Cuperlo, la sinistra del Pd si riorganizza dentro e fuori il Partito

 L’assemblea al Nazareno: un  ’idea  alternativa della politica e del ruolo del Partito 

ROMA – “Alla sinistra del Pd spetta ora di riorganizzare un campo: fuori e dentro il Pd”. E’ questa la proposta  che Gianni Cuperlo rivolge ai membri della minoranza del Pd riuniti  a Largo del Nazareno. Una sala affollatissima, posti in piedi, come nei cinema di una volta. Più di duecento persone esponenti dei territori, parlamentari, amministratori regionali e locali, rappresentanti di numerose associazioni a partire dalla Costituente per la sinistra hanno dato vita ad un dibattito durato per cinque ore. In particolare dai territori sono venute indicazioni significative per costruire questo campo della sinistra. E proprio sui territori, sui circoli, su movimenti, associazioni punta molto Cuperlo quando delinea il percorso da compiere per costruire e dare forza a questo “ campo”

Coordinamento nazionale a partire  dai territori

Parla di un coordinamento nazionale, gruppi specifici di lavoro a partire dalla comunicazione, una “convenzione della sinistra”, nome provvisorio, con cui in tempi brevi lanciare il progetto.” Perché credo – afferma Cuperlo-  che la sinistra sia molto più di quel 18 per cento che abbiamo raccolto l’8 dicembre. E che, fuori da noi, viva una domanda di nuovi concetti che la politica stenta a elaborare. Penso che questa fatica – fatta di ricerca e iniziativa – non possa risolversi unicamente dentro noi stessi. La prova-prosegue- non è fare una battaglia dentro il Pd. Per me non era quello neppure l’obiettivo ultimo del congresso. Tanto meno può valere adesso, dopo un risultato così chiaro nel suo messaggio. Ma neppure possiamo rinunciare a un’idea alternativa della politica e del ruolo del partito.” Nella relazione dell’ex presidente del Pd , e poi nel dibattito a tutto campo,   sono stati  affrontati i problemi dell’oggi, del nostro Paese e dell’Europa, della crisi economica e sociale, del clima di violenza, nella stessa volgarità del linguaggio,  che segna gli attacchi del M5S a Napolitano e poi alla presidente della Camera. 

I punti fermi per cambiare la legge elettorale

In particolare ci si è soffermati sulla  battaglia che dovrà essere fatta per cambiare la legge elettorale e con essa   la struttura stessa dello Stato, la riforma del Senato con la fine del bicameralismo perfetto, la revisione del titolo  quinto della Costituzione. Punti fermi, in particolare: dare ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, rivedere le soglie di sbarramento, garantire la parità di genere  E  insieme, i problemi drammatici della crisi, il lavoro, la condizione sociale, l’esigenza che il governo in tempi rapidi, esponga il progetto, “impegno 2014”, con le questioni urgenti da affrontare. Nel dibattito molto spazio alla vicenda politica. Con toni pacati ma molto critici nei confronti dei passi compiuti dal segretario. Il blocco del centrodestra, è stato detto in molti interventi, si era rotto con la nascita del Nuovo centrodestra di Alfano. Proprio alla luce dell’ accordo  con Berlusconi sulla legge elettorale non solo torna in scena il cavaliere. Ma si va verso la ricompattazione del centrodestra come dimostra il ritorno all’ovile di Casini. Una situazione molto difficile, complessa, si presenta alla minoranza del Pd. Cuperlo.

Abbiamo pagato un prezzo severo anche per la lealtà al governo

Ha iniziato l’intervento analizzando i risultati  ottenuti nel Congresso, i due voti, quello degli iscritti al partito, con il 39% e il 18 % con le primarie aperte. “ Sul risultato – ha detto-tanti aspetti hanno pesato. La nostra lealtà verso il governo, secondo molti persino eccessiva. E poi l’immagine di una continuità con le stagioni passate, come se il confronto non fosse tra due innovazioni ma tra una spinta a cambiare tutto e un’altra parte – la nostra – preoccupata di conservare il buono e il meno buono di un tempo concluso. Al netto dei limiti della mia candidatura – limiti che conosco bene – il prezzo pagato per questo marchio di continuismo è stato severo” Venendo a Renzi. Ha sottolineato che “ è apparso l’interprete di una frattura considerata non solo matura, ma tardiva. È vero: noi tra gli iscritti abbiamo raccolto un consenso importante. Ma il successo di Renzi non è stato un frutto maturato solo o prevalentemente fuori da noi. Quella spinta a chiudere una stagione a destra ma anche nel nostro campo è stata condivisa da una parte del nostro mondo. Parlo di un popolo della sinistra che – a torto o a ragione – ha creduto che solo un cambio brusco di pagina, stile, linguaggio, poteva restituire al PD lo slancio delle sue ambizioni. 

Nel voto a Renzi anche molti che alla sinistra vogliono bene

Ci sono stati molti, moltissimi, che Renzi lo hanno scelto perché alla sinistra volevano e vogliono bene. E hanno pensato – in buona fede e mossi da una convinzione profonda – che quella fosse la sola strada per tornare a vincere. Ecco, noi a questa parte del nostro mondo dobbiamo prima di tutto rispetto, ascolto e rispetto”. E poi, in sintesi,  ha espresso il senso del messaggio delle primarie: “Voi le occasioni per cambiare le avete avute. Ma non le avete raccolte. Adesso vi diciamo che tocca ad altri. Che speriamo in altri”. Le primarie hanno messo in mostra tutti i limiti, i visi e difetto dello statuto , fatto che il segretario del partito venga eletto anche dai non iscritti, temi che sono stati discussi per lunghi mesi ed hanno paralizzato  I  Democratici. Ma lo stesso risultato del voto ha espresso  bisogni,  esigenze, di chi crede nella sinistra.

Rifondare la sinistra e con essa rafforzare il Pd

Noi – ha sottolineato Cuperlo  dobbiamo  interrogarci  e operare di conseguenza  su “ come far vivere questi bisogni e questo sguardo – che muove sempre dalla cronaca ma non rinuncia alla lunghezza – in un Partito che della sinistra è anima e parte. Noi non vogliamo essere la sinistra del Pd. Noi pensiamo che bisogna rifondare la sinistra e con essa rafforzare il nostro partito per aiutarlo nell’impresa fondamentale: chiudere questa transizione infinita e portare l’Italia dentro una nuova stagione della sua storia. Oltre mezzo milione di persone secondo me non debbono essersi sbagliate».  

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