Europa. 27 milioni i bambini a rischio povertà

L’Italia nei bassifondi della classifica. Save the children: una situazione drammatica che si aggrava sempre più

 

ROMA – In Europa, complici la crisi e le politiche ultra rigoriste, la povertà sta cominciando a mordere duro e tra i più colpiti ci sono le fasce più deboli della popolazione, a cominciare dai bambini. Il rapporto pubblicato oggi dall’Associazione Save the children  analizza la situazione dell’infanzia nel Vecchio Continente e la fotografia che ne esce ha molti più angoli bui che spazi di luce. Per quanto riguarda l’Italia il dato è più che allarmante e ci colloca nei bassifondi della classifica con il 33,8% di minori in condizioni miserevoli.

Si tratta del l primo rapporto sulla povertà minorile in Europa redatto dalla  dal la Onlus  che indica in 27 milioni i bambini a rischio povertà o esclusione sociale  e, se non bastasse, al l’entità assoluta del dato i si può aggiungere anche il trend, l’andamento che questo numero sta avendo negli ultimi anni da cui si evince che, gli effetti della crisi si sono infatti trasformati in una impennata di quasi 1 milione in 4 anni (2008-2012), mezzo milione in un solo anno, tra il 2011 e il 2012. 

 

 

Colpiti anche i paesi scandinavi. Allarme rosso in Romania e Bulgaria

L’allarme riguarda, seppur con profonde differenze, tutta l’Europa, nei Paesi UE28 il rischio povertà colpisce una parte consistente della popolazione al di sotto dei 18 anni, oltre 1 minore su 4, il 28,5, è infatti in questa situazione. Anche nei paesi scandinavi, tradizionalmente molto inclusivi ed egualitari, il fenomeno, seppur con numeri differenti, è presente .In Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia e Islanda, infatti, così come in Slovenia, Olanda, Germania, Svizzera e Repubblica Ceca, la percentuale dei minori che si trova a rischio povertà o esclusione varia dal 12 al 19%, mentre in Italia balza al 33,8%, ed in Grecia, Ungheria e Lettonia varia tra 35 e 41%,Da allarme rosso la situazione in Romania e Bulgaria dove supera addirittura la metà del totale (52%).

 

 

Crisi. Maggior impatto sui bambini ma anche gli adulti a rischio

Secondo Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “L’impatto della crisi colpisce soprattutto i bambini, maggiormente esposti degli adulti al rischio di povertà o esclusione sociale in quasi tutti i paesi UE, e condiziona pesantemente due aspetti determinanti: il lavoro dei genitori e i servizi di welfare,”   “L’Europa –prosegue-deve prendere atto dei gravi danni che la crisi ha prodotto sulle condizioni di vita e di crescita dell’infanzia pressoché in tutti i Paesi, anche se in misura diversa, e mettere tra le sue priorità la lotta alla povertà  minorile. ”A rischio anche gli adulti con il rischio povertà o esclusione sociale tra minori e adulti che tocca i livelli più alti in paesi come Romania e Ungheria (dove supera il 10%), Malta, Lussemburgo, Slovacchia, ma anche Spagna, Irlanda e Francia, e in Italia si attesta al 5%. Evidenti poi gli effetti delle difficoltà lavorative dei genitori, i figli di quelli che hanno una bassa intensità lavorativa sono infatti esposti il 56,7% in più al rischio di povertà o esclusione sociale rispetto a chi è figlio di genitori con un’intensità lavorativa più elevata. 

 

Il nostro Paese perde la partita del welfare

Sul fronte del welfare si gioca invece una aspra partita. E’ qui infatti che la parità di accesso ai servizi per l’infanzia e all’educazione è fondamentale per garantire uguali opportunità e spezzare il circolo della povertà, e solo meno della metà dei Paesi europei hanno reso disponibili i servizi per l’infanzia ad almeno 1/3 della popolazione sotto i 3 anni entro il 2010, come stabilito dagli Obiettivi di Barcellona del  Consiglio Europeo del 2002. Tra questi  non figura l’Italia.Interessante il ragionamento della Onlus in termini di strade da percorrere per ridurre la povertà, secondo Save the Children, infatti, va sottolineata “l’importanza delle politiche redistributive, oltre a quella delle possibilità di impiego per i genitori. Anche i Paesi con un PIL elevato, infatti, a differenza di quanto si possa pensare, mostrano una significativa percentuale di minori a rischio povertà o esclusione sociale. Nei Paesi europei membri del G8 i minori a rischio vanno da un minimo di 1 su 5 fino a 1 su 3, mentre in Irlanda, che ha uno dei Pil procapite più elevati (33.000€), la fascia a rischio tocca il  34%.

 

Essenziale  redistribuire lle risorse e dare sostegni diretti alle famiglie

“In Europa, sono proprio i Paesi con la maggior disuguaglianza lavorativa o quelli incapaci di ridistribuire adeguatamente le risorse in favore dei bambini più svantaggiati a segnare le percentuali più elevate di povertà o esclusione sociale minorile. Una redistribuzione efficace deve partire dagli investimenti per il sostegno diretto delle famiglie, con misure come edilizia popolare, accesso all’impiego e al congedo parentale, salario minimo, indennità di disoccupazione, deduzioni fiscali e accesso universale ai servizi e all’educazione per l’infanzia con un sostegno per i più vulnerabili.”La Onlus nelle conclusioni raccomanda quindi di partire dai diritti e dai bisogni dei bambini e l’adozione di misure simili alla golden rule per escludere le spese dedicate a bambini e famiglie dal calcolo dell’indebitamento del Paese.

Condividi sui social

Articoli correlati