la consumata tecnica del rilancio ipotizzando addirittura un riequilibrio nei ministeri a vantaggio del PdL.  Noi non vogliamo rinchiuderci nella logica dei nominalismi, ma è sicuramente necessario un cambio di passo e anche una netta inversione di priorità nella scelta dei contenuti. La strada da seguire l’abbiamo indicata: si tratta di quella che privilegia l’economia reale e il disagio sociale e non una  propaganda elettorale fuori luogo come quella fatta dal centrodestra a proposito della abolizione totale dell’IMU. Se non ci saranno risorse sufficienti per rilanciare l’economia proteggendo l’occupazione e il  reddito, l’autunno che viene sarà difficile da gestire”.

Franeschini rassicura il Pdl. Non ci saranno “tagliandi” come annunciati da Epifani

Ma proprio nei Democratici personaggi come Brunetta, Gasparri trovano l’acqua per galleggiare. Il segretario del Pd, Gugliemo Epifani, aveva  affermato che “ il governo esce più debole dall’affare Shalabayeva, che per noi non è chiuso” e che a settembre occorre “ un tagliando” perché “ l’esecutivo” riacquisti autorevolezza e  forza altrimenti non ce la farà” . Dal Pdl erano arrivate arroventate dichiarazioni contro il segretario dei democratici che avrebbe minacciato un rimpasto. Bene, anzi male. Subito il ministro  Franceschini,  alla testa dei “governisti” del Pd ha preso le distanze da Epifani, tranquillizzando che  non ci saranno rimpasti. Quasi fosse una bestemmia pensare che Alfano se ne deve andare. Anche il capogruppo del Pd alla Camera, Speranza, ha fatto capire che non c’è alle viste un problema di rimpasto. Risultato delle tendenze suicide del Pd: ora il rimpasto lo chiede il Pdl. Anzi un rimpastone, visto che esige  la metà dei ministri.

Casaleggio. L’Italia va incontro ad una rivolta

In questa situazione arriva l’intervista di Casaleggio il quale annuncia che l’Italia  va incontro alla rivolta. Non la guerra civile ma qualcosa di simile. Parla di uno shock economico che potrebbe portare a una ridefinizione della rappresentanza politica oppure  a uno spostamento della politica da problemi politici a problemi di carattere sociale,disordini, quindi rivolte. Quindi qualcosa che non può essere dominato dalla politica.” Insieme una previsione e una minaccia molto grave. Visto che nega alcuna possibilità di un governo con il Pd, mi dimetterei dal M5S, di fatto propone una “dittatura” del movimento di cui è il teorico. Con buona pace di Brunetta e di Franceschini.

 

 

 

 

 

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Sandro Carli

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