Elezioni sarde. Fra Pigliaru e Cappellacci, terzo incomodo, Michela Murgia

Vola l’astensione. Sconfitti nelle elezioni nell’Isolasi dimisero D’Alema, subentrato a Prodi e Veltroni da segretario

ROMA – Sembra incredibile eppure tutte le volte che un premier o un segretario di sinistra si dimette ci sono le elezioni in Sardegna. Nell’aprile del duemila D’Alema, subentrato a Prodi, lascia in favore di Amato dopo la cocente sconfitta elettorale in Sardegna. Febbraio duemilanove, altra sconfitta, arrivano le dimissioni da segretario di Veltroni, logorato anche dal pressing dello stesso D’Alema. Oggi, Letta si dimette, o meglio viene dimesso, al suo posto subentra Renzi e domenica si vota in Sardegna, urne aperte dalle 6,30 chiusura alle ore 22, scrutinio lunedì a partire dalla sette.. La maledizione dell’isola continua imperterrita a mietere illustri “vittime”. Quale sarà la prossima? Intanto la vera domanda da porsi è chi vincerà questa volta le elezioni sarde. Dopo l’ultimo trionfo della destra con Cappellacci, le cose sono molte cambiate, ma paradossalmente il cambiamento più grosso, ovvero la forte affermazione del Movimento5stelle, in queste elezioni non inciderà. Infatti i pentastellati non sono riusciti a mettersi d’accordo tra loro nella scelta di un candidato e un programma ben definito e sono stati cassati da Grillo, il quale ha ritenuto che non fossero ancora pronti per affrontare la sfida elettorale.

Sei candidati in lizza. M5S non si presenta. Voti in libertà

Dunque la sfida è tutta tra centrodestra e centrosinistra, anche se i candidati alla presidenza sono sei. Non c’è “Cinque stelle” Lo sfidante è Francesco Pigliaru nato nel 1954 a Sassari. Il padre, Antonio, orunese, è l’autore del “Codice della vendetta barbaricina”. Nel 2004 è stato tra coloro che hanno elaborato il programma di Renato Sorunella cui giunta è stato poi assessore alla Programmazione e al Bilancio. E’ stato fondamentale il suo contributo per la nascita del “Master and back”. Ai conduttori de “L’Unione in Diretta”, Alberto Urgu e Paola Pilia, ha detto che la canzone che sta accompagnando la sua campagna elettorale è “Like a RollingStone”. Ha preso il posto di Francesca Barracciu, parlamentare europeo che aveva vinto le primarie.Me è incappata nell’inchiesta della procura di Cagliari sui fondi e le spese irregolari dei consiglieri regionali. Pigliaru è la soluzione che alla fine di un  percorso travagliato ha messo d’accordo tutto il partito. 

Il detentore del titolo è l’uscente Ugo Cappellacci nato a Cagliari il 27 novembre del 1960 Dottore Commercialista, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio. Ha frequentato i corsi sul controllo di gestione negli enti pubblici tenuti a cura del network interuniversitario per lo Sviluppo della Managerialità degli Enti Pubblici di Pisa. È stato amministratore di società di ricerca, anche a partecipazione pubblica, di istituti bancari, nonché Presidente di società di ricerca quotata sul mercato di borsa inglese.

Michela Murgia, scrittrice, punta ai voti dei grillin 

Ma c’è un terzo incomodo. Si chiama Michela Murgia, guida il movimento “Sardegna possibile “che conta di prendere i voti di Grillo,perlomeno in parte.M5S alle passate politiche toccò il 29,68% dei consensi , primo   partito dell’isola, frantumato ora dai conflitti interni tanto che Grillo ha deciso di non presentare la lista. Scrittrice dopo aver fatto molti lavori, da insegnante di religione, a venditrice di multiproprietà, operatore fiscale, dirigente amministrativo, fino a portiere di notte. Di formazione cattolica il suo primo libro, “Il mondo deve sapere” descrive satiricamente la realtà degli operatori di telemarketing all’interno dei call center.  Arriva alla notorietà con un romanzo, “Accabadora” che nel 2010 vince il Premio Campiello. Darà del filo da torcere ai due candidati dei partiti tradizionali.

Gli ultimi sondaggi prevedono più del 48% di astenuti

Gli altri contendenti sono: Gigi Sanna (Movimento Zona Franca), Mauro Pili (Unidos) e Pier Franco Devias (Fronte Indipedentista Unidu). Si voterà domenica 16 febbraio 2014. Tutto sarà svolto in una sola giornata: turno unico senza ballottaggio per la scelta di 60 consiglieri. Previsto lo sbarramento al 10% per le coalizioni e al 5% per le liste fuori dalle alleanze. Non c’è più il listino collegato al presidente. Nel suo programma per i prossimi 5 anni, Cappellacci, dato in lieve vantaggio nei sondaggi, punta su alcune questioni chiave: autonomia 2.0, riduzione della burocrazia, abbattimento del costi della politica, infrastrutture, green economy, imprese, giovani, tradizioni. Il programma di Pigliaru è centrato su valorizzazione delle persone, lavoro, società inclusiva, ambiente sostenibile, collegamenti efficienti, istituzioni di alta qualità. Gli ultimi sondaggi forniscono dati allarmanti, rispetto ad una settimana fa l’elemento più evidente è la percentuale sempre altissima del non voto: addirittura il 48,3 per cento. Mentre sulle percentuali di successo Pigliaru e Cappellacci se la giocano sul filo del rasoio.

Un primo banco di prova dell’umore degli italiani

Sia Berlusconi che Renzi sono già stati sull’isola a sponsorizzare i loro rispettivi candidati, coscienti che questo voto sarà un test importante in vista delle europee. Berlusconi è tornato anche per chiudere la campagna elettorale La Sardegna è una terra difficile alle prese con mille problemi primo fra tutti, il crollo occupazionale in una regione che è già devastata da decenni dalla mancanza di qualsiasi politica contro la disoccupazione e che detiene molti record in fatto di mancanza di lavoro e soglie di povertà. Queste elezioni si inseriscono in un contesto nazionale difficile, nel quale Renzi sostituisce Letta al governo e Berlusconi cerca in tutti i modi di aumentare i propri consensi. Queste elezioni saranno un primo banco di prova dell’umore degli italiani. Lunedì i risultati ci diranno che aria tira, non solo in Sardegna, ma anche nel Paese. Vincerà la coalizione degli astenuti?

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