Libia. L’occidente pronto all’intervento militare. La Libia proclama il cessate al fuoco. Gli insorti: “E’ una bugia””

ULTIMORA – Il governo libico osserva il cessate il fuoco imposto dall’Onu.

Lo ha annunciato  il ministro degli Esteri Moussa Kuossa  La Libia durante una conferenza stampa in cui ha precisato che il suo paese osserverà il cessate al fuoco e metterà fine a tutte le operazioni militari  Il ministro libico ha affermato che il suo Paese, in quanto membro delle Nazioni Unite,  è costretto ad accettare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Tuttavia per i ribelli Gheddafi starebbe bleffando. “Non ha mai detto la verità. Il mondo intero sa che Muammar Gheddafi è un bugiardo. Lui, i suoi figli e la sua famiglia e tutti coloro che lo appoggiano  sono dei mentitori”,  ha detto  il comandante degli inosrti.  Infatti secondo quanto riportato da Al Jazeera sono ancora in corso violenti combattimenti ad Ajdabiyah, nonostante il rais abbia proclamato il cessate al fuoco. Anche gli Stati Uniti nutrono seri dubbi che il rais stia mentendo. dello stesso parere anche Ibrahim Dabbashi, l’ex vice ambasciatore libico all’Onu passato nelle fila degli insorti. “Le autorità libiche hanno accettato per ora solo una  interpretazione parziale della risoluzione adottata ieri sera dalle Nazioni Unite”, ha detto Dabbashi. “Se accettano tutto ciò che è previsto nella risoluzione – ha aggiunto – sono obbligati anche al ritiro delle loro forze dalle strade e a ordinare ai loro carri armati di fermare le incursioni nelle città libiche”.


 

ROMA – Dopo la risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell’Onu, approvata questa notte con 10 voti favorevoli e 5 astenuti che autorizza la nofly zone sulla Libia, la Nato s’incontrerà questa mattina per esaminare il possibile intervento militare al fine di tutelare l’incolumità della popolazione libica.

Insomma dopo un lungo periodo di silenzio, adesso l’occidente sembra essere pronto a sferrare l’attacco contro il sanguinario Muammar Gheddafi. La Francia, in primis,  sta già affilando le armi e ha fatto sapere che entro le prossime ore dovrebbe partire l’attacco contro la Libia. “Non si tratterà di un’occupazione del  territorio – ha precisato Francois Baroin, portavoce del governo di Parigi – bensì di un dispositivo per proteggere il popolo libico e consentirgli di andare fino in fondo al suo anelito di libertà e quindi alla caduta del regime di Gheddafi”. E poi ha aggiunto: “Quanto avvenuto stanotte, dopo la risoluzione adottata dal Consiglio di sicurezza, è una tappa importantissima in questa gestione della guerra in Libia, del massacro da parte di Gheddafi del suo popolo. E bisogna riconoscere il ruolo di primo piano avuto dal presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy e dalla Francia”.

Pronti all’intervento militare anche il Canada e la Danimarca che metteranno a disposizione i loro F16, mentre il Belgio  contribuirà alla caduta del rais con le sue unità navali.

 

Stesso dicasi per la Norvegia pronta a inviare sia aerei da combattimento che da trasporto per gli aiuti umanitari. Allineata anche la Polonia che ha offerto  supporto logistico, ma ha precisato che non intende partecipare ad un eventuale intervento militare. Anche l’Italia è pronta a mettere a disposizione basi e aerei per contribuire ad attuare la no fly zone autorizzata dall’Onu: “Non ci sottrarremo ai nostri doveri” ha detto il ministro della Difesa La Russa.  L’Aeronautica militare ha così allertato tutte le proprie strutture in previsione di un possibile impiego di carattere operativo sia dei velivoli che degli elicotteri. Pronti ad intervenire gli F16 del 37° stormo di Trapani, gli Eurofighter di base a Gioia del Colle e i cacciabombardieri Amx di Amendola, in Puglia.

Anche la Grecia ha espresso parere positivo sulla risoluzione, mentre la Gran Bretagna ha messo a disposizione delle forze internazionali uno squadrone di caccia Typhoon dislocati nella base aerea di Akrotiri, sulla costa meridionale dell’isola di Cipro.

Intanto Seifulislam Gheddafi, fa sapere di non temere affatto la risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurerzza delle Nazioni Unite. Siamo nel nostro paese e con la nostra gente. E non abbiamo paura –  ha affermato il figlio del colonnello libico. –   Non aiuterete le persone se attaccherete la Libia per uccidere i libici. Voi distruggete il nostro paese. Nessuno è felice di questo”. E infine Seifulislam ha annunciato che le forze anti-terrorismo  saranno mandate a Bengasi per disarmare gli insorti. All’annuncio del figlio seguono le minacce del padre: “Trasformeremo in un inferno le vite  di quei paesi che tenteranno di attaccare la Libia”, ha detto il Colonnello che ha poi aggiunto: “Se il mondo è impazzito, diventeremo pazzi anche noi”.

Nel frattempo le forze del rais stanno continuando i bombardamenti a tappeto sulle città di Misurata e di  Ajdabiya,  che distano a 200 chilometri da Bengasi, definita la roccaforte dei ribelli.  Almeno questo è quanto riferiscono gli insorti  che stanno cercando di resistere con tutti i mezzi a loro disposizione: “Ci hanno attaccato con artiglieria pesante per tutta la notte ed ora i tank avanzano”. Insomma in queste ore ci sarebbe un’accelerazione bellica da parte delle truppe fedeli al rais, che evidentemente vogliono recuperare terreno prima che la Nato ottenga il via definitivo dal Consiglio Atlantico. Ma non solo. Il regime di Gheddafi  ha chiuso proprio pochi secondi fa il suo spazio aereo e questo fa presagire che si stia preparando ad un imminente attacco aereo delle forze internazionali. Tuttavia, come sottolinea il portavoce dei ribelli di Misurata, Saadun al-Misurati,  esiste un serio rischio, ovvero che Gheddafi usi i civili come scudi umani. Ieri lo aveva annunciato alla televisione lo stesso Colonnello riferendosi agli insorti: “Stiamo arrivando e non avremo pietà”.

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