MILANO – La minoranza del Pd si rimette in gioco con la Sinistra Dem e si raccoglie intorno a Gianni Cuperlo, che tira dritto per la propria strada e ha presentato ieri a Milano la sua idea di sinistra, convinto di scommettere su una sinistra rinnovata e ripensata, in un partito che sia un campo aperto e pronto per una riorganizzazione. Il movimento dei Cuperliani, che non si sente rappresentato dalla leadership renziana si è incontrato al centro congressi ex Palazzo delle Stelline e per confrontarsi in un convegno dal tema “ Nutrire la Democrazia: nel nuovo corso”.
All’incontro si sono avvicendati sul palco dirigenti del PD, rappresentanti del Governo e ospiti che si sono confrontati con Gianni Cuperlo, il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini, l’ex ministro per le pari opportunità Barbara Pollastrini, organizzatrice del convegno milanese, Roberto Speranza, Carlo Petrini, Stefano Fassina, Livia Turco, Gennaro Migliore, il Presidente Matteo Orfini, molti giovani dirigenti lombardi e nazionali Sinistra Dem. Durante l’incontro Gianni Cuperlo ha risposto alle affermazioni di Matteo Renzi di venerdì, che richiamava e accusava la minoranza del Pd dopo i Consiglio Europeo “. “Non so a cosa si riferisse il Presidente del Consiglio, ma credo che tutti in questi mesi abbiamo avuto un atteggiamento di grande responsabilità”. Cuperlo ha citato ad es. quanto fatto in occasione della legge elettorale”a la Camera ho votato per tutti gli emendamenti votati dal partito, anche quando non ne condividevo la posizione, perché ritengo che quella legge abbia necessità di alcuni correttivi e miglioramenti importanti,come la revisione delle soglie, un equilibrio effettivo di genere e il superamento delle liste bloccate”. “Alla fine abbiamo votato e consentito a quel treno di mettersi in movimento”. “Ora c’è un trittico di riforme” ha proseguito quella del bicameralismo, la legge elettorale e il titolo V, su cui bisogna arrivare in fondo.” “Questa volta il fallimento non verrebbe perdonato. Abbiamo preso l’impegno con gli elettori di fare le riforme, ma bisogna fare delle buone riforme e il parlamento è chiamato a un atto di grande responsabilità”. Pippo Civati è stato duro con il Presidente del Consiglio “ Penso che Renzi abbia un sacco di problemi con le minoranze più di quanti ne abbiano le minoranze: è una gestione al limite dell’autoritarismo in alcuni passaggi come nel caso Mineo,che non rispetta gli equilibri istituzionali” . “Se ci sono opinioni diverse ha continuato Civati al Palazzo delle Stelline “un grande uomo di Stato, un grande segretario d partito deve riconoscerle, non umiliandole ma valorizzandole”. Il neo Presidente Matteo Orfini invece più morbido ha precisato ieri a Milano “ i senatori che non sono d’accordo avranno diritto di esprimere il proprio dissenso anche con il voto contrario in aula”.
La prossima settimana sarà la settimana delle riforme e la a minoranza del Pd ha assicurato che nessuno vorrà mettere i bastoni tra le ruote.
Nelle conclusioni del convegno milanese Gianni Cuperlo ha ribadito l’importanza di incontrarsi con chi ha appartenenze diverse e far partire un percorso associativo, un incontro aperto per costruire una sinistra ripensata e rinnovata, ribadendo che se rimane uno solo non si può parlare di democrazia. Ha citato lo slogan della campagna elettorale della Merkel “Non c’ è alternativa”, “ma se non c’è alternativa la politica” ha ribadito Cuperlo “si ferma e si nega il principio della democrazia”. Un’ altro problema serio per la Democrazia “ La primazia del denaro che ha portato” ha affermato Cuperlo” a uno svuotamento della Democrazia, il denaro e il potere negli ultimi dieci anni si sono trasformati da mezzi a fini, arrivando alla corruzione”. Nel suo intervento di chiusura fa riferimento a Gustavo Zagrebelsky, il costituzionalista che sostiene che un tempo il denaro non era che un mezzo ma ora è diventato un fine e si è trasformato in una base per l’esercizio del potere, il ciclo denaro, potere, denaro è divenuto sempre più autoreferenziale e l’autoreferenzialità del denaro ha portato a un annichilamento della politica e ha ridotto la politica a meretrice, obnubilando la consapevolezza che la democrazia fosse sinonimo di libertà di scelta.