Tasi. Bankitalia, su prima casa rischio aumento del 60%

ROMA – Se i comuni decidessero di applicare  l’aliquota del 2,5 per mille sulla prima casa la Tasi aumenterebbe di «oltre il 60% rispetto al 2013».

È quanto si legge nella Relazione annuale della Banca d’Italia. «Nel 2014, nell’ipotesi di applicazione della Tasi ad aliquota base, il prelievo aumenterebbe di circa il 12 per cento (rimanendo comunque ben al di sotto del livello registrato nel 2012)- si legge- se ciascun capoluogo applicasse un’aliquota pari al 2,5 per mille, il prelievo complessivo crescerebbe di oltre il 60 per cento rispetto al 2013». L’aliquota al 2,5 per mille sulla prima casa, complessivamente, continua Bankitalia, riporterebbe «la tassazione locale sui livelli del 2012», quando c’era l’Imu.

Intanto la Consulta Nazionale dei Caf, che si è riunita oggi a Roma, ha chiesto ai Comuni di non applicare sanzioni ai contribuenti che verseranno l’acconto Tasi oltre il 16 giugno e di prorogare la scadenza per la trasmissione del modello 730. In nove giorni si concentrerà infatti la chiusura della campagna fiscale per i contribuenti che presentano il Modello 730, alla quale si sovrappone l’intera assistenza per l’acconto Tasi che riguarderà circa 3.5/4 milioni di contribuenti, non distribuiti però su tutto il territorio nazionale ma ovviamente concentrati nei Comuni che hanno deliberato nei tempi (al 29 maggio poco meno di 2.200 Comuni). 

La Consulta segnala inoltre come le delibere approvate, che sono ora all’analisi dei tecnici dei Caf per l’inserimento nelle procedure di calcolo siano «particolarmente complesse, caotiche, spesso contraddittorie: se alcune sono così articolate che è nei fatti impossibile riuscire a »tabellarle« nelle procedure per il calcolo, per moltissime delibere non si può dare una interpretazione univoca e quindi applicarle correttamente». Peraltro – prosegue la nota – «sono pochissimi i Comuni che, nonostante quanto espressamente indicato del decreto, invieranno i bollettini per il pagamento ai contribuenti». La Consulta chiede quindi che «si possa ragionevolmente adottare una tolleranza sulla scadenza del 16 giugno consentendo di elaborare i bollettini e versare quanto dovuto anche nei giorni successivi senza l’applicazione di sanzioni e interessi. Questo, insieme alla proroga della scadenza per il 730 è indispensabile per riuscire a rispondere alle richieste di assistenza in maniera adeguata». 

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