Bufera nel M5S. La rete ha deciso, i 4 senatori vanno espulsi

La Rete ha deciso. Francesco Campanella, Luis Alberto Orellana, Lorenzo Battista e Maurizio Bocchino devono essere espulsi dal gruppo del Movimento 5 Stelle al Senato. Lo hanno stabilito gli internauti grillini, attraverso la votazione indetta sul blog di Beppe Grillo dopo l’assemblea di ieri. Su twitter, Grillo ha annunciato che 29.883 utenti hanno votato a favore dell’espulsione, 13485 contro. 

«Mi sembra di essere tornato ai tempi di scuola, dove ti sospendono per qualcosa. Ma nessuno mi ha ancora spiegato che marachella ho fatto…». È la prima reazione del senatore del Movimento 5 stelle Lorenzo Battista, appena espulso dal gruppo a palazzo Madama. 

«Siamo in 9 e penso che rimarremo in 9». Così il senatore Luis Alberto Orellana, appena espulso dal Movimento 5 stelle, ha risposto ai giornalisti dopo una riunione avuta con gli altri 3 colleghi espulsi dalla Rete -Bocchino, Battista e Campanella – e con la dissidente Monica Casaletto. Visibilmente provato il senatore Bocchino che ha sottolineato: «Mi è franato il terreno sotto i piedi..». 

Insomma, come avevamo già anticipato, il M5S al Senato si è spaccato. Una parte dei suoi componenti, a partire dagli espulsi Battista e Orellana, ha già annunciato le dimissioni dalla carica di parlamentare, accusando fra le altre cose il capogruppo al senato Maurizio Santangelo di aver violato le regole statutarie evitando di sottoporre la proposta di espulsione all’assemblea dei senatori prima di chiederne la discussione nella congiunta con i deputati M5S. 

A causare la rottura, le reiterate prese di posizione dei dissidenti contro i vertici del movimento. In particolare, l’accelerazione sulle espulsioni è stata decisa dopo che i quattro avevano siglato un comunicato congiunto di critica all’atteggiamento tenuto dal leader M5S Beppe Grillo. Subito una tempesta di dichiarazioni si sono scatenate contro il comico genovese.

“Immagino che il codice Rocco sia stato abolito da tempo e che l’articolo 21 della Carta, che parla di libertà di opinione e di pensiero, sia ancora in vigore”,  ha detto Riccardo Nencini, senatore e segretario del Psi. Mi chiedo se un gruppo, che vive di sua vita autonoma  all’interno di un Senato democratico e libero, possa ispirare i propri lavori a norme e princìpi concretamente antidemocratici, come le procedure messe in campo dal M5S con le quali sono stati espulsi alcuni senatori» ha concluso Nencini.

«Ho ascoltato il video di Beppe Grillo.Ha davvero un atteggiamento da caporale, ha detto il presidente del gruppo del Pd, Luigi Zanda. «Se questa è democrazia…». Così Gero Grassi, vice presidente dei deputati del Pd, ha commentato l’espulsione dei 4 senatori dicendosi «sconvolto dall`uso disinvolto della Rete da parte dei leader del Movimento 5 Stelle. Il web viene trasformato in plotone d`esecuzione o, a seconda delle esigenze, a mezzo di ratifica di scelte fatte non si sa dove e da chi».

 


 

I dissidenti fanno un video. La loro espulsione appesa alle votazioni on line

 

ROMA – E’ in serio pericolo la tenuta del Movimento 5 Stelle a seguito dell’assemblea del pentastellati che hanno votato l’espulsione di quattro senatori, Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista, rei di aver criticato l’atteggiamento di Beppe Grillo durante le recenti consultazioni con il neo premier Matteo Renzi. I quattro sotto accusa hanno perfino girato un video nel quale spiegano la loro posizione. Insomma, se non si può neppure muovere una critica allora la democrazia non esiste più, affermano in sintesi i dissidenti. Ma non solo. La loro sorte, o meglio la loro sospensione sarebbe decisa dalle votazione online. “Adesso deciderà la rete, – ha scritto Grillo sul suo blog – spero che deciderà e confermerà il verdetto della assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti”. “Dopo svariate segnalazioni dal territorio di ragazzi, di attivisti, che ci dicevano che i 4 senatori Battista, Bocchino, Campanella e Orellana si vedevano poco e male, i parlamentari del M5S hanno fatto un’assemblea congiunta decidendo l’espulsione dei suddetti senatori. A me dispiace, – aggiunge Grillo – perchè in fondo non c’è niente di drammatico, però non sono più in sintonia con il Movimento”. E poi: “Tutte persone che sul palco quando c’ero io dicevano esattamente il contrario, dicevano: ‘A casa tuttì, facevano degli olà che fulminavano. Sono cambiati, si cambia, non è mica detto. Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello. Non capisco le motivazioni ideologiche: ‘Grillo non si fa mai vedere, Grillo dall’alto, il blog di Casaleggiò. Queste sono cazzate, non sono motivazioni ideologiche” ha assicurato Grillo.

 

Una modalità che qualcuno ha giudicato inaccettabile e la cui conseguenza è stata l’inevitabile spaccatura all’interno del movimento. Alcuni deputati si dicono, infatti, non solo pronti a lasciare il proprio gruppo parlamentare in dissenso per le espulsioni dei quattro ribelli, ma anche di creare un altro gruppo parlamentare. E sono già otto i deputati che hanno preso le difese dei loro colleghi espulsi.

Insomma, sono momenti agitatissimi quelli che sta vivendo il movimento di Grillo.  La senatrice M5S Elena Fattori ha addirittura lanciato un appello ai vertici del movimento perché venga sospesa la procedura di espulsione per quattro senatori dissidenti: “Se Grillo sospende la votazione, gli voglio ancora più bene – ha affermato parlando con i cronisti a margine della burrascosa riunione del suo gruppo – si potrebbe fare un passo indietro, magari abbiamo sbagliato tutti, è il momento di riflettere”. 

A giudizio della parlamentare stellata la responsabilità principale è del capogruppo a Palazzo Madama, Maurizio Santangelo: “Si poteva convocare l’assemblea dei senatori prima della congiunta con i deputati, magari se ci sono ragioni perché questi senatori se ne vadano si poteva chiedere loro di dimettersi”. “Qui al Senato – aggiunge Fattori – siamo tutti sull’orlo del pianto, eravamo un gruppo molto unito. Io sono contro le espulsioni. Chi si è dimesso lo ha fatto per coscienza e per dimostrare che non sono «attaccati alla poltrona ma piuttosto lasciano l’incarico”. Infine spiega che di questa decina  alcuni le hanno già rassegnate le dimissioni, altri le rassegneranno e sono irrevocabili. Speriamo che non sia così. ” Auspicio è che si faccia un passo indietro».

Opposta, invece,  la posizione del deputato Manlio Di Stefano: “Ho votato sì perchè credo che quando un gruppo è compatto e ha un obiettivo comune non può combattere con i propri fratelli di lotta. In modo particolare, noi da 11 mesi ci troviamo gente che mina ogni nostra battaglia con azioni che vanno in senso totalmente opposto”.  Ma c’è dell’altro che emerge dall’assemblea del M5S, ovvero che questa lacerazione sia l’inequivocabile segnale che il sogno lanciato dal M5S stia svanendo, che l’unità venga meno o ancora peggio che il libero arbitrio, diritto di ogni parlamentare, sia sottoposto al giudizio finale di un ristretto gruppo.

 

Mozione con le firme di tutto il gruppo, senza che molti senatori ne fossero a conoscenza

E i guai per il M5S non finiscono qui. Anche sul fronte istituzionale emerge che la mozione di sfiducia presentata nell’Aula del senato nei confronti dei ministri Federica Guidi e Giuliano Poletti sarebbe stata presentata con le firme di tutto il gruppo, senza che molti senatori ne fossero a conoscenza. Come ha spiegato Mario Giarrusso “oggi è successo un fatto gravissimo. Sono state presentate due mozioni di sfiducia contro i ministri in carica, anche a mio nome, senza che le stesse siano mai state discusse ed approvate in assemblea e senza che nessuno dei colleghi, tranne il responsabile, le avesse mai viste. La mia firma sui documenti in questione non c’era e quindi chi si è reso responsabile ne risponderà nelle sedi giudiziarie preposte”.

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