M5S perde pezzi. 6 senatori dimissionari, 2 deputati passano al gruppo Misto

ROMA – La spaccatura in casa del Movimento 5 Stelle continua. A 24 ore dall’espulsione dei 4 dissidenti a seguito delle votazione on line, 6 senatori (Luis Alberto Orellana, Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maurizio Romani e Maria Mussini),  confermano la scelta annunciata ieri e oggi consegnano una lettera di dimissioni alla presidenza del Senato.

Due deputati, Alessio Tacconi e Ivan Catalano,  lasciano invece il M5S per passare al gruppo Misto, dove si trovano altre 3 colleghi, Vincenza Labriola, Alessandro Furnari e Adriano Zaccagnini, che nei mesi scorsi avevano abbandonato il M5S.

La lettera di Romani

Nel frattempo arriva la lettera di dimissioni del senatore ‘dissidente del M5S, Maurizio Romani: “Di mia personale iniziativa mi dimetto dalla carica di senatore della Repubblica. Lo faccio con dolore ma con convinzione, per rimanere coerente con i miei valori e con l’impegno preso con gli elettori”. E poi: “Definire dissidente ed arrivare ad espellere chi pensa con la propria testa e ha il coraggio delle proprie idee  è una mossa suicida; a ciò si aggiunga la rabbia e la violenza che ho visto usare verso i nostri colleghi. Non voglio essere complice di questa specie di linciaggio. In questo modo il Movimento non guadagna coesione, come dice Beppe Grillo, invece perde alcune delle sue forze migliori ed alcuni dei suoi rappresentanti più credibili».

Francesco Campanella, senatore espulso, durante una trasmissione televisiva tiene a precisare: “Non c’è un rapporto stretto e fitto tra la massa dei parlamentari e Grillo o Casaleggio: loro due hanno rapporti con alcuni dei parlamentari, Crimi e Bottici per esempio, e poi con i gruppi di comunicazione che sostanzialmente fungono da cinghia di trasmissione tra loro e il resto del partito”. Insomma ad osservare quanto sta accadendo nel movimento la situazione non è delle migliori e la guerra tra chi si vuole dimettere e chi resta è aperta.

Francesco Campanella, che qualche giorno aveva addirittura elogiato Matteo Renzi per il suo stile politico, lancia accuse a Grillo, reo secondo lui di avere cancellato dal  blog tutti i commenti positivi a suo favore. “Domenica c’era stato un post contro di noi ed io ero con alcune persone che hanno voluto fare un commento a nostro favore. Ma quei commenti sono stati prima pubblicati e poi cancellati, lo so perché l’ho visto con i miei occhi. Hanno fatto anche uno screenshot”, denuncia Campanella.

 

Chi lascia il movimento è un parassita

Simultaneamente alle accuse arrivano anche critiche da parte di coloro che hanno deciso di restare e credono ancora nella linea politica da cui ha preso forma il M5S. “Chiunque si senta a disagio, chiunque non riesca ad accettare il principio che nel M5S la minoranza si allinea alla maggioranza, chiunque non riesca a comprendere che noi siamo dei portavoce, e che siamo qui per portare la voce dei cittadini nelle istituzioni, e magari chiunque non ritenga giusto restituire i soldi, ecco colga il momento, segua l’esempio di questi individui e prenda la propria strada. Perchè le espulsioni non piacciono a nessuno, e voi di fatto non siete mai stati parte del nostro gruppo”. Così scrivono in un post il post scritto  9 grillini ‘doc’, ovvero Gianluca Vacca, Luigi Gallo, Sergio Battelli, Simone Valente, Andrea Colletti, Daniele Del Grosso, Carlo Sibilia, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.

E poi i 9 pentastellati lanciano un allarme: “Da mesi si aggirano nei palazzi parlamentari ex politici trombati, come Barbato, che frequentano con sospetta familiarità alcuni parlamentari ed ex del M5S in cene, incontri, caffè ecc… Ognuno è libero ovviamente di frequentare chi vuole, però mi auguro che dietro queste frequentazioni assidue non ci siano manovre, trame, preparazioni di gruppi alternativi o maggioranze nuove, come sostiene ad esempio Civati, operazioni che nulla avrebbero a che fare con il Movimento”. Insomma alcuni del M5S definiscono «parassiti» quelli che hanno cambiato gruppo.

E non finisce qui, perchè a leggere i post che vengono lanciati in rete da favorevoli e contro l’espulsione sembra di assistere a una guerra di tutti contro tutti. Probabilmente è questo il momento che molti attendevano per fare un po’ di chiarezza su questo movimento che, nonostante i metodi discutibili, tenta in ogni occasione per dimostrare la sua coerenza. Riccardo Fraccaro, deputato 5 stelle, dice “bisogna scegliere se stare dalla parte di Robin Hood, che toglie ai ricchi per dare ai poveri e cambiare in meglio il Paese, o dello sceriffo di Nottingham, che continua a spremere di tasse i cittadini più deboli per conservare lo status quo”.

E poi aggiunge: “dove andrà chi lascia il MoVimento 5 Stelle? Nelle fila dello sceriffo di Nottingham, l’esattore delle fasce sociali in ginocchio che lavora per mantenere sul trono l’impostore e fasullo principe Giovanni. Io sono orgoglioso di far parte della banda di Robin Hood, che combatte per restituire il Governo ai cittadini cuor di leone”.

Nuove alleanze in vista?

Sulla questione grillina è interventuo anche Corrado Mineo, senatore del PD che apre in maniera chiara ai dissidenti 5 Stelle: “Mi trovo più a mio agio con Campanella, Orellana e Bocchino piuttosto che con l’ideologo del no Giovanardi, con il peggior ministro del Lavoro che abbiamo mai avuto, Sacconi, o con il presidente Formigoni, ben noto per la gestione della Lombardia. Io voglio lavorare con queste persone. Non c’è niente di scandaloso”.   E spiega: “C’è una nuova manifestazione di dissenso che è molto interessante e che noi seguiamo con attenzione”. E infine sull’ipotesi di accordo tra Civatiani, Grillo e Sel il senatore è possibilista: «Vediamo cosa farà Sel. Sarebbe interessante se nascesse una realtà nuova che possa votare almeno i provvedimenti buoni”.

Condividi sui social

Articoli correlati