Scuola. Un corteo contro la “Buona scuola” di Renzi

ROMA –  È  partita da piazza della Repubblica a Roma l’attesa manifestazione organizzata dai sindacati Flc Cisl, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Confsal e Gilda Unams contro la legge 107 della ‘Buona Scuola’ e per chiedere il rinnovo del contratto. Il corteo arriverà fino a Piazza Santi Apostoli.

“Questa è una ulteriore manifestazione che segue le altre manifestazioni a partire da quella del 5 maggio organizzata perché noi vogliamo apportare delle modifiche alla legge 107 che, per alcuni aspetti, è una legge iniqua – commentano dalla Uil Scuola – . Primo, perché da troppo potere ai presidi il che svilisce il ruolo dei docenti e mina la libertà di insegnamento; secondo, per il problema della valutazione: normalmente sono i docenti che valutano gli alunni, qui i ruoli si sono invertiti; terzo, per il problema del precariato, infatti da quando si è insediato il governo Renzi ci promette di eliminare il precariato, ma nemmeno questa legge lo ha fatto e i contratti non sono stati stabilizzati, anzi molti docenti sono andati incontro al licenziamento. Questi sono i problemi che noi vogliamo che il governo affronti ed è per questo che oggi siamo presenti nelle piazze di tutte le regioni”. 

“Noi siamo qua oggi – dicono da Snals – semplicemente per ricordare al governo che la scuola è un ambiente estremamente delicato e sensibile e non bastano 500 euro a insegnante per far capire che c’è un interesse. Noi chiediamo il rispetto del rinnovo contrattuale e ci sembra altamente offensivo che se ne parli con cifre fra gli 8 e i 10 euro. Ci auguriamo che la legge 107 in alcune parti, come il comitato di valutazione che vede i genitori insieme al dirigente valutare i docenti, vada rivisto perché un organo tecnico non può essere fatto da persone esterne”. “Siamo di nuovo a manifestare contro la legge 107 – ribadiscono anche da Cisl Scuola – per sensibilizzare e per tenere desta l’attenzione dell’opinione pubblica perché, come prevedevamo, dall’applicazione di questa legge stanno nascendo serie criticità: la predisposizione dell’organico funzionale, i supplenti precari, difficoltà di previsione delle risorse triennali. In pratica, la nuova scuola di Renzi non è assolutamente nuova e noi non notiamo alcun miglioramento”.

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