Federalismo. Perché un cosentino vale 50 euro ed un bolognese 150?

ROMA – Poche parole hanno subito un utilizzo così distorto in tempi recenti. Federalismo è diventata l’etichetta che copre ogni falla ed ogni peccato, il toccasana contro i buchi nel bilancio dello Stato e la cura per la cattiva amministrazione, la corruzione e perfino l’alopecia.

La realtà però, che come spesso avviene supera con distacco la più fervida immaginazione, è che dietro l’etichetta ci si trova nascosto un po’ di tutto, così da arrivare ad abolire una imposta tipicamente federale e sostituirla con un trasferimento di risorse dalle zone più depresse del paese verso le zone più ricche tenendo il tutto velato dalla eterna etichetta, il Federalismo.
Molti ricordano la esclusione dell’Ici sulla prima casa disposta dal D.L. 93/08 convertito con Legge 24 luglio 2008, n. 126, e la sua sostituzione con un trasferimento a carico del bilancio dello Stato.

Tale esclusione, come molte operazioni sulle imposte, ha la tendenza ad essere premiante per i redditi più elevati e/o, in questo caso, per i patrimoni di maggior valore, la prima casa in zona semi centrale di una grande città del nord vale molto più (e quindi pagava più Ici) dell’appartamentino in una zona depressa del Sud, per evitare questo sbilanciamento certe operazioni andrebbero studiate tenendo presenti buon senso e ricerca della equità contributiva, sempre che fosse questo il fine cui si tendeva.

Il meccanismo adottato però non fu affatto neutro, si decise infatti di devolvere una somma parametrata a quanto i singoli comuni incassavano di Ici, trasformando così una imposta federale in un trasferimento assistenziale al contrario. Un trasferimento così assurdo da essere decisamente maggiore verso le aree più ricche, dove si pagava una Ici più elevata, e ridotto all’osso nelle zone in cui l’Ici colpiva un patrimonio immobiliare di scarso valore.
Ancora oggi questo fantasiosissimo trasferimento è in piedi e porta avanti questa stramba politica di togliere a chi è più povero per dare a chi è più ricco.

Il capitolo di spesa relativo ai trasferimenti compensativi ai Comuni per l’Ici sull’abitazione principale non è esattamente poca cosa, per il 2010 era fissato alla ragguardevole somma di 3,364 miliardi di euro, ma basta fare due conti per innervosirsi.
La distorsione del trasferimento sostitutivo porta infatti a trasferimenti di circa 80 euro per ciascuno degli abitanti a Bari e di quasi 130 a Firenze, con Cosenza a 55 euro per abitante, Milano a 85 e Bologna che addirittura sfiora i 150.

Le spiegazioni addotte ad una simile varianza sono pienamente condivisibili nel brevissimo periodo, non si poteva certo tagliare una ricca fonte d’entrata per i comuni da un giorno all’altro, ma a quasi tre anni dalla entrata in vigore della norma diviene ampiamente legittimo chiedersi perché oggi un bolognese valga, in termini di trasferimenti da parte dello stato, il triplo di un cosentino.

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