Lavoro. L’accordo non è vicino, anzi si allontana

ROMA – Dal momento in cui i sindacati hanno detto che il confronto con il governo sul mercato del lavoro entrava in una fase utile dopo le sparate del ministro Fornero, la ormai famosa “ paccata di miliardi”, è stato un crescendo dei media  fino a dare  per fatto l’accordo. Una pagina non bella per i nostri  giornali, sia quelli “montiani” che quelli “berlusconiani, i primi con l’obiettivo di parlar bene, comunque,  del goverrno, i secondi di parlar male.”I

n prima battuta  comparivano titoli cauti. L’accordo s avvicina, il “modello tedesco come punti di mediazione sull’articolo 18. Poi cominciano a trapelare notizie sull’aperitivo con  cena seguente, offerto da Monti ad Alfano, Bersani e Casini.

Il presidente del  Consiglio blinda la cena ma le  indiscrezioni cominciano a filtrare dagli stessi ambienti di Palazzo Chigi che avevano  annunciato il top secret, assimilandoli ad una riunione di carbonari – ci scusino per il paragone irriverente. Goccia a goccia, come una tortura cinese le prime notizie dell’incontro durato circa sei ore.

La cena va benino, certo ci sono difficoltà, la Rai pare insormontabile, Bersani non ci sta al  fatto che, al massimo, si  rinnovi il consiglio di amministrazione sulla base  però della legge  Gasparri. Monti  dice che di riforma si riparlerà ora non c’è tempo.
Niente da fare, il segretario del Pd insiste: noi non partecipiamo alla spartizione dei consiglieri di amministrazione. Filtrano altre notizie. Messo da parte questo scoglio, la navigazione procede bene. Nel frattempo i sindacati cercano di capire cosa bolle in pentola. La Cgil con riunioni dei segretari delle categorie e delle strutture esamina le diverse ipotesi che stanno circolando sui giornali in me al “modello tedesco” ma anche agli ammortizzatori sociali. La  minoranza della Confederazione  respinge  le ipotesi   che  sarebbero alla base dell’accordo.  La Fiom convoca per lunedì  il Comitato centrale, la Confederazione  riunirà  il suo organismo decisionale”. Sergio  Cofferati,  segretario  generale della Confederazione che portò in piazza tre milioni di persone a difesa  dello Statuto dei lavoratori,  lancia un grido di allarme, personalizza “  l’Articolo: “ Così lo uccidete“. Ormai  però c’è un crescendo di notizia, sembra una sinfonia wagneriana.

Nessun accordo nella notte. Altro che accordo tedesco

Ed ecco nella tarda notte  che i quotidiani nelle ultime edizioni danno per fatto l’accordo. Si racconta che i sindacati  sono schierati col governo, la Cgil dice che l’articolo 18 può cambiare. Piena sintonia fra Monti, Pdl, Pd, Udc: riforma del lavoro e giustizia è cosa fatta. Di  più: il premier  chiede e otterrebbe  che  fino al giorno in cui  ha convocato le parti sociali, martedì prossimo, le forze politiche  si facciano da parte. Non solo, Repubblica che fa il tifo per l’accordo comunque, non perde occasione di dir male della Cgil ora arzigogola sui rapporti Camusso-Bersani.

 

Bersani rischia di rimanere con  il cerino in mano

La firma del segretario generale della Confederazione di Corso d’Italia sarebbe  una ciambella di salvataggio per il leader del Pd. Così si va a dormire, con l’accordo ormai fatto anche se Camusso  prima di spegnere le luci  aveva parlato di un confronto  con  il governo simile alle “montagne russe”. Passavano poche ore   e il segretario generale della Cgil  puntualizzava:.”Vedremo quali proposte saranno fatte: quelle sentite finora dal governo non ci convincono, e non vanno bene”. “Gli accordi sono possibili  quando c’è un merito che viene condiviso: se dovessi dirlo oggi, credo che ci sia ancora della strada da fare”. Per noi l’articolo 18 – ha proseguito – è una tutela generale, ha una funzione di deterrenza rispetto all’arbitrio sui licenziamenti”.

Poi, con pazienza ha spiegato che manutenzione dell’articolo 18 può voler dire tante cose. Se uno ha davanti una macchina, manutenzione può anche voler dire cambiare il motore. Oppure metterci l’olio”.  C’’è una cosa di cui non si parla ma in queste ore – ha sottolineato-forse è bene ricominciare a parlarne: la maggioranza dei licenziamenti disciplinari che le aziende tentano di fare derivano da processi di mobbing”. Ma gli annunciati accordi fra Monti, Alfano, Bersani proprio sull’articolo 18″? Continuo a pensare che la trattativa vada fatta con le parti sociali, non ho notizie, se non quelle giornalistiche, su cosa si siano detti ,vedremo cosa ci dirà il governo al tavolo martedì”. “Se ho capito bene dai giornali  del lungo vertice notturno ha rimandato la fase della crescita. Ma se è così, non so se saranno più tranquilli i mercati europei, ma credo che gli italiani siano ogni giorno meno tranquilli”. “Non si può rinviare il tema della crescita – ha proseguito – forse ci sono altri temi che si possono rinviare. Bisogna creare posti di lavoro, altrimenti anche una buona riforma che potremmo saggiamente fare e non abbiamo ancora fatto, di per se non darà una risposta. L’aspirazione delle persone è di avere un lavoro, non stare in cassa integrazione”.  

Bersani rischia di rimanere con  il cerino in mano, allora precisa nel merito dell’inconjtro con oil premier “Si è fatta una discussione buona sul lavoro. Ma non è un accordo, l’accordo tocca alle parti sociali. Diciamo che è venuta fuori con nettezza l’indicazione al governo di lavorare per un accordo”, ha precisato il segretario del Pd.

Ma non è finita qui: Arriva anche   Marcegaglia che chiede un ripensamento del governo sulla proposta sulla flessibilità in entrata. “La nuova proposta – ha detto la presidente di Confindustria – prevede un aumento di costi e di burocrazia, con il rischio che invece di aumentare l’occupazione ci sia una riduzione”.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe