Pd. Anche nei congressi di circolo la politica rischia di rimanere un optional

Laboratorio per la sinistra: odg su statuto e adesione Pse

ROMA – Forse è proprio difficile che nel Pd si svolga un dibattito congressuale vero, sulla politica, i progetti, le speranze. Il rischio è che anche nei congressi dei circoli   prevalga quello che è ormai il vizio di questo partito, il correntismo, La sostituzione  al confronto sulle idee quello sulle persone. Le regole che alla fine di un tormentato percorso sono state approvate parlano di congressi che partono dal basso. Ma il “ basso” sono i circoli che ripropongono tutti i peggiori “vizi “ del partito ed il percorso congressuale è tutto in salita. In questo  fine settimana si svolgeranno molti congressi, nei quali si misurerà  anche la forza dei quattro candidati alla segreteria nazionale, Civati, Cuperlo, Pittella, Renzi Nei circoli, una volta sezioni,  dovrebbe vivere la partecipazione degli iscritti, il rapporto con i movimenti, associazioni,. Un partito comunità, si dice, ma non si fa. Anzi il rischio è che si ripeta il correntismo più esasperato, a partire dalla elezione dei segretari, dei direttivi, dei delegati alle assemblee provinciali, alla elezione dei segretari delle federazioni. I segnali ci sono tutti.  Leonello Cosentino, candidato a segretario della Federazione, un dirigente di grande esperienza, viene dal Pci, parlamentare, assessore regionale alla Sanità, sostiene Cuperlo, ma si definisce un “ candidato indipendente” che non frequenta “ tavoli ristretti” da un quadro della situazione della capitale certo non incoraggiante: “ Ci sono molti circoli chiusi, molti sono in difficoltà, c’è da rimboccarsi le maniche e cambiare molte cose”. A Roma si gioca una partita importante, indicativa degli umori del partito. Cosentino ha vinto il primo congresso di circolo , Ponte Milvio la sezione di Enrico Berlinguer,doppiando un altro candidato, schierato pure lui con Cuperlo, ma in rapporto con altre “ anime “ del partito e il renziano. Una situazione che si ripete anche in altre città . 

La “ Leopolda” di Renzi, uno spettacolo più che un convegno

A Firenze parte la “ tre giorni” di Renzi, la Leopolda  bis, un convegno che pensa più allo spettacolo che ai progetti anche se  sul carro del sindaco di Firenze salgono personaggi che contano . Annunciano loro presenza sindaci come Piero Fassino ( Torino), Emiliano ( Bari), Marino ( Roma ) che avrebbero  fatto meglio a tenersi a distanza dallo scontro congressuale, perché di questo si tratta, proprio per il ruolo che ricoprono . I partecipanti verranno distribuiti in diversi tavoli, dieci  a dieci. Elaboreranno una paginetta su un problema. Il tema, come a scuola, verrà pubblicato sul sito. Ma si costruisce così un dibattito congressuale, un programma, un progetto di società, un progetto di partito un compitino, tanto poi ci pensa il capo, il<leader con le sue comparsate televisive ? C’è uno stacco netto con le riunioni che si fanno nei circoli con un obiettivo molto importante sul quale rifondare il Pd:

Cosentino. Restituire agli iscritti il potere di decidere

“ Restituire a tutti gli iscritti- dice Cosentino- il potere di decidere. I partiti veri sono fatti di gente vera che deve poter contare. Bisogna restituire ad oguno l’orgoglio di essere un militante, un iscritto al Pd”. I congressi dei circoli potrebbero essere un momento di rottura, ma il< rischio è che al dibattito , al confronto si sostituiscono, fuori dall’ambito del congresso, riunioni “ ristrette” si decidano alleanze, spartizione di posti.  Un rischio avvertito da chi come Pietro Folena e Franco Lotito,  della presidenza  di Laboratorio politico per la sinistra , promotori con Vannino< Chiti, Cesare Damiano e Mimmo Lucà, della “ Costituente delle idee”. Avevano auspicato che il Congresso del Pd “ potesse essere aperto, non irreggimentato, preceduto da una prima fase che, in modo suggestivo, avevamo chiamato “costituente delle idee”. Così non è stato: e non ci riferiamo tanto alla seconda fase del Congresso, quella del confronto fra i candidati alla segreteria nazionale del PD che, dopo un primo voto nei circoli a novembre si concluderà col voto “popolare” delle primarie l’8 dicembre. Quanto alla prima fase in cui, con lo stesso meccanismo correntizio e subcorrentizio, i candidati segretari nei circoli, e così quelli provinciali, trascineranno, in una sorta di porcellum interno, gli eletti nei direttivi e nelle assemblee provinciali”. 

Folena e Lotito: due  idee semplici e chiare da portare al dibattito

Suggeriscono che dai circoli, attraverso la presentazione di due ordini del giorno, vengano due “ idee semplici e chiare, da portare alla nuova  Assemblea nazionale tali da vincolare il nuovo segretario”.”. La prima è, come primo atto, quella di riscrivere lo statuto del PD, per farne un partito davvero aperto, “sociale”, amico, contro questa proliferazione personalistica; la seconda è quella di chiedere l’adesione, senza se e senza ma, al Partito del Socialismo Europeo, portandovi tutta l’originalità dell’identità dei democratici italiani. Due punti cruciali se davvero si vuole cambiare il partito. Lo statuto è unico nel suo genere, il più brutto fra quanti ne esistano nell’universo della politica. La partecipazione e la democrazia sono un optional, anzi neppure quello. Non ci sono proprio. Il partito è  il leader, punto e basta. Non è un caso che Renzi si proponga  come,  segretario,  sindaco di Firenze, magari  parlamentare europeo. La sua platea è quella televisiva,  un giorno si presenta come titolare di un incarico, un altro giorno di altro incarico, a scelta, ce n’ è per tutti. Il secondo ordine del giorno pone un problema di fondo. Il Pd non è un “socio” del Partito socialista europeo, fa solo parte di una invenzione, il gruppo parlamentare di socialisti  e democratici.

 

Con il Pse per cambiare l’Europa e battere le politiche neoliberiste

Ma una lotta per cambiare l’Europa, le politiche neoliberiste, il rigore senza uguaglianza, ha possibilità di successo se ci sono forze politiche che si muovono in questa direzione. La presenza del  Pd non può mancare. Si rafforzerebbe il partito, la sua credibilità e lo stesso Pse che potrebbe aprirsi a nuove forze democratiche e progressiste. Renzi aveva annunciato che non era contrario al fatto che il Pd si iscrivesse all’Internazionale socialista. Evidentemente le sue cognizioni in tema di organi internazionali sono ferme a quando negli oratori su spiegava che i comunisti mangiavano i bambini. Comunque per non sbagliare nel programma che ha presentato non c’è iscrizione alcuna.

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