Il Governo ritira il ‘Salva Roma’. Traballano i conti della Capitale

Entro il 28 febbraio un nuovo provvedimento per evitare un ulteriore dissesto finanziario

 

ROMA – Dopo la conferenza dei Capigruppo di Montecitorio il Governo ha rinunciato al decreto Salva Roma, ma la reazione dell’Esecutivo, affidata al ministro Maria Elena Boschi è stata durissima sull’ostruzionismo delle opposizioni. Per ricondurre alla ragione legislativa il provvedimento ritirato, sarà riproposto un testo in grado di essere approvato entro il prossimo 28 di febbraio, giorno ultimo, pena la decadenza con il rischio default per la Capitale. Maria Elena Boschi ha spiegato che l’esecutivo ha rinunciato alla conversione del decreto per l’elevato numero di emendamenti, che avrebbero potuto tenere l’Aula impegnata per 215 ore, ben oltre la scadenza del provvedimento. Il Governo, ha però annunciato, varerà “un nuovo provvedimento, dopo una valutazione dei contenuti, che contenga anche le norme sull’Expo e sulla Sardegna,  che sono parte integrante del testo bloccato da 5 Stelle e Carroccio. Chi di questa strumentale politica d’opposizione ne subisce le inevitabili conseguenze è la Capitale, che resterà con il fiato sospeso fino al 28 di febbraio, nella speranza che il nuovo provvedimento venga approvato e che soprattutto non ci siano nuove imboscate dei pasdaran pentastellati e dei loro sodali leghisti. In Aula al Senato si è fatta sentire la voce del Capogruppo Democratico Zanda: “Nonostante un lavoro molto intenso e severo dei parlamentari del Partito democratico, il decreto legge per la città di Roma è caduto perché, da più parti, ha subito un’opposizione animata dal solo gusto di far chiasso in Aula e priva di attenzione al reale interesse del Paese e dei cittadini. E’ una bruttissima pagina della politica e del parlamento italiani”.

Durissima la reazione del Sindaco di Roma, Marino: “Credo semplicemente che devo essere messo nelle condizioni di governare la città, questa non si governa in dodicesimi. Se c’è bisogno di un sindaco che gestisce un bilancio della Capitale d’Italia io sono felice di esserlo perché ho avuto l’onore di essere eletto dai cittadini – ha aggiunto Marino – Se c’è bisogno di un commissario liquidatore che licenzi il personale, venda Atac e Ama, dismetta Acea e metta in cassa integrazione tutto il personale io non sono disponibile a fare quel lavoro lì. Non sto minacciando dimissioni ma voglio sapere qual è la mia job description. Non sono pronto per la job description di commissario liquidatore”. Marino ha praticamente congelato ogni contatto con i Consiglieri Comunali grillini, con i quali il Sindaco credeva di aver instaurato un buon rapporto. Così non è stato, visto che i rappresentanti 5 Stelle, nulla hanno fatto per evitare questo epilogo che potrebbe rivelarsi drammatico per la stabilità della Capitale. Dura anche la reazione del Vicesindaco, Luigi Nieri: “”Chi pensa di mandare in difficoltà Roma con l’ostruzionismo parlamentare è un irresponsabile. Questa è la Capitale del Paese, chi lo dimentica probabilmente non è un buon italiano. Stiamo cercando di lavorare con il governo nazionale – ha aggiunto Nieri – Quindi nelle prossime ore, con più precisione, diremo anche come affrontare una situazione molto complicata”. Sulle posizioni di 5 Stelle e Lega, interviene anche il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “E’ un atto, quello dell’ostruzionismo, irresponsabile e bizzarro, che dimostra quanto a volte si metta in primo piano l’interesse ad apparire e poi quello delle famiglie e dei cittadini. E’ un fatto triste e allarmante.

Voglio testimoniare tutta la mia vicinanza e sostegno al nostro sindaco Ignazio Marino che sta davvero conducendo una battaglia incredibile e straordinaria per difendere i diritti dei cittadini di Roma. Una battaglia che ovviamente sentiamo al cento per cento anche nostra. Ora bisogna veramente rimboccarsi le maniche per recuperare i danni di chi pensa a sé stesso e non agli altri – ha aggiunto Zingaretti – Mi auguro che si possa rimediare al più presto, perché non si sta difendendo alcun altro interesse se non la voglia di questo Paese di risorgere e di combattere contro queste furbizie veramente insopportabili”. Anche il Presidente del Consiglio di Roma Capitale, Mirko Coratti, esprime le sue valutazioni su quanto sta accadendo e sui rischi che corre Roma: “L’alto rischio di decadenza del provvedimento Salva Roma mi spinge a sollecitare il parlamento affinché si trovi, nel poco tempo che resta a disposizione, una valida soluzione che eviti il rischio di mandare in default la nostra città. Roma, in quanto Capitale, sopporta gli oneri di rappresentare l’intera nazione. Invito tutti alla massima responsabilità rifiutando l’inaccettabile ostruzionismo di Lega e 5 Stelle, per il quale il decreto rischia di essere ritirato. Un default della Capitale rischierebbe, peraltro, di innescare una reazione a catena che potrebbe coinvolgere l’intera economia nazionale. Vorrei ricordare che il prossimo 27 aprile a Roma è previsto l’arrivo di circa 5 milioni di persone per la santificazione di Papa Roncalli e di Giovanni Paolo II. Un afflusso che vedrà italiani e stranieri arrivare nella nostra città, con tutto quello che una situazione del genere può comportare. Un evento, tra i tanti, cui Roma è chiamata a rispondere al meglio a nome dell’intera nazione di fronte al mondo. Fanno scalpore, in questo contesto, le irresponsabili esternazioni dell’ex ministro Brunetta il cui estremismo è assimilabile agli strali dei peggiori esempi leghisti”.

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