Esm, medicina in un calice amaro

ROMA – Finalmente la Corte Costituzionale ha deciso che l’Esm, meccanismo che dovrebbe proteggere i titoli emessi dagli Stati dagli eccessi della speculazione, non è contrario alla Costituzione tedesca.

Il  meccanismo individuato può partire. L’Europa politica ha finalmente messo in piedi qualcosa di concreto, completando così il quadro delle iniziative già decise dalla Bce a difesa dell’Euro.
Ora si tratta di capire cosa sia esattamente questo meccanismo di salvaguardia e quali conseguenze possa avere.
Monti era tornato dal vertice europeo del 28/29 giugno dipingendo questo meccanismo come una vittoria. In realtà nelle settimane successive è apparso sempre più chiaro che il meccanismo  dell’intervento contro la speculazione finanziaria, con l’obiettivo di tenere bassi i tassi di interesse che gli Stati pagano sul debito pubblico, non ha nulla di automatico, ma deve essere richiesto esplicitamente dallo Stato che ritiene che la sua situazione sia diventata ormai insostenibile. Per questo Monti ha corretto il tiro dicendo che il meccanismo è necessario ma il Governo italiano è orientato a non chiederne l’intervento. Del resto sarebbe una stranezza chiedere, ottenere e dichiarare di non volere usare quanto ottenuto, se non fosse ormai chiaro cosa vuol dire chiedere l’intervento di questo meccanismo.

Rischio commissariamento per chi chiede aiuto

Perfino la differenza individuata tra la troika che sta intervendendo pesantemente in Grecia e il memorandum previsto dal nuovo meccanismo Esm ha perso molta della sua sostanza. Chi chiede l’intervento deve poi accettare le condizioni indicate in un memorandum, da firmare e da rispettare da parte del richiedente. Memorandum che secondo il commissario europeo Rehn dovrebbe prevedere scadenze tassative, natura dei provvedimenti da adottare, tappe ineludibili per la loro attuazione, impegni politici tali da superare i risultati elettorali, perfino nuove condizioni aggiuntive.
In sostanza il commissariamento dello Stato in difficoltà.
Per questo Monti deve essersi reso conto che chiedere l’intervento dell’Esm dopo le misure già adottate dal suo Governo che, per sua ammissione, hanno aggravato la recessione sarebbe un grosso problema sia per il nostro paese che per il suo Governo.
Di qui l’allontanamento dell’amaro calice, prima dipinto come un grande risultato della pressione italiana. La speranza evidente è che l’Esm abbia effetti senza entrare in funzione spingendo comunque gli spread verso il basso per effetto della sua sola esistenza. In un vecchio film c’era un cavaliere, Mariano da Trani, la cui fortuna stava nella sua fama, appena pronunciava il suo nome tutti si dileguavano, poi un giorno un avversario non fuggì e la leggenda del cavaliere finì. Speriamo che la speculazione non abbia visto il film.

Si torna ai memorandum e agli impegni conseguenti
La Bce ha chiarito che interverrà solo dopo la richiesta formale dello Stato bisognoso di aiuto e la firma del memorandum di impegni. La Bce ha chiarito che opererà in tandem con il fondo salva stati. Di nuovo si torna al memorandum e agli impegni conseguenti.

Il Governo ha detto che per ora l’Italia non chiede l’intervento. Per ora. Tuttavia Monti sta dicendo che occorre adottare altri provvedimenti prima che qualcun altro ce li chieda. Forse è la preparazione del clima necessario nel paese per chiedere l’intervento ?
Per comodità tralasciamo (cosa in realtà non possibile) le condizioni (ulteriori tagli e aumento delle imposte) che potrebbero costituire la sostanza del memorandum. La questione ancora più seria è che questo fondo rischia di essere uno strumento con effetti molto diversi da quelli descritti.
La Corte tedesca ha affermato che il Governo deve prendere impegni entro i limiti decisi dal parlamento tedesco, 190 miliardi di euro per il fondo Esm. Giusto. Come poteva decidere diversamente ? Se il Governo tedesco vuole aumentare l’impegno dovrà tornare in parlamento. Solo in Italia nessuno chiede alla Corte, sia Costituzionale che dei conti, di giudicare se l’impegno italiano nell’Esm, che sarà di 120 miliardi di euro, pari al 17 %, è compatibile con la situazione finanziaria ed economica dell’Italia ed è coerente con le decisioni del parlamento?
In Germania la verifica è stata fatta prima dell’approvazione del trattato, l’Italia prima ha firmato.

Potenziale aumento del debito pubblico

La conseguenza economico finanziaria è che se l’Italia dovesse chiedere l’aiuto non solo dovrebbe sottostare alle ulteriori condizioni, ma dovrebbe anche spendere per ogni euro tedesco di intervento 62 centesimi per contenere la speculazione sul suo spread. Un autentico dissanguamento per l’Italia, come per gli altri Stati che sono in difficoltà. In altre parole un potenziale aumento del debito pubblico italiano che è già stratosferico. Il vero problema del fondo salva stati e degli interventi della Bce è che la solidarietà dei più ricchi e di quelli che lucrano su tassi bassissimi viene data solo a condizione che ci sia l’impegno anche degli interessati. Altro discorso se a livello europeo si fosse deciso un livello massimo dei tassi di interesse sui debiti sovrani, un intervento automatico della Bce e del fondo per mantenere quel livello e quindi la possibilità di garantire una politica monetaria europea, come ha ricordato il Governatore Visco. Naturalmente questo diverso meccanismo avrebbe dovuto essere finanziato dai paesi che beneficiano della crisi degli spread, che per alcuni stati sono una iattura ma per altri un vero bengodi.

Il tentativo di condizionare l’esito del voto italiano

Speriamo di non dovere mai chiedere questo aiuto, che infatti non a caso viene invocato, spingendo addirittura il Governo a chiederlo anche se non ce ne fosse bisogno, al solo scopo di condizionare il futuro esito elettorale e il comportamento di qualunque Governo possa uscire dalle prossime elezioni.
Il ruolo che può svolgere il memorandum infatti riguarda sia la cessione di sovranità dell’Italia a livello europeo, senza parallelismi con altri che non siano i paesi in crisi finanziaria, sia l’ingessatura della dialettica politica e sociale all’interno, predeterminando le scelte del post elezioni.
Le classi dominanti ringraziano.
Infine una curiosità. Possibile che sfugga che mentre si discute molto di Europa federale, di cessione di sovranità degli stati, la Germania ha nella sua Corte Costituzionale un centro di valutazione che influenzerà l’intera costruzione europea ? Meglio sarebbe affidare alla Corte tedesca un ruolo per tutti i paesi dell’Europa, almeno sarebbe tutto più chiaro.

 
 

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