Grillo strizza l’occhio alla Lega. Torniamo alla repubblica di Venezia e alle Due Sicilie

ROMA – Geniale Beppe Grillo.Ormai di fronte alle notizie che arrivano di continuo su espulsioni, dimissioni, riunioni infuocate, con tanto di grida e lacrime, da parte dei parlamentari cinquestellati fa di tutto nel tentativo di confondere le acque.

Intanto fa sapere che i sondaggi danno ilsuo movimenti in continua crescita.Per le Europee, dice, M5S ha superato il 29%, primo partito. A questi numeri nessuno crede però è possibile che quanto sta avvenendo nei gruppi parlamentari consolidi lo “ spirito di setta” che il duo Grillo-Casaleggio hanno inculcato nel proprio elettorato ed ora vadano alla ricerca di mietere ancora fra chi si muove fra rabbia, scontento, disperazione, non vede vie di sbocco, i partiti tradizionali non ne offrono. Grillo ha bisogno di spostare sempre più in alto l’asticella del dissenso trasformando il populismo  in  estremismo senza sbocco, avvelenando i pozzi.

L’Italia un’ arlecchinata di popoli, ci vogliono le macroregioni

La secessione diventa così l’unico obiettivo possibile esu questa strada incontro, oggettivamente, la Lega Nord di Salvini tornata  a fare della secessione, appunto,l’unico obiettivo che può consentirli di mantenere un consenso giunto ai minimi termini. Ed ecco che si leva , alto e forte,il grido di Grillo.” Basta Roma,torniamo alla repubblica di Venezia e alle Due Sicilie”: questo lo slogan che lancia dal suo blog.Accompagnato da “l’Italia è una arlecchinata di popoli, di lingue, di tradizioni che  non ha più alcuna ragione di stare insieme. Grillo si muove poi sul terreno a lui più favorevole, attaccando” partiti autoreferenziali e inconcludenti”, Regioni definite “fumo negli occhi, poltronifici.” Uso e abuso dei soldi pubblici”. Poi parla di “decentrare poteri e funzioni a livello di macroregioni”,  di “recupero dell’identità di stati millenari”, parole che  sono zucchero per il palato della Lega Nord.

Matteo Salvini:se non sono solo parole possibile una battaglia comune

Tanto che Matteo Salvini, dopo qualche ora  di “riflessione”rilancia, annusando una possibile alleanza. “Non vorrei – dice il capoccia della Lega – che essendo in difficoltà, Grillo inseguisse la Lega  Ma  se da lui non ci saranno solo parole, fra M5s e Lega “sarà una battaglia comune”. Intanto cominci a sostenere  il referendum per l’indipendenza del Veneto. Dal Pd viene un affrettato ”le tenta di tutte”. Forse una riflessione un po’più consistente sarebbe utile, prima che i buoi escano dalla stalla. Ma l’attuale Pd così è fatto con un segretario e premier che pensa lui a tutto. Le parole di Grillo invece meritano attenzione per la  pericolosità effettiva che possono avere in un Paese in cui poco meno della metà dell’elettorato dichiara che non andrà a votare,vedi ultime elezioni in Sardegna.” Se ci fosse un referendum- scrive Grillo – per l’annessione della Lombardia alla Svizzera, dell’autonomia della Sardegna o del congiungimento della Valle d’Aosta e dell’Alto Adige alla Francia e all’Austria? Ci sarebbe un plebiscito per andarsene. ”Attacca, come suo solito, il”novantenne Napolitano” e definisce Renzi un “venditore di pentole”.

Non ci unisce più neppure la nazionale di calcio

“E se domani – continua – quello che ci ostiniamo a chiamare Italia e che neppure più alle partite della Nazionale ci unisce in un sogno, in una speranza, in una qualunque maledetta cosa che ci spinga a condividere questo territorio che si allunga nel Mediterraneo, ci apparisse per quello che è diventata? La Bosnia – prosegue il post – è appena al di là del mare Adriatico. Gli echi della sua guerra civile non si sono ancora spenti.” 

“E se domani i veneti, i friulani, i triestini, i siciliani, i sardi, i lombardi non sentissero più alcuna necessità di rimanere all’interno di un incubo dove la democrazia è scomparsa, un signore di novant’anni decide le sorti della nazione e un imbarazzante venditore di pentole si atteggia a presidente del Consiglio, massacrata di tasse, di burocrazia che ti spinge a fuggire all’estero o a suicidarti, senza sovranità monetaria, territoriale, fiscale, con le imprese che muoiono come mosche”.

Se tanto mi da tanto, ne sentiremo delle belle. Certo che il nuovo filone secessionista  punta a far dimenticare l espulsioni a catena, il clima da santa inquisizione. Ma ciò rende ancora più grave la decisione di battere questo sentiero. Grillo sa bene che non porta da nessuna parte. Gli esiti di una tale campagna possono essere disastrosi, in un Paese dove non c’è solo lui e la Lega che mettono a rischio la democrazia, l’unità nazionale, le conquiste che vengano da lontano, dalla lotta contro il fascismo, dalla  Resistenza. Di “rottamatori” ce ne sono ormai troppi.

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