Renzi: “Ecco quanto ho fatto in soli 80 giorni di Governo”

Berlusconi contro Grillo: “Se vince futuro inquietante”.  Il leader 5Stelle: “Andremo al Governo con il 58%”

ROMA – E’ stata una campagna elettorale dai toni forti. Nella platea sterminata di liste per Europee ed amministrative (Comunali e Regionali ndr), tre i principali competitor: Pd, M5Stelle e Forza Italia, indietro staccati, come se si corresse il Giro d’Italia, tutti gli altri, Lega, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Tsipras, Italia dei Valori, Verdi green, e tanti altri ancora che alla nostra memoria sfuggono. Anche ieri però si è combattuto con Renzi che ha profittato dei suoi 80 giorni di Presidenza del Consiglio, per fare un Rapporto agli italiani. Conferenza stampa a Palazzo Chigi e via libera ad un lungo rapporto su quello che la sua maggioranza ha fatto in poco più di due mesi. Passaggio elettorale? Probabilmente sì, ma visto che altri sfruttano ogni mezzo mediatico, anche se nel passato li avevano assolutamente disertati, possiamo certamente giustificarlo, in una campagna elettorale che, paradossalmente, solo il Presidente del Consiglio, tranne che in rare occasioni, ha voluto tenere dai toni bassi. Quanto agli altri competitor ne parleremo più avanti, nei limiti dello spazio che abbiamo a disposizione. Ma ecco il Rapporto di Renzi e dei suoi 80 giorni a Palazzo Chigi: “Il giro di italia in #80 giorni” è questa la prefazione al Rapporto che Renzi ha illustrato in 10 slides. “Chi ha pensato che per 80 giorni abbiamo fatto interventi spot deve ricredersi –ha detto con fermezza il Presidente del Consiglio- gli 80 euro di taglio dell’Irpef sono solo l’inizio e ci sarà un alleggerimento anche per pensionati e partite Iva”. Poi, vista la drammaticità che è testimoniata dai numeri forniti periodicamente da Istat e Istituti di ricerca sindacali ed imprenditoriali, uno sguardo attento al dato sull’occupazione in Italia: “Il prossimo passo per combattere la disoccupazione è la rapida approvazione del ddl delega sul lavoro che contiamo di accelerare quanto più possibile. I provvedimenti assunti fino ad ora non sono sufficienti a cambiare verso ma è difficile trovare altri governi che in 80 giorni hanno realizzato risultati così concreti e questo è per noi un elemento di stimolo”. Poi due punti che si dal suo insediamento a Palazzo Chigi sono stati un chiodo fisso: “Ora che ci siamo messi sulla strada buona dell’edilizia scolastica, senza annunciare la riforma della riforma che controriforma, siamo in condizioni di fare finalmente un grande progetto educativo sulla scuola per valorizzare insegnanti e ruolo dell’educazione”. Quanto alla Cultura Renzi ha voluto esporre il decreto varato ieri in Cdm “il prossimo passo sulla cultura è un disegno di legge organico che il governo proporrà e su cui avvierà un dibattito con gli operatori per poi fare una sintesi e vararlo: Non c’è Italia possibile senza un grande investimento sulla cultura”. Poi il primo riferimento all’Europa e a chi, realmente e nei numeri, potrà cambiarla: “Penso che le forze che vogliono cambiare l’Europa credendo nell’ Europa siano maggioritarie. Penso anche che il semestre sia una  gigantesca opportunità per l’Italia per cambiare l’Europa con ancora più convinzione anche se gli euroscettici non penso avranno risultati straordinari. La coalizione di governo appartiene a tre diverse famiglie europee: Pse, Ppe e Alde. Questo però non incide né oggi né domani sulla composizione del governo che rimarrà quella attuale”.  Quanto, poi, alle ripercussioni del voto in Italia, Renzi è chiaro: “Non credo che dal risultato elettorale deriverà né un’accelerazione né un rallentamento” delle riforme. Il risultato delle europee è infatti molto importante per le riforme in Europa più che in Italia. Sulle riforme del sistema istituzionale italiano andiamo avanti comunque: non mollo di mezzo centimetro”. Fin qui Renzi, ma se parliamo di competitor, non possiamo trascurare l’ex Cavaliere, ex Presidente del Consiglio, ex leader dell’intero Centrodestra, Silvio Berlusconi. Nell’ultima settimana di campagna elettorale, Berlusconi ha sferrato duri attacchi contri Grillo, quasi a difendere il suo terreno ed il suo elettorato, che da sempre è più incline a posizioni radicali, come quelle dei 5 Stelle, che alla moderazione. Colpi durissimi quelli inferti dall’ex Cavaliere, all’ormai ex comico, tra questi anche previsioni infauste, se i grillini dovessero, in questo turno elettorale, affermarsi: “Non posso immaginare cosa succederà, si tratta di una presenza inquietante, potranno succedere dei disordini inquietanti”. Poi ancora più duro: “Grillo non fa più ridere, fa e deve fare paura. I regimi autoritari sono nati nelle stesse condizioni economiche dell’Italia di oggi.


Grillo – afferma ancora l’ex Cavaliere – ha già detto che farà la marcia su Roma, ha chiesto la testa del presidente della Repubblica, e promesso la cacciata dei parlamentari, vuole processare imprenditori, politici e giornalisti. Ha annunciato che vuole distruggere tutto, con un sistema governato da delegati del web. Può sembrare una macchietta di dittatore, ma non è così, fa paura”. Infine chiudiamo con Grillo, il terzo, forse primo o secondo competitor di questa sfida elettorale. Non possiamo parlare di sondaggi e dobbiamo frenarci nel racconto di queste ultime ore di indigesta campagna elettorale vissuta nel tentativo di incassare con il bancomat mediatico il voto di migliaia di indecisi che vorrebbero esprimere un voto di protesta secco e senza se e senza ma, ma che, allo stesso tempo, hanno il timore, tutto italico, di consegnare il Paese all’ex comico ligure, che ormai è parte integrante del sistema politico nazionale, insieme al suo sodale Casaleggio. Grillo, ha fatto, fino in fondo, il suo mestiere di capo comico prestato alla politica e nella serata di giovedì, a fargli compagnia è arrivato un Premio Nobel come Dario Fo, che da sempre ha sempre scelto di petto, ed in maniera schietta, ma ondivaga, le sue simpatie politiche. Insieme, dunque, un grande dell’arte, che rispettiamo per quanto fatto nel passato, ed un mediocre comico che si è saputo riciclare in questa nostra disperata Nazione. Anche Grillo, in queste sue ultime performance, non si è fatto mancare nulla, in termini di insulti e aggressioni agli avversari e nulla si è fatto mancare, eccezion fatta per la terza ‘Camera’ del nostro Paese (Porta a Porta ndr) dove si è mostrato agnello, con la fortuna però di non aver lupi in quella trasmissione. Da Roma come da Milano, il copione dell’ex comico è stato sempre lo stesso: “Tutti a casa. Apriremo il Parlamento europeo come una scatoletta di wurstel”. E poi la proiezione sull’Italia: “Andremo al governo con il 58% come Roosevelt. E’ in corso una rivoluzione che manderà tutti a casa: l’ebetino sparirà e spariranno tutti perché non sono niente, sono solo persone mediocri”. Il Movimento 5 Stelle ha poi tenuto sempre a precisare “è un sogno condiviso da 10 milioni di persone che è diventato una rivoluzione felice e quindi abbiamo già vinto, saremo cattivissimi, ma non abbiamo bisogno di vendetta”. Su questo ultimo punto, però, nutriamo seri e giustificati dubbi…”

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