Tunisia. Ennesimo massacro firmato Isis. 22 morti

ROMA – L’ennesimo attentato ad opera dell’Isis ha provocato la morte di 20 turisti, 2 terroristi e il ferimento di almeno 50 persone. 

E’ questo il bilancio finale dell’attentato di oggi a Tunisi al Museo del Bardo, dove un commando di 5 persone ha prima scaricato dei colpi mortali contro un autobus turistico e poi si è asserragliato nel noto Museo con l’intenzione di prendere degli ostaggi tra le 160 persone che si trovavano all’interno. Solo 2 terroristi hanno partecipato all’azione e sono stati a loro volta uccisi dalle “teste di cuoio” tunisine. 

Le immagini in cui si vede la fuga dei turisti hanno fatto il giro del Mondo, mentre saliva la preoccupazione per le vittime il cui bilancio continuana a salire. Anche degli italiani tra le vittime. 

Dopo due ore  le forze speciali antiterrorismo hanno organizzato un blitz per trarre in salvo in turisti. Blitz durante il quale i due terroristi sono stati uccisi e un terzo arrestato (uno studente di 22 anni ndr), mentre le autorità stanno cercando  di risalire all’identità degli altri due componenti.

Il premier tunisino ha parlato alla televisione dando la drammatica notizia ai suoi cittadini, promettendo  misure preventive per tutelare la stagione turistica. “Difenderemo il settore turistico, abbiamo preso tutte le misure per garantire la sicurezza nella capitale e nei siti turistici –  ha assicurato il premier  – . La Tunisia farà di tutto per impedire nuovi attacchi”. E infine:  “Questa sarà una guerra lunga: dobbiamo mobilitarci a ogni livello, tutti insieme, tutte le appartenenze politiche e sociali, per lottare contro il terrorismo. Serve unità nella difesa del nostro paese che è in pericolo” le parole del premier Habib Essid.

Inutile dire che questo, come ha ricordato  Al-Saghir, portavoce della Shura (consiglio consultivo) del partito islamico,non è solo un attacco al turismo tunisino, ma anche a uno dei simboli più importanti della Tunisia, il Parlamento”. 

Secondo Al-Saghir c’è un “doppio risultato su questo attacco, ovvero è stato colpito “un museo famoso, che molti italiani conoscono bene, e che si trova all’interno del perimetro del Parlamento tunisino: è chiaro quindi che non è solo un attacco al turismo, ma anche a uno dei simboli più importanti del Paese, il Parlamento”.

Infatti, come ha riportato la nota Lina Ben Mhenni, attivista e blogger tunisina i terroristi non hanno scelto a caso la Tunisia per il loro attentato.  “Quando i tunisini  hanno votato per il partito laico Nidaa Tounes alle ultime elezioni lo hanno fatto per dire “no” all”estremismo. E ora invece loro  i terroristi rispondono dicendo ‘noi siamo qui’ e attaccando l’idea di democrazia.

“Anche se non lo condivido pienamente – continua la blogger – quello che si dice a livello nazionale e internazionale è che la Tunisia sia l’unico paese della Primavera araba ad aver compiuto con successo una transizione democratica. Per questo i terroristi hanno scelto la Tunisia. Hanno scelto un simbolo. 

Anche il luogo e la tempistica dell”attacco non sono casuali, secondo la Ben Mhenni. “Hanno scelto il Parlamento – ricorda – e hanno colpito due giorni prima della Festa dell’Indipendenza. Si tratta evidentemente di simboli”. Ma la reazione del paese è “esattamente contraria a quella che i terroristi vorrebbero”. “Siamo scioccati –  dice l’attivista – perché vogliono uccidere la nostra idea di democrazia, ma guardando la tv e leggendo i social network, vedo che i tunisini si oppongono a tutto questo, resistono a questa violenza, dicono di non averne paura e di voler combattere per sconfiggerla”.

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