E’ muro contro muro su decadenza Berlusconi. Voto slitta a domani

ULTIMORA – «È stata avviata una discussine generale e ci siamo riconvocati giovedì alle 15». Lo ha detto il senatore Benedetto Della Vedova lasciando la giunta per le elezioni. Si riunirà domani alle 13 l’ufficio di presidenza della giunta per le elezioni e le immunità dei parlamentari per decidere il calendario dei lavori da seguire.

È quanto spiegato dal presidente della giunta Dario Stefano al termine dei lavori della giunta questa sera.

Schifani minaccia la crisi, Brunetta il governo cadrà

ROMA – Il governo è appeso a un filo, anzi siamo a un passo dalla crisi ormai annunciata sulla decadenza del senatore Silvio Berlusconi. La giunta delle elezioni al Senato torna a riunirsi alle 20, per cui si prevede una lunga e agitata nottata, durante la quale dovrà uscire una decisione.
«Se il partito cosiddetto democratico voterà assieme ai grillini per la decadenza, senza se e senza ma, del senatore Berlusconi farà cadere la coalizione di governo, la maggioranza di governo e quindi cadrà il governo. La responsabilità sarà solo e comunque del Partito cosiddetto democratico». Lo dice Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera.
E se qualcuno chiede se si può arrivare un accordo, il Pdl risponde picche. “Con l’atteggiamento dei vari Casson, di chi rappresenta il Pd nella Giunta per le elezioni del Senato, mi sembra assolutamente impossibile. Ripeto, noi – osserva Brunetta – siamo in una coalizione di governo, noi chiediamo che la Giunta per le elezioni esamini in punta di diritto, in punta di Costituzione l’applicabilità della legge Severino, e se ci sono dei dubbi che rinvii alla Corte Costituzionale”. E infine aggiunge Brunetta: “Il Partito democratico dice di no, dice di no in maniera forsennata, irresponsabile, alleandosi con una forza come quella di Grillo, i Cinque stelle. A questo punto il Partito democratico si assume la responsabilità di far decadere non Berlusconi ma il governo Letta”.

Insomma, se il Pd dovesse assieme al M5S votare contro le tra pregiudiziali  presentate ieri dal relatore Andrea Augello, sarebbe crisi. Già questa notte o domani so dovrebbe arrivare al tanto atteso esito definitivo.
Renato Schifani, dal canto suo, ha addirittura parlato di un “plotone d’esecuzione” contro il Cavaliere.

Per Angelino Alfano, pur di eliminare dalla scena politica Berlusconi il PD preferisce «mettere in ginocchio il paese, applicando retroattivamente, in fretta e furia, una norma che ormai innumerevoli giuristi, personalità
neutre e di sereno giudizio, ritengono pacificamente irretroattiva. Tutto ciò è davvero incredibile – tuoma l’ex Guardasigilli – oltre che irresponsabile».

Il Pd replica al Pdl:”La smetta con le minacce e si assuma le sue responsabilità, non è stata impressa alcuna «acelerazione artificiosa» ai lavori della Giunta del Senato, che sulla decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare deciderà senza «indebite interferenze esterne»., afferma Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd.

Per Cesare Damiano il Pd non retrocede dalla linea della saggezza. “Le nostre scelte sono unitarie, chiare fin dall’inizio, abbiamo separato il destino di un uomo, pur importante, da quello del governo, il destino di una persona dai problemi del paese. Credo che il Pdl stia tirando la corda, non spezzeranno la corda”. «Ricattati? Non mi sento sotto ricatto – precisa Damiano – nel momento in cui la nostra posizione è chiara e non è stata influenzata dai pasdaran e dai falchi del centrodestra che non hanno perduto un’ora dell’ultimo periodo ad insultare il governo, il Pd, il nostro segretario, i nostri ministri. Noi procediamo sulla nostra strada perché al primo posto i problemi del paese, dalla cassa in deroga ai licenziati, alla correzione delle pensioni, alle tasse sul lavoro e sulle imprese”.

Alle parole di Brunetta risponde direttamente anche Anna Maria Bernini, senatrice e portavoce vicario del Pdl: “Il Pd si sta assumendo la responsabilità politica e morale di affossare un governo nato come unica soluzione possibile, in questa legislatura e con questi numeri parlamentari, per non fare sprofondare il Paese nel baratro della crisi e della instabilità politica». Lo dice Anna Maria Bernini, senatrice e portavoce vicario del Pdl. «Non è tollerabile- aggiunge- che un alleato di governo si adoperi con tutti i mezzi possibili per eliminare fuori dalle urne il leader del pdl, partito grazie a cui questo Esecutivo è nato. E che per farlo calpesti le basilari regole della Costituzione, delle leggi che la presidiano e dello Stato di diritto. Perchè l’accelerazione ignorante prodotta in Giunta per le elezioni è un atto di violenza sulle regole ed una mina sulla convivenza civile e democratica. Proprio quelli che inneggiano alla Costituzione più bella del mondo ora la stanno violentando a proprio uso e consumo. Il Pdl considererà un voto sulla decadenza di Berlusconi come un atto eversivo.».

M5S, subito al voto

Mario Michele Giarrusso, senatore Movimento 5 stelle e membro della Giunta per le elezioni chiede invece di votare subito: «Se qualcuno pensa che si possano fare ‘giochettì in Giunta per le elezioni del Senato sbaglia e di grosso».  «Il relatore sul caso della decadenza di Berlusconi, Augello- prosegue-, ha presentato la sua relazione nei termini previsti e la stessa non presenta alcuna conclusione sulla decisione da prendere, ma pone questioni pregiudiziali. Le questioni pregiudiziali sono disciplinate al senato dall’art.93 del regolamento, vanno quindi discusse e votate in blocco. Qualsiasi altra richiesta sarà considerata anomala e fuori dalle regole e come tale avversata e contestata dal Movimento 5 Stelle». «Chi vuole perdere tempo sulla pelle degli Italiani è avvisato- continua Giarrusso- noi non ci presteremo a questi giochi e chiediamo l’immediata decisione sulla decadenza di Berlusconi, come previsto dalla legge Severino. Il senatore Augello ha esaurito il suo compito e non può certamente tenere in ostaggio la Giunta per i suoi scopi. Vista la sua relazione credo che sia il caso di non temporeggiare ulteriormente e procedere alla sua sostituzione, con altro relatore più rispettoso della Giunta».

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