Gli studenti in piazza contro la riforma Renzi. La buona scuola siamo noi

 

ROMA – Studenti, docenti, universitari e personale Ata uniti coperto  il Piano Scuola e il Jobs Act del Governo Renzi. Una protesta che raggruppa migliaia di persone e coinvolge tutta la penisola. A Roma i manifestanti si sono radunati a piazza della Repubblica e sono partiti verso piazza Santi Apostoli. Qui  un altro corteo, invece, si staccherà per raggiungere il ministero della pubblica istruzione in viale Trastevere.

Ad anticipare la mobilitazione, che oggi prevede manifestazioni in tutta Italia, stanotte, un blitz dell’Unione degli Studenti, al Ministero dell’Istruzione a Trastevere, dove sono stati appesi degli striscioni eloquenti: «Non è buona come penzi, la tua scuola mr. Renzi», «Ci portatealla deriva, siamo noi l’alternativa», «Cambia il vento ma noi no»- Tra gli slogan anche degli avvertimenti perentori: «Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città» e «No alla scuola dei padroni, 10, 100, 1000 occupazioni». «Noi oggi siamo qui innanzitutto perché la buona scuola non è quella dei privati, che entrano nei consigli d’istituto – spiegano gli organizzatori – ma le rivendicazioni: il diritto allo studio, libri di testo gratuiti e un piano per l’edilizia scolastica. Mai come quest’anno siamo vicinissimi ai docenti, al personale Ata, a tutti quelli coinvolti nel mondo della scuola». Diversi i cori gridati dagli studenti e alcuni vari a sostegno dei No Tav e dei Black Block. Su uno striscione c’è scritto: «Luca e Paolo liberi tutti, liberi subito», in riferimento agli attivisti dei movimenti per la casa Paolo Di Vetta e Luca Fagiano agli arresti domiciliari dopo alcuni scontri avvenuti durante alcune manifestazioni nei mesi scorsi nella Capitale organizzate dai collettivi per il diritto all’abitare.

Insomma, «La buona scuola siamo noi», come recita lo slogan degli studenti romani unitisi alla protesta nazionale. Presenti anche le sigle sindacali: “Noi Cobas siamo qui perchè essendo Renzi un gigantesco venditore di fumo vogliamo vedere, prima di tutto, se ci sono i soldi per le assunzioni dei 150mila insegnanti precari – ha affermato Piero Bernocchi, coordinatore nazionale Cobas – Poi, siamo scesi in piazza per ricordare che ce ne sono almeno altrettanti che hanno diritto di essere assunti. Inoltre, siamo contrari in generale al piano Renzi: al potere illimitato ai presidi, alla cancellazione degli scatti di anzianità e di carriera. Chiediamo massici investimenti, sblocco del contratto e che siano recuperati i 300 euro mensili netti in busta paga. Questa battaglia – ha assicurato – andrà avanti fino ad approvazione della finanziaria». 

 

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