Legge di stabilità. Sindacati sul piede di guerra, pagano sempre i soliti

ROMA – La legge di Stabilità per il 2014 è stata approvata nella tarda serata di ieri in Consiglio dei Ministri e non ha tardato a scatenare una serie di reazioni. Molto critiche le organizzazioni sindacali che hanno già cominciato a parlare di sciopero.

Critiche anche da Confindustria, rete imprese. Rispetto alle voci che erano circolate  per tutta la giornata  relative a tagli pesanti alla sanità , hanno trovato conferma le smentite che erano arrivate da parte del premier: i tagli non ci saranno. A suscitare i dubbi più forti la reiterazione ulteriore del blocco della contrattazione nel pubblico impiego, pagano sempre i soliti, l’insufficienza degli stanziamenti per ridurre il cuneo fiscale. In poche parole il timore è che la legge non darà impulsi alla creazione di posti di lavoro e non interverrà in modo adeguato per  redistribuire i redditi a favore dei lavoratori e dei pensionati.

Cgil. Mancato l’obiettivo dell’equità. Uil. Pronti allo sciopero. Cisl.  Perlomeno non aumentano le tasse

Per la Cgil non viene centrato l’obiettivo dell’equità  manca di chiare indicazioni in direzione della ridistribuzione del reddito. Niente per le pensioni più basse La Cgil  esprime “preoccupazione” per le misure decise per il pubblico impiego. Susanna Camusso ricorda che con Cisl e Uil abbiamo una piattaforma unitaria, nelle prossime  ore vedremo come trasformare una mobilitazione in tutte le forme utili a sostenere la nostra piattaforma” “ Il nostro problema- dice- e che questa legge di stabilità va cambiata e quindi nelle prossime ore decideremo tutte le cose utili a questo fine”. Medesima bocciatura  anche dalla UIL secondo cui “La riduzione delle tasse sul lavoro è una finzione e quindi la ripresa sarà una finzione. L’unica cosa vera sarà il permanere della disoccupazione”. Per la UIL l’unica cosa ad essere stata stabilizzata dalla Legge di stabilità è il Governo. Più sfumata la posizione della Cisl che pur giudicando insufficiente la legge tira un sospiro di sollievo per bocca del segretario generale Bonanni: perlomeno non vengono aumentate le tasse. La Fiom propone una giornata di mobilitazione con lo sci pero della categoria non solo per protestare contro la legge di stabilità ma oper porre i problemi della ripresa, della crisi che colpisce tutto l settore.

Il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi ha poi dichiarato, a margine di un convengo, a chi gli chiedeva di un possibile sciopero contro la legge di stabilità “La legge di stabilità non è la svolta di cui c’era bisogno. Pensiamo che debba esserci una mobilitazione unitaria e già da oggi cominceremo a discuterne le forme” Barbi ha poi spiegato “Per noi ci sono due cose in particolare che non vanno, l’ulteriore sforzo chiesto al lavoro pubblico e la restituzione fiscale molto bassa, perchè  non si è voluto fare il giusto prelievo sulle rendite finanziarie, che sono le più basse d’Europa”

Molto critiche Confindustria e Rete  Imprese

Questo Disegno di legge mette d’accordo praticamente tutte le parti sociali che, in coro, lo bocciano. Per Confindustria il Governo non ha avuto il coraggio di dare una vera svolta al Paese. Per Viale dell’Astronomia “La Legge di Stabilità ci allontana dall’obiettivo di dare vigore alla lenta ripresa che si sta delineando”, per l’associazione degli industriali “ci vuole più coraggio, perché  mantenendo lo status quo, anche se ci sono passi nella direzione giusta, che possiamo valutare positivamente, non cambiano l’andamento dell’economia nè il futuro del Paese”. Anche Rete Imprese punta il dito sulla esiguità delle risorse messe in campo: “Dodici miliardi non sono lo shock economico di cui l’Italia ha bisogno per uscire dalla recessione, rilanciare gli investimenti delle imprese e i consumi delle famiglie, non e’ l’ora dell’aspirina. Serve almeno il doppio della cifra prevista dal disegno di legge

Cautela fra le forze politiche: Migliorare in Parlamento. Bondi attacca Alfano

Nelle forze politiche le posizioni si differenziano. In particolare vanno all’attacco i “falchi “ del pdl, con in testa Brunetta secondo cui ci sarebbero aumento di tasse mascherati. Di fatto  prosegue la gguerra contro Alfano ilquale ha espresso un giudizio del tutto diverso da quello di Bondi proprio sulla questione del fisco che, se ne fa un merito, “ sentinella delle tasse” non verrà aumentato. Molto cauti i commenti che vengono dal Pd, si riconoscono alcuni dati positivi, non aver tagliato la sanità, ma nel complesso ci si pone il problema di apportare miglioramenti in  Parlamento per quanto riguarda misure per il lavoro,  i problemi del pubblico impiego ancora una volta con il blocco della contrattazione,  il cuneo fiscale per imprese e lavoratori.

I contenuti del disegno di legge a conclusione di un tormentato cammino

La legge di stabilità, già inviata a Bruxelles, all’esame della Commissione della Ue, prevede, dal lato delle spese o dei minori introiti, interventi per 27,3 miliardi nel triennio 2014-16, di cui 11,6 miliardi nel 2014.  Il Dl prevede invece, dal lato del reperimento delle risorse, 24,6 miliardi nel triennio, di cui 8,6 nel 2014.

Le maggiori spese verranno per 14,6 miliardi nel triennio per sgravi fiscali di cui 5 per i lavoratori, 5,6 per le imprese oltre a 1 miliardo per ristrutturazioni edilizie e eco bonus.

Per 11,2 miliardi nel triennio per azioni sociali, progetti di investimento, impegni internazionali, di cui 6,2 in conto capitale; per il 2014 si prevedono 6,4 miliardi. Il resto da investimenti a livello locale e restituzione di debiti commerciali di parte capitale.

Per le fonti sono previsti 1,1 miliardi nel triennio da introiti connessi a operazioni volontarie dei contribuenti e dalla revisione su alcune tassazioni degli intermediari finanziari. 1,4 miliardi nel triennio da interventi volti a limitare l’elusione fiscale (0,5 nel 2014). 3,8 miliardi nel triennio da aumenti dell’imposta di bollo sui prodotti finanziari e da un intervento selettivo sulle cosiddette spese fiscali (1,4 nel 2014).

Dalla cessione di immobili si conta di incassare 1,5 miliardi nel triennio (0,5 nel 2014). Ma il grosso, 16,1 miliardi nel triennio, arriverà dal taglio della spesa pubblica (escludendo gli effetti delle dismissioni immobiliari; 3,5 miliardi nel 2014). Questo importo comprende riduzioni di spesa per 0,6 miliardi nel 2015 e 1,2 miliardi nel 2016 che dovranno derivare dall’attività di revisione della spesa delle Amministrazioni centrali e delle Amministrazioni locali, effettuata sulla base del lavoro affidato al Commissario Straordinario recentemente nominato.

Le tre carte dell’IMU e le due gambe della Service tax

Nel comunicato di Palazzo Chigi si esplicita il contenuto della nuova Trise, la tassa che nasce dalle ceneri di Imu e Tarsu. Al loro posto viene istuituita una tassa sui servizi municipali il cui gettito andrà interamente ai Comuni. La nuova Service Tax avrà due gambe: Una sarà una tassa sui servizi indivisibili offerti dai comuni. È calcolata sui metri quadrati o, esattamente come l’IMU, sul valore catastale ed è pagata dai proprietari. Ma c’è una novità in quanto essa verrà pagata, per una piccola quota, tra il 10 e il 30%, anche da chi occupa la casa. La seconda gamba sarà la tassa che serve a coprire i costi del servizio di raccolta rifiuti. È calcolata in base ai metri quadrati o alla quantità di rifiuti e la versa chi occupa l’immobile.

  

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