Governo. Letta respinge le dimissioni dei ministri. Il Pdl si spacca

ULTIMORA –  Il Pdl si spacca. Terminata la riunione di Berlusconi a Palazzoi Grazioli. I falchi del Cavalierie non voteranno la fiducia a Letta. Cicchitto, contrariamente, voterà assieme ai ministri dissidenti la fiducia.

Enrico Letta, presidente del Consiglio, ha respinto le dimissioni di cinque ministri, Alfano, Quagliarello, Lorenzin, Lupi e Di Girolamo. Nel corso della giornata, Letta aveva avuto  numerosi incontri sia con i singoli ministri che tutti assieme. E’ pensabile che durante queste riunioni sia scaturita la decisione, ovviamente concordata, di respingere le dimissioni che erano state ordinate d Silvio Berlusconi.

Mentre le agenzie battevano questa importante notizia, che pareva allontanare la crisi di governo, Berlusconi era riunito a Palazzo Grazioli con i “falchi”.  Un incontro iniziato alle ore 18 e non ancora terminato. I cinque ministri che non sono stati invitati alla riunione attendono di conoscere le decisioni del cavaliere, il quale proprio in prima mattinata aveva diffuso un’intervista in cui diceva che sia Letta che Napolitano erano inaffidabili e che il governo aveva finito di esistere.

 


 

ROMA –  «Rimango fermamente convinto che tutto il nostro partito domani debba votare la fiducia a Letta. Non ci sono gruppi e gruppetti». La dichiarazione del segretario Angelino Alfano sembra mettere la parola fine ad una giornata segnata dal caos politico e dagli strappi incrociati. 

Ma davvero può bastare la parola dell’eterno numero due, il segretario del Pdl, a sancire  una svolta definitiva sulla linea politica nei confronti di Governo e “larghe intese”? Nonostante l’esito della giornata, si stenta a crederlo. 

 

Berlusconi: “Letta e Napolitano ostili”

 

Tanto più che nel tardo pomeriggio il direttore di Tempi, Luigi Amicone, lascia trapelare nuove parole incendiarie del Cavaliere, rilasciate nel corso di una intervista che uscirà il 3 di ottobre. 

“Ho scelto la via del ritorno al giudizio del popolo – afferma Berlusconi – non per i miei guai giudiziari ma perché si è nettamente evidenziata la realtà di un governo radicalmente ostile al suo stesso compagno di cosiddette larghe intese”.

Non contento, il Cavaliere rincara ancora prendendo di mira in un sol colpo Premier e Capo dello Stato: “Enrico Letta e Giorgio Napolitano

avrebbero dovuto rendersi conto che, non ponendo la questione della tutela dei diritti politici del leader del centrodestra nazionale, distruggevano un elemento essenziale della loro credibilità e minavano le basi della democrazia parlamentare. Come può essere affidabile – accusa Berlusconi – chi non riesce a garantire l’agibilità politica neanche al proprio fondamentale partner di governo e lascia che si proceda al suo assassinio politico per via giudiziaria?” 

 

Angelino annuncia il dietrofront 

 

Così all’indomani delle minacciate dimissioni dei ministri berlusconiani ed alla vigilia del voto di fiducia al Governo, la situazione è quanto mai confusa. 

La giornata è stata segnata da un turbine di incontri a Palazzo Grazioli. Su tutti, quello di Alfano con il lìder maximo, prima alla presenza dei capigruppo Schifani e Brunetta, del coordinatore Verdini e del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, poi un faccia a faccia senza testimoni. 

Colloqui al termine del quale il segretario del Pdl si è recato a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio alla presenza anche degli altri ministri dimissionari, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello, Nunzia De Griolamo e Beatrice Lorenzin, con il seguente messaggio: «Si vota la fiducia».

 

Pdl ad un passo dalla scissione?

Mentre Alfano era ricevuto a Palazzo Grazioli e Palazzo Chigi, montava l’onda dei dissidenti. Laddove alla voce “dissidenti” possono ascriversi alternatamente, in assenza di una chiara linea politica di vertice, tanto i “falchi” quanto le “colombe”. 

 

Soprattutto al Senato, dove i senatori pdl pronti a seguire il segretario in un gruppo a sostegno di Letta venivano stimati tra i 20 e i 40. “Ci sono i numeri per nuovo gruppo” minacciava Carlo Giovanardi, annunciando risolutamente:  “Voteremo la fiducia”. Voci di scissione ridimensionate poco più tardi dallo stesso Alfano: «Nel nostro partito – ha dichiarato in un estremo tentativo di ricomposizione – non esistono gruppi e gruppetti». Ma la storiella della compattezza appartiene ormai ad un’altra epoca. 

Letta incassa il via libera di Renzi

Intanto, sulla strada del Letta bis, arriva anche il chiarimento tra Enrico Letta e Matteo Renzi, avvenuto sempre oggi durante un pranzo a Palazzo Chigi. Ciò che è emerso dal colloquio è la necessità, condivisa, di “mettere il bene del Paese al di sopra di tutto”. Così il sindaco di Firenze scrive infatti su Facebook: “Ho detto oggi al premier Letta che da sindaco, da militante democratico ma soprattutto da cittadino spero che prevalga l’interesse del Paese. E continuo a fare il tifo per un Governo solido che faccia bene per le famiglie, per le imprese, per l’Italia. Tutto il resto lo lascio ai professionisti della chiacchiera…”.

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