Fiducia a Letta. Berlusconi sconfitto, cerca di “sporcare” il voto e si aggrega

ROMA – Il Senato vota la fiducia richiesta dal premier Letta.  Questo è un dato certo. I voti sono tanti. Non solo quelli di Pd, Scelta civica e dei 23 senatori del Pdl guidati da\Alfano e dai quattro ministri che con lui si erano dissociati dalle decisioni prese dal pregiudicato di sfiduciare il governo facendo dimettere i ministri e addirittura tutti i parlamentari.

Votano anche i berluscones e la fiducia vede 235 senatori, favorevoli e  70 contrari ( M casa e Sel).  Il colpo di scena arriva a conclusione delle dichiarazioni di voto quando Berlusconi prende la parola e annuncia due cose che sono una sola: la fiducia dopo aver tentato di mettere a ferro e fuoco il Paese  e la dichiarazione pubblica del la sua sconfitta, a capo basso  la sua resa senza condizioni.  Alfano aveva posto con forza, poi un prendere o lasciare: voto favorevole di tutti i nostri senatori oppure un gruppo di noi se ne va. Berlusconi lo aveva congedato in malo modo. Poi nella notte lo aveva richiamato provando a farlo recedere. Niente da fare. Così il gruppo , si sono chiamati “ i popolari” è sceso in campo presentando una risoluzione a favore di Letta. Ora si tratta di capire se manterrà una sua autonomia parlamentare come dice fra  gli altri Formigoni ,oppure rientrerà nei ranghi. Una riunione è ststa convocata nelle prossime ofe e, pare, se vada verso il gruppo autonomo. Anche alla camera si annuncia un gruppo simile con 26 deputati.

Sia come sia la leadership di Berlusconi si è frantumata. Ha solo cercato di” sporcare” la fiducia che è stata data a Letta. Cosa molto difficile, impossibile, visto il taglio  che il premier ha dato alla sua  relazione.

Zanda /Pd) una  furbata del cavaliere che tenta di accodarsi

Doveva intervenire per dichiarazione di voto il capogruppo al Senato , Schifani, ma Berlusconi lo ha relegato in seconda fila. Ha preso posto sullo scranno dove raramente si presenta ed ha annunciato il voto favorevole. Dopo aver ascoltato la replica di Letta, dice, per  il bene del Paese votiamo la fiducia. Un colpo di scena, un gesto teatrale, una furbata la definisce il capogruppo del Pd, Zanda., del cavaliere che tenta di aggregarsi Poco prima aveva preso la parola nel dibattito Sandro Bondi, la mente , il falco numero uno mentre la pitonessa è quella addetta alle dichiarazioni di fuoco che vede nemici in ognuno che non la pensa come il pregiudicato. 

Bondi nell’intervento in aula aveva dichiarato la sfiducia 

Bondi ne aveva dette di tutti i colori contro Letta, attaccava i “ traditori” e ribadiva la scelta  della sfiducia confermata dalla assemblea dei senatori del Pdl che si erano riuniti mentre era in corso il dibattito in aula.Il cavaliere aveva riproposto il no a Letta respingendo l’appello di Alfano. Sulla dinamica di questa riunione ci sono versioni diverse. Il cavaliere alla fine avendo avvertito dissensi, dubbi, preoccupazione da parte di alcuni senatori decide di far votare i presenti, una cinquantina. La conclusione: la maggioranza vota per la sfiducia.. Anzi si fa sapere che all’unanimità era stata presa la drastica decisione di sfiduciare Letta. E Bondi che aveva avuto l’incarico di intervenire a nome del gruppo prende obbedisce agi ordini del capo,come sempre, la linea e la porta in aula Allora la retromarcia? Ci pensa a Gasparri a dare la spiegazione. La riunione ha fatto tanta confusione, solo un quarto dei presenti si era pronunciato per la sfiducia, non si capiva bene. La realtà che  è che al pregiudicato era arrivata la lista dei firmatari della risoluzione a favore di Letta cui si sarebbero aggiunti molti alti nel corso della votazione. Ha avuto una gran paura che la pattuglia di Alfano si trasformasse in un gruppo autonomo in modo tale da cambiare anche nominalmente la natura della maggioranza. Come aveva detto lo stesso Letta. Ed ha deciso la furbata, mi aggrego anche io e la nuova maggioranza non c’è più. E lo stesso Gasparri dice che n fondo n governo si giudica giorno per giorno e rivela così le intenzioni vere d Berlusconi. 

 

Il premier: una giornata drammatica dai risvolti storici

Era iscritto a parlare per dichiarazione di voto il capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani. Lo cancella e prende lui il suo posto. Basiti anche molti senatori del Pdl. Furibondo Bondi quando sente pronunciare la parola “ fiducia”. “ Ha avuto ragione Zanda- dice-a trattarci  con disprezzo”. Ce ne sono altri che non la prendono bene. Verdini che per tutti questi giorni ha cercato di convincere con le buone o con le cattiva i senatori avendo avuto sentore che il malumore era tanto. Lo stesso Berlusconi uscendo dal Senato è stato fischiato, contestato. Cosa lo avrebbe convinto a votare a favore? Il fatto che Letta abbia richiamato a proposito di giustizia led prese di posizione che sono venute da organismo europei. Ma questi Letta l’aveva già<detto. Ed era stato molto<duro quando aveva respinto con forza i tentativi di sovrapporre alle esigenze del  governo quelle del condannato a quattro anni di carcere. Fra due giorni sarà la Giunta del Senato a pronunciarsi sulla sua decadenza da senatore. Pare che la manifestazione indetta dalla Santanchè per conto del Pdl a sostegno del pregiudicato venga annullata. Ma non basta. 

Una fiducia per l’Italia e per gli italiani

 

La stabilità del governo che non significa immobilismo deve consentire di potare avanti l programma enunciato da Letta che aveva chiesto “ una fiducia non contro qualcuno, ma per l’Italia e gli Italiani” proponendo un nuovo patto. “ Gli italiani ci urlano la voglia di cambiamento- ha affermato- raggiungeremo gli obiettivi anche se i numeri di questa maggioranza cambiano.” E  sulla maggioranza che cambia, Letta ha insistito anche nella replica. “ La discussione in Senato- ha detto- ha dato il senso della drammaticità del passaggio che stiamo vivendo , che cambia la natura di quanto stiamo facendo e cambiano i numeri che sostengono questo governo” Ha “ parlato di travaglio significativo”. “Stanotte non ho dormito- ha proseguito-, perché avevo la percezione che oggi sarebbe stata una giornata dai risvolti storici,per certi versi drammatici”.Ha “ parlato di travaglio significativo”. E poi è sbottato anche in risposta ad alcuni interventi  e dichiarazioni contro i  traditori, leggi Bondi e altri, vedi losconto fra Sallusti e Cicchitto“ Non ne posso più di lezioni di morale da chi minaccia chi ha cambiato idea”

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