Cgil. Fisac, al via congresso ‘La direzione giusta’

Rinnovo Ccnl per 97% lavoratori costa quanto 3% top management

ROMA – “La direzione giusta”. Queste le parole scelte dalla Fisac per l’8° Congresso nazionale della categoria dei lavoratori del credito della Cgil che parte oggi (martedì 8 aprile) a Rimini per chiudersi giovedì 10 aprile. Tre giorni di assise che si apriranno con la relazione del segretario generale, Agostino Megale, e che vedranno confrontarsi 343 delegati, in rappresentanza degli oltre 85 mila iscritti alla categoria guidata da Agostino Megale, insieme ad autorevoli ospiti come, tra gli altri, Susanna Camusso, Antonio Patuelli, Giorgio Squinzi, Attilio Befera e Giuliano Poletti.

Un congresso che si inserisce in un momento delicato del settore. Secondo alcuni dati di scenario che verranno diffusi oggi si rileva come in Italia il numero dei dipendenti del settore bancario nei sei anni della crisi sia passato da 338 mila persone a meno di 310 mila (-28 mila unità). Per il solo anno 2012 il calo è stato di quasi 7 mila lavoratori. Nel complesso, si sottolinea nello studio della Fisac, sono coinvolti circa 40 mila lavoratori che, in poco più di un decennio, avranno lasciato un settore che a fine 2015 potrebbe contare meno di 300 mila dipendenti per una “impressionante” flessione occupazionale di oltre il 13%.

Lo studio della Fisac analizza anche il livello dei crediti deteriorati, questi hanno infatti ormai superato i 270 miliardi di euro, per una quota che eccede la patrimonializzazione dell’intero sistema. Le sofferenze lorde a dicembre dello scorso anno toccavano i 156,8 miliardi di euro e quelle al netto delle svalutazioni gli 80,4 miliardi di euro. La valutazione delle sofferenze in relazione alla tipologia di debitori stabilisce che circa un milione di affidatari tra imprese e famiglie con prestiti entro i 125 mila euro generano 21 miliardi di euro di sofferenze. Mentre soli 421 soggetti (sempre imprese e famiglie affidatarie) con prestiti oltre i 25 milioni di euro ne generano 16,3 miliardi. Questi ultimi sono prestiti, fa sapere la Fisac, concessi direttamente dal top management e nulla hanno a che fare con il personale bancario.

Da qui i benefici legislativi per il settore. Secondo una stima della categoria dei lavoratori del credito della Cgil, il saldo a fine 2018 della nuova disciplina sulla deducibilità delle rettifiche su crediti deteriorati, prevista dalla legge di Stabilità, determina un vantaggio per gli istituti di credito, comportando una stima di maggiore deducibilità per 3,7 miliardi di euro. Se lo Stato avrà quindi un vantaggio solo nel primo anno (minore deducibilità per le banche per 2,3 miliardi di euro), tra il 2015 e il 2016 secondo la Fisac avrà bisogno di circa 1,3 miliardi per finanziare la maggiore deducibilità concessa.

Quanto alla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia, questa comporta un miglioramento in termini di capitale per complessivi 7,5 miliardi. Il valore della rivalutazione delle quote di plazzo Koch determina così “una condizione di favore sia dal punto di vista patrimoniale che economico per la gran parte delle banche interessate”. Questi due benefici, deducibilità e rivalutazione, si intersecano con la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale. Secondo la stima della Fisac il costo del rinnovo è pari a poco meno di 703 milioni di euro a fronte di un costo del managment (Ad, presidenti e dirigenti vari) di 990 milioni di euro. Un raffronto che dimostra come il rinnovo del contratto del 96,8% delle persone che lavorano nel settore del credito costi quanto percepisce il management che invece, sul fronte occupazionale, pesa il 3,2%.

Qui il programma del congresso 

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