ROMA – E’ scontro tra la Questura di Milano e il Pm Annamaria Fiorillo sulla minorenne Karima Keyek, alias Ruby, la quale la notte tra il 27 e il 28 maggio fu affidata all’igienista dentale del premier, ora consigliere Pdl alla Regione Lombardia, Nicole Minetti.
Secondo fonti giudiziarie Ruby lasciò la Questura di Milano alle due in compagnia dell’ex soubrette di Cafè Colorado e un’amica brasiliana, grazie alla chiamata che il Presidente del Consiglio fece alle 23 al capo del gabinetto e in cui vennero invitati gli agenti a rilasciare la giovane marocchina in quanto nipote del presidente egiziano Mubarak.
Tuttavia il Pm afferma di non aver mai raggiunto alcun accordo la sera del fermo di Ruby e quindi autorizzato il suo affidamento perchè la richiesta non le fu mai recapitata, come non le fu mai inviato un documento d’identità della giovane a convalida della sua parentela con Mubarak. Ma non solo. Il Pm, anche una volta appresa la situazione avrebbe dato disposizioni di custodia presso una comunità e il temporaneo affidamento presso gli uffici di via Fatebenefratelli. Insomma le cose sarebbero dovute andare diversamente e quindi Nicole Minetti non avrebbe potuto prendere in affidamento la minorenne marocchina. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni, il quale ha ribadito che la Questura rispettò tutte le regole del caso. Insomma per l’esponente leghista non ci sarebbe nulla da eccepire in questa circostanza.
Ma le versioni contraddittorie alimentano ulteriormente i dubbi dei magistrati in questa scottante inchiesta, nella quale l’agente dei vip Lele Mora, il direttore del Tg4 Emilio Fede e la stessa Minetti sono indagati per favoreggiamento alla prostituzione. Quindi con molta probabilità i Pm potrebbero nei prossimi giorni convocare altri testimoni per ascoltare la loro versione dei fatti.
Nel frattempo negli atti giudiziari spunta un altro personaggio, che fu fermato a settembre con la sua auto mentre si trovava in compagnia di Ruby. Si tratterebbe di un imprenditore genovese certo Silvestri, che guarda caso ha lo stesso cognome di un uomo, anche lui genovese e per di più imprenditore, coinvolto nell’inchiesta Vallettopoli. Sarà mica lo stesso Marcello Silvestri che finì in carcere con l’accusa di aver emesso fatture false per consentire a vari imprenditori, tra i quali Lele Mora e Fabrizio Corona, di ridurre il reddito imponibile delle rispettive società, abbassando quindi l’ammontare delle imposte dovute al Fisco? Non è dato a sapere, almeno per il momento, per cui la strana coincidenza potrebbe rimanere tale.
La Polizia quella notte fermò per un controllo un Audi con a bordo il facoltoso imprenditore e la giovane Ruby in piazza Caricamento al Porto Antico di Genova. La cosa strana è che nella borsetta della ragazza furono trovati 5mila euro, tutti in biglietti da 500. Una somma davvero consistente per una minorenne. Gli agenti chiesero spiegazioni all’uomo e lui rispose di aver conosciuto la ragazza nella discoteca Albikokka di Genova, dove Ruby lavora come ragazza immagine. Successivamente sembra che l’uomo accompagnasse spesso la giovane a Milano 2 dove avrebbe ricevuto denaro dal segretario di Lele Mora. Ma l’imprenditore, interrogato, sostiene di essere all’oscuro sia sulle ragioni per cui Ruby si recava a Milano, sia per quanto concerne la sua reale età anagrafica, che tra poche ore cambierà. Infatti il primo novembre Ruby compirà 18 anni, ma probabilmente non avrà tanta voglia di festeggiare l’ambito traguardo della maggiore età.