ROMA – Mentre la Grecia corre ai ripari contro il rischio di default e uscita dall’euro, la Standard and Poor’s nella notte, a sorpresa, ha diminuito di un punto il voto al debito italiano.
L’Italia è declassata da A+ ad A e l’attenzione passa immediatamente dalla Grecia al nostro Paese, la terza economia europea. Tutto ciò nonostante le manovre finanziarie che dovevano mettere a posto i conti con le misure di austerità imposte dal Governo Berlusconi e che avrebbero dovuto consentirci di guadagnare tempo. Ed è il Wall Street Journal ad osservare quanto ciò possa aumentare le tensioni nella zona euro, rimarcando così le parole di Angela Merkel: «Superare la crisi dell’euro è una missione su scala storica. Se l’euro crolla – ha detto – anche l’Ue crollerà. Bisogna proseguire con i salvataggi e la creazione di una rete di sicurezza per i Paesi più deboli». La cancelliera proprio ieri aveva ammonito la sua coalizione a «soppesare bene le parole, perché la posizione del governo è che la Grecia, sotto chiare condizioni, va aiutata». Posizione condivisa a pieno a Parigi, dove il ministro dell’Economia, Francois Baroin aveva scandito che il default di Atene «non è un’ipotesi di lavoro» . Ora però c’è l’Italia e le motivazioni della Standard and Poor sono lapidarie. La prima: la decisione riflette «prospettive per una crescita economica che si va indebolendo»; la seconda motivazione, legata alla prima è che la «coalizione di governo è fragile» dice Standard & Poor’s e non si ritiene che sarà in grado di prendere quelle misure necessarie per affrontare problemi che si faranno più profondi. La terza riguarda la dimensione del nostro debito che resta troppo elevata.
E pensare che il Governo era in attesa che Moody’s rivedesse il proprio giudizio considerato che aveva annunciato una possibile revisione al ribasso del suo voto all’Italia fra un mese. Ora anche Moody’s dovrà presto intervenire. Il problema politico, che rimanda alle continue richieste di dimissioni di questo Governo da parte dell’opposizione e con inevitabili ripercussioni su una coalizione che appare inadeguata agli occhi dei mercati internazionali. «Da oggi ci troviamo su un livello diverso, Standard and Poor’s alza la posta in gioco perché le reazioni a una situazione politica difficile da parte di noi operatori vengono improvvisamente certificate in modo ufficiale- scrive il Sole 24 Ore – riportando anche le preoccupazioni di Barack Obama e Angela Merkel che ieri hanno avuto una conversazione telefonica per discutere delle prospettive della crisi.
La tenuta della crescita europea ha ripercussioni sul mercato e sull’economia americana ed i due leader hanno detto di voler considerare «azioni da prendere nei prossimi mesi…».
Ma le conseguenze sono attese per oggi sul dibattito politico europeo ed internazionale e soprattutto in Italia. Il crollo del Governo Berlusconi è ormai sancito a livello mondiale. Manca solo un ultimo foglio: le dimissioni!