Contro le misure di Rajoy, sciopero generale. Il liberismo dei Governi e delle istituzioni finanziarie aggrava la recessione. Bersani: «L’austerity da sola non è la soluzione»
ROMA – Le migliaia di cittadini che abitano alla periferia o in prossimità dei grandi centri urbani stanno sperimentando in questi giorni una nuova esperienza: il traffico privato è diminuito di un buon venti per cento, le strade non sono intasate e non si formano grandi file ai semafori. In compenso, sono strapieni i treni dei pendolari, gli autobus e i pulman dei percorsi extra-urbani. Parlando con i benzinai sarà facile raccogliere dati che confermano l’impressione visiva: le persone stanno usando molto di meno l’auto per recarsi al lavoro e quindi acquistano meno carburante, crescono gli abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblico.
SEGNALI SCONFORTANTI. Sicuramente un buon segno per l’ambiente, per la respirabilità dell’aria ma non per l’economia. La crisi sta tagliando uno dei consumi principali degli italiani, quello dei carburanti. Meno benzina significa anche una minore mobilità e meno acquisti, meno domanda di beni e di servizi, meno turismo, meno spostamenti durante i week-end. Alberghi e ristoranti, catena portante della nostra produzione nel terziario, sono in crisi oramai da almeno tre anni e nessuno spiraglio sembra aprirsi.
PASSERA: «SARÀ CRISI TUTTO L’ANNO». Anzi, esattamente il contrario. Il ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera non usa mezzi termini: «Siamo nel pieno di una seconda recessione e questo trend, se dobbiamo prendere per buone le previsioni, durerà tutto l’anno» ha affermato nel corso di un’audizione alla Commissione Bilancio della Camera dei deputati. Già, la recessione morde il freno ma i governi della destra, in tutta Europa, possono solamente aggravare la crisi, con le loro ricette ultraliberiste, che puntano esclusivamente al pareggio di bilancio e alla tutela degli investitori e degli speculatori.
OGGI
BERSANI: «AUSTERITÀ DA SOLA È CIECA». E così il segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani si dice convinto che i programmi di austerità, da soli, non possono risolvere una situazione che oramai rischia di consolidarsi. Incontrando a Lisbona il leader dei socialisti portoghesi Antonio Josè Seguro, Bersani ha concordato una linea comune di azione: «Serve una nuova politica europea – ha affermato – il fiscal compact non basta, l’austerità da sola è cieca. Servono strumenti per la crescita: risorse per creare occupazione passando le transazioni finanziarie e con eurobond che possano mettere in mutualità una parte del debito sovrano».