Decreto salute. Il governo c’è o ci fa? Di sicuro ci prende per i fondelli

ROMA – “Il marchese si è svegliato! Pardon il governo…” E che sveglia. Alcuni articoli del decreto legge sulla salute proposto dal ministro Renato Balduzzi hanno veramente dell’incredibile.

Lo hanno scoperto perfino i suoi colleghi ministri che oggi riunitisi in consiglio hanno avanzato parecchie perplessità, mettendo a rischio l’audace proposta, che potrebbe addirittura essere respinta al mittente.  Balduzzi, dal canto suo, dice di voler cambiare le abitudini alimentari degli italiani, specie dei giovani e tassa le bibite gassate, poi si accorge che anche i minorenni comprano illegalmente le sigarette e le fumano pure, dimenticando che la legge c’è già e, infine, realizza che c’è poca trasparenza sulle nomine dei direttori delle aziende sanitarie. Guarda un po’, avrà mai captato che l’Italia è al 69mo posto per corruzione?

 

E non è finita.  Balduzzi ha addirittura la brillante idea di spostare di qualche centinaio di metri le macchinette mangiasoldi, – almeno 500 da scuole e ospedali – sulle quali i monopoli di Stato, oltre ad averle rese legali, guadagnano cifre da capogiro.
Non penserà mica di eliminare così il problema della dipendenza da videopoker? E poi la malattia del gioco è diventata una piaga sociale anche per i non più giovani  che in un giorno solo, se presi dalla foga di una probabile vincita che non arriverà mai, sono capaci di dilapidarsi l’intera misera pensione.
Allora dovremmo spostare le infernali macchinette che si trovano a pochi metri dagli ospizi, dai centri anziani, dai supermercati, dai teatri, dai cinema e perchè no, anche dai bar che alla fine sono frequentati da tutte le classi a rischio. Insomma non sarebbe meglio eliminarli del tutto invece che dare la parvenza di un buon senso, travestito dalla solita contraddizione italiana?

Se questo governo ha così a cuore la vita dei suoi giovani cittadini perchè non punta su una scuola pubblica che funzioni, magari faccia inserire nuovamente quella materia che un tempo si chiamava educazione civica per dare uno spunto di riflessione ad una convivenza migliore dettata dal buon senso. Investa nella cultura che abbiamo abbandonato in questo Paese, lasciandola marcire sotto le intemperie, e sugli spazi di aggregazione che non esistono, come luoghi creativi di incontro e confronto per i giovani. Punti sullo sport, altra capitolo su cui lo Stato non investe il becco di un quattrino,  perchè se un giovane pratica un’attività fondamentale e sana per la sua crescita viene da sè che difficilmente toccherà una sigaretta.
Rilanci l’agricoltura, che ancora rappresenta la prevalente vocazione per il Paese, e infonda ai giovani con politiche mirate la passione per la terra e la cultura che ne consegue.

Invece, succede che sotto la scure della crisi con tutti i problemi annessi e connessi un esponente del governo si svegli la mattina e presenti al Cdm un provvedimento dal quale emerge una superficialità disarmante, senza vi siano le condizioni  di urgenza e necessità per cui nasce un decreto legge.

Tra l’altro  i trasgressori –  riporta sempre la bozza del provvedimento – saranno puniti con pene severe e ai recidivi pure peggio.
Insomma, fate attenzione a non cadere nell’inganno dell’uomo che ha la soluzione in tasca per ogni cosa. Ne abbiamo già conosciuto uno e i risultati sono diventati un fardello così pesante che ancora adesso trasciniamo a fatica.

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