PARIGI – “Quello che la Germania ha imposto a colpi di bastone è semplicemente inconcepibile. E” anche una cattiva politica economica”. Ad affermarlo, in un”intervista a ”Liberation”, è l”economista Usa Joseph Stiglitz, premio nobel per l”economia nel 2001, commentando l”accordo sulla Grecia.
Con questo accordo, aggiunge, “si continuerà ad imporre modelli che sono controproducenti, inefficaci e che produrranno ingiustizia e disuguaglianze. Continuare ad esigere della Grecia che arrivi ad un avanzo primario del 3,5% del pil nel 2018 è non solo punitivo ma anche di una cieca stupidità. La storia recente della Grecia lo ha dimostrato”. Per Stiglitz questo “continuerà ad ampliare la depressione in un paese che ha registrato un crollo del suo pil del 25% in cinque anni”. Quello che bisognerebbe fare per aiutare la Grecia, rileva Stiglitz, “lo sappiamo e anche l”Fmi, che è l”organismo storicamente più ostile ad un tale processo, lo ammette ormai: serve una ristrutturazione del debito greco. Anzi serve un alleggerimento. Ma la Germania non vuole sentire parlare di nessuna di queste due opzioni: dice che bisogna rimettere la Grecia sui suoi piedi ma milita per una politica che impone un programma che, nei suoi atti, metterà ancora di più il Paese in ginocchio. L”intrusione nella sovranità di un Paese come la Grecia, il diktat che gli viene imposto sono molto pericolosi”, sottolinea Stiglitz.
La cosa peggiore in questa telenovela “irrazionale o troppo razionalmente glaciale”, oltre che “alla mancanza di compassione”, sono le lezioni “non tratte della storia”: la Germania, spiega Stiglitz, “deve la sua ripresa economica e la sua crescita unicamente alla più grande cancellazione di un debito mai osservato nel 1953. Dovrebbe aver capito, dal tratto di Versailles, firmato nel 1919, le conseguenze dei debiti insormontabili. Non ha appreso né la compassione né il disastro di questi due periodi chiavi della storia”.
La questione chiave per la zona euro, rileva ancora l”economista Usa, dovrebbe essere “la solidarietà” ma invece sembra che ci si trovi in un ”club” in cui il leader, la Germania, “non dimostra nessuna riflessione di buon senso economico, alcuna solidarietà, e, ancora una volta, nessuna compassione”. Senza un “movimento politico potente che denuncerà con forza” questo stato di cose “questo evento senza precedenti segnerà probabilmente l”inizio della fine per l”area dell”euro”, sottolinea Stiglitz.