Ilva Taranto. Il peggior ricatto

TARANTO – Quello che accade intorno alla questione Ilva in queste ultime 48 ore ha del grottesco. A Taranto si respira un clima da fine regno, una desolazione felliniana aleggia sulla città e se fosse un film sarebbe anche interessante. Ma si tratta della realtà, non di finzione.

Si tratta di vite, bambini che nascono con cancri incurabili, donne e uomini malati, operai licenziati per aver espresso il proprio disdegno verso le pratiche indifendibili di un gruppo che ormai di legale sembra avere poco.  

IL 5 Settembre, la Guardia di Finanza di Taranto esegue l’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal GIP di Taranto Patrizia Todisco e arresta “il governo ombra” dell’ILVA, 5 fiduciari della famiglia Riva che operavano con compiti direzionali e che rispondevano direttamente alla proprietà senza pero’ essere alle dipendenze dell’Ilva Spa. Appartenevano tutti ad altri stabilimenti Ilva Spa, a società del Gruppo Riva o alla Rive Fire come consulenti esterni. A loro il GIP contesta gli stessi reati attribuiti alla proprietà: associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione di cautele per la tutela dell’ambiente. Alfredo Ceriani, 69 anni, Giovanni Rebaioli, 65 anni, Agostino Pastorino, 60 anni e Enrico Bessone, di 45 anni. Il primo é agli arresti domiciliari per motivi di età mentre gli altri quattro sono stati trasferiti nel carcere di Taranto.

Nello stesso giorno dell’arresto del governo ombra, l’Ilva licenzia Marco Zanframundo, uno degli operai attivisti che denunciava da mesi quello che accadeva dentro la fabbrica e che dopo la morte del collega Claudio Marsella ( schiacciato a 29 anni da un locomotore nel reparto Movimento Ferroviario dell’ILVA), con altri compagni ,aveva portato avanti uno sciopero per denunciare le drammatiche condizioni di lavoro nel reparto e le numerose violazioni alle norme di sicurezza, promessa di morte per tanti. Le denunce di Marco e dei suoi colleghi danno fastidio,  tese a difendere il diritto alla vita e alla sicurezza e allora Marco per tutta risposta viene licenziato. Con il sindacato USB proclama un presidio, non solo per il suo licenziamento ma anche per quello di quei 50 operai messi alla porta dopo l’incidente del 28 febbraio scorso in cui perse la vita Ciro Moccia.

Il 9 Settembre, il GIP di Taranto Patrizia Todisco ordina un nuovo maxisequestro ai danni della famiglia Riva: beni mobili, immobili e conti correnti per un ammontare di quasi un miliardo di euro da aggiungere al miliardo già sequestrato nei mesi scorsi, per raggiungere la somma di 8 miliardi disposta dal GIP come totale delle somme che i Riva avrebbero dovuto investire dal 1995 nella fabbrica di Taranto per renderla eco-compatibile.  Oltre 8 miliardi, infatti, secondo il magistrato e sulla base degli studi dei periti, è l’importo necessario per effettuare tutte le opere di risanamento ambientale. A questi due miliardi, si aggiungono i quasi due miliardi di euro sequestrati agli imprenditori lombardi dalla Procura di Milano, che è riuscita a scoprire un tesoro occultato nel paradiso fiscale dell’isola di Jersey ed in Lussemburgo attraverso una serie di società offshore riconducibili alla proprietà.

Nel frattempo a Taranto l’emergenza sanitaria intanto continua. All’ospedale di Taranto sono stati ricoverati 4 bambini di poche settimane con un tumore al cervello, in sole tre settimane.

L’11 Settembre PeaceLink denuncia che i sistemi di monitoraggio dell’inquinamento dentro lo stabilimento sono in tilt: ARPA conferma che le centraline non registrano più i dati a causa di un malfunzionamento nella comunicazione telematica ma in realtà “le sei centraline, che dovrebbero monitorare in continuo gli IPA  idrocarburi policiclici aromatici) all’interno dell’ILVA- scrive Alessandro Marescotti, Presidente di PeaceLink- non funzionano dal 16 agosto”. Gli IPA sono micidiali cancerogeni, la loro tracciabilità e monitoraggio fanno parte delle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale che imponeva all’Ilva l’installazione di 5 postazioni DOAS entro il 27 Aprile 2013.

L’agonia continua, stretta nella morsa di un mostro in fin di vita come lo é lo stabilimento Ilva, la città si attiva e va ancora una volta a chiedere ragione del suo silenzio al Sindaco Stefàno ormai invisibile da mesi. Un comitato di cittadini organizza il Presidio ad oltranza a Palazzo di Città, il Presidio permanente dei “Cittadini Fuori dal Comune” ma non vengono mai ricevuti, mai ascoltati, mai salutati dal Sindaco che a tutto quello che accade in città rimane estraneo.

Ieri il Gruppo Riva ha risposto al sequestro del GIP di Taranto annunciando il licenziamento di 1.500 operai. Una risposta indecente, l’alternativa al solito decreto del governo che salva l’azienda. Riva annuncia che ” cesseranno tutte le attività dell’azienda, tra cui quelle produttive degli stabilimenti di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco) e di servizi e trasporti (Riva Energia e Muzzana Trasporti)”.

Secondo l’Ilva Spa, il provvedimento ingiusto del GIP non permetterebbe più il proseguimento delle attività, quando invece le attività alle quali sono legati gli esuberi non rientrano nella gestione diretta dello stabilimento di Taranto e quindi non sono toccati dall’ordinanza del GIP.

Un ricatto senza mezzi termini che offende nuovamente la magistratura, la città e gli operai. Il clima che si é creato intorno all’ILVA é un clima di illegalità, di omertà, di collusione tra i poteri forti ed un governo che non riesce a rilasciare neanche una dichiarazione sulla questione.

Gli eventi sono stati tanti, importanti, tali da giustificare delle prese di posizioni nette da parte di governo e istituzioni. Ma si tratta di Taranto, quindi ci si può permettere di andare avanti in silenzio, possiamo far finta di niente, possiamo lasciare fare a Riva, che la magistratura se la veda da sola, che la città soffochi.

Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha dichiarato ieri che “Millecinquecento posti che si perdono nel Paese sono un altro colpo drammatico per 1.500 famiglie. Dobbiamo assolutamente uscire da questa situazione” ed il Segretario del Pd Guglielmo Epifani dice che “E’ una decisione grave che finisce per far ricadere gli effetti sui lavoratori, spero intervenga il governo per richiamare l’azienda a comportamenti più attenti e ad arginare questa situazione”.

Comportamenti attenti ad arginare quale situazione: la morte dei tarantini, il soffocamento di una città o la perdita dei capitali dei Riva?

Antonia Battaglia

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