ROMA – «Per un’eredità ci vuole il de cuius» Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha risposto così a una nuova domanda sulla sua successione a Berlusconi. «Il de cuius – ha sottolineato – non c’è. E non c’è motivo per attrezzarsi per l’eredità».
Il segretario ha anche aggiunto che «il governo non deve almanaccare sul 2013» quanto piuttosto occuparsi dello sviluppo. Ma “il cuius”, non solo non c’è ma dopo aver incassato la sua ennesima fiducia dietro pagamento a colpi di “vice ministrati” e “sottosegretariati” ecco che va giù duro ed attacca :«L’opposizione ha tentato un golpe burocratico. L’Aventino fu una tragedia, questa volta è stata una farsa – e ribadisce la volontà di andare avanti fino al 2013. Ai microfoni di Studio Aperto rivendica la tenuta della coalizione, smentisce il taglio dei buoni pasto per gli statali e precisa che non sono state fatte quattro nuove nomine ieri in Cdm, bensì una sola, il sottosegretario Giuseppe Galati all’Istruzione, mettendo a tacere voci su una “campagna-acquisti” per garantirsi la sopravvivenza in Parlamento. «Sono stato un buon profeta -continua il Cavaliere- noi abbiamo vinto e loro hanno perso. Questa opposizione è allo sbando e a loro servirà molto tempo per rendersi interlocutori credibili».
Poi torna a puntare il dito sulle toghe: «Purtroppo ogni giorno c’è chi tenta mettere in discussione con offensive mediatiche e giudiziarie il governo, che è stato scelto dagli italiani». Gli fa eco Angelino Alfano: «Il voto di ieri dà prova dell’esistenza di una maggioranza forte». Il segretario del partito assicura che «il Cavaliere non vuole andare al voto in primavera».Il Pd non ci sta e per bocca di Enrico Letta sottolinea: «La dichiarazione sul tentato golpe dimostra l’allergia alle istituzioni del premier». Torna alla carica anche Pier Ferdinando Casini: «Berlusconi non ha alternative che andare ad elezioni». Il presidente della Camera Gianfranco Fini, in una intervista a La Stampa avverte: «Si terranno elezioni a marzo, Bossi staccherà la spina». Anche dall’Avvenire arrivano frecciate al presidente del Consiglio. «Tutto a posto, niente in ordine, perché, rabberciato lo strappo nella maggioranza, il lavoro vero resta ovviamente ancora da fare- scrive il direttore del giornale dei vescovi italiani, Marco Tarquinio. Il presidente del Senato, Renato Schifani -auspica, così come se lo augura il capo dello Stato, che la coesione politica del governo consenta di adottare al più presto provvedimenti per lo sviluppo e la crescita del paese». E sulle intercettazioni dice no all’arresto per i giornalisti. Ad accendere il dibattito politico, dunque, è l’intervento di Berlusconi in tv. Le opposizioni, avverte, «hanno sbagliato tutti i calcoli, hanno messo in atto tutti i trucchi del più bieco parlamentarismo e hanno offerto un’immagine del loro modo di intendere la politica davvero grottesca. E bisogna anche dire che questo modo di intendere la politica è tutto fuorché fare gli interessi degli italiani. Hanno tentato di far cadere il governo con un cavillo di tipo burocratico». Nonostante ciò, «sono sereno, determinato, abbiamo una maggioranza solida, abbiamo i numeri per governare» e per «concludere il programma di cambiamento e ammodernare l’Italia con riforme importanti che sono già in Parlamento». E ancora: «Noi abbiamo vinto e loro hanno perso. Ma hanno perso proprio male e si sono esposti a una gran brutta figura davanti agli italiani».Il premier cita per nome tutti i leader di minoranza, Casini, Fini, Bersani e Di Pietro e li definisce «allo sbando». Quindi, critica la decisione di non partecipare ai lavori dell’Aula cercando di far mancare il numero legale: «l’Aventino nel ’29 fu una tragedia, questa volta è stata una farsa», dice con un lapsus sulla data (l’Aventino fu nel ’24). Il presidente del Consiglio annuncia che a tutte le famiglie sarà inviato un opuscolo su tutte le cose fatte dall’esecutivo per smentire le accuse della sinistra. Sul fronte del governo resta irrisolto il nodo del decreto sviluppo. Berlusconi assicura: «Me ne sto occupando di persona a tempo pieno e credo che saremo pronti per la fine della settimana prossima». Poi ammette le difficoltà del momento: «Spero che contenga misure per stimolare l’economia e i consumi».
Dentro la maggioranza, dunque, le fibrillazioni restano: «È chiaro che noi parlamentari del Sud, avremmo difficoltà a votare un decreto a costo zero e che, soprattutto, non rechi misure chiare di crescita per il Mezzogiorno», tuona la deputata pidiellina Nunzia De Girolamo. Sull’atteggiamento delle opposizioni torna, per criticarlo, il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto: «Il Pd ha dato vita ad una indecente sceneggiata gravissima proprio sul piano istituzionale, perchè essa si è fondata su una serie di manovre antiparlamentari a partire da quella di non partecipare ai lavori della Camera». Il Pd replica a muso duro. «Berlusconi -dice Letta, durante un convegno a Stresa- si chiude nel suo bunker. La buona notizia di ieri è che le opposizioni sono unite ed è una buona notizia anche per gli italiani che hanno bisogno di un prossimo governo costituente». Va all’attacco anche il Terzo Polo. Per il Fli si fa sentire Fini: « Berlusconi proverà a vivacchiare più o meno fino a Natale, farà di tutto per ottenere l’approvazione di nuove leggi ad personam, indispensabili per trasformare quelli che lo riguardano in processi ‘pret a porter’ », e poi «andrà alle elezioni». Per il presidente della Camera «presto, molto prima di quanto ci si possa aspettare, sarà Bossi a staccare la spina» e «andremo alle urne nel 2012». L’Udc con Casini consiglia cautela al premier che esulta per la fiducia: «Chi festeggia dall’alto di 316 voti è sulla luna. Gli italiani non festeggiano, perchè l’Italia sta andando a fondo. Non riuscendo a governare ed essendo costretto a far sempre nuovi ministri e sottosegretari non potrà fare sottosegretari tutti gli italiani, no?. Quella di ieri è una vittoria di Pirro. I numeri servono se c’è la politica, sennò a che cosa servono?».
Si fa sentire anche Antonio Di Pietro, leader di Idv sul suo blog «Non c’è più nessun limite alla sconcezza di questo governo e alla spudoratezza dei mercenari che hanno trasformato il Parlamento nel loro accampamento. Ormai nemmeno provano più a salvare le apparenze. Uno passa di fronte alla presidenza della Camera, dice sì alla fiducia e il pomeriggio stesso torna a riscuotere. Così diventa viceministro, o sottosegretario e chi se ne frega se così facendo l’onore e l’autorevolezza delle istituzioni repubblicane finiscono nel truogolo». Continuano, intanto, a far discutere i mal di pancia interni del Pdl. Nel partito, infatti, dopo le assenze di peso degli scajoliani Giustina Destro e Fabio Gava al voto di fiducia, si temono nuove “fughe” verso il Terzo Polo e l’area che fa capo a Luca Cordero di Montezemolo. Italia Futura, l’associazione che fa capo al presidente della Ferrari, smentisce «fantasiosi retroscena che attribuiscono a questa Associazione e al suo presidente, manovre per convincere deputati della maggioranza a votare contro il governo». E ancora: «Trasformismi, alchimie partitiche e “campagne acquisti” non appartengono alla nostra cultura». Non passa inosservato l’altolà di Alfano che sembra rivolgersi proprio ai frondisti del Pdl (Scajola in testa), che chiedono al Cavaliere una maggioranza più ampia: «Non esistono le condizioni per un allargamento politico della maggioranza», perché «il voto di fiducia di ieri irrobustisce il governo». Soffermandosi poi sui rapporti con la Lega ammette dei problemi, ma assicura: «È meglio avere un’alleanza sia pur con qualche tensione che non avere alleanze». L’ex Guardasigilli definisce «molto grave» il comportamento di Destro e Gava che non hanno partecipato a voto fiducia.
Molto grave è ciò che accade in Italia. Molto grave è la privazione dell’espressione democratica di un popolo che non si sente rappresentato da una maggioranza che di fatto non esiste. Molto grave è che ancora dobbiamo consumare pagine sbiadite invece di cambiare completamente registro.