ROMA – Lui, Filippo, non c’è nella grande sala della Provincia di Roma dedicata a Don Luigi Di Liegro. E’ morto improvvisamente il 28 luglio. Ma la sala è tutta sua, parla del suo lavoro, dai “ Quaderni di critica”,nel 1970 alla “ Poesia in riva al Tevere, con una edizione , la quarta se non andiamo errati nell’aprile dell’anno passato. Una delle tante iniziative che hanno scosso la vita culturale di Roma. Solo Filippo Bettini, poteva pensare di portare la poesia, derelitta in una letteratura sempre più cronaca, avvenimenti legati all’oggi, ritratti, anche ben fatti, ma privi di anima, di senso del presente e del futuro. Sulla sponda del Tevere, alla Calata degli Anguillari, di fronte all’Isola Tiberina, uno dei luoghi più suggestivi toccati dal fiume in mostra 11 grandi pannelli poetici, in lingua originale e in tradizione dedicati ad autori italiani e stranieri che, nel corso degli anni,si sono ispirati al “ fiume eterno” Testi del greco classico Strabone, del latino (Africano) S. Agostino, del latino (britannico) G. de Monumenta, degli italiani G. G. Belli e G. Carducci, dello statunitense E. Pound, della brasiliana Meireles, della tedesca R. Ausländer. Allogorein l’associazione culturale fondata da Bettini che cura l’appuntamento sul Tevere.
Un nuovo modo democratico di far vivere la poesia
Scrive Filippo illustrando il significato dell’iniziativa: “Un nuovo modo, democratico e consapevole, di vivere e far vivere pubblicamente la poesia e l’ambiente (e reciprocamente l’una in funzione dell’altra), di restituire alla città un fiume che è la storia stessa di Roma ma che da più di un secolo è (strutturalmente e socialmente) diviso dalla sua città e di renderne compatibili il necessario recupero (e, insieme ad esso, dell’intero ambiente di Roma e del Lazio) con lo sviluppo industriale della città, delle sue strutture abitative e dei suoi luoghi sociali, invito personalmente tutti i destinatari di questo messaggio, e tutti coloro che saranno da essi raggiunti, ad essere presenti” . Era entusiasta di questa iniziativa. Amava Roma, ne amava anche la decadenza perché poteva e doveva essere lo stimolo per farla rinascere. La cultura era per lui un mezzo, un grimaldello, per rivisitare, letteratura, storia, poesia. Cultura diffusa, che andava direttamente al popolo. Premi letterari, come ol “Feronia- Città di Fiano”, pubblicazioni, perfino crociere, viaggi in Egitto alla ricerca di qualcosa che forse non ha mai trovato definitivamente. Un intellettuale impegnato, una cultura diffusa, non per pochi ma per tanti. La poesia sul Tevere, appunto, là dove tutti possono radunarsi, guardare, vedere, toccare i poeti, ombre che si fanno realtà.
Una lunga,, intesa mattinata parlando di cultura
Nella sala di Palazzo Valentini , nel ricordo di Filippo, è stata vissuta una lunga mattina, emozionante, parlando di cultura, solo di cultura, di militanza intellettuale, di come un intellettuale dona ad una comunità, ad una straordinaria città come Roma il suo impegno. “ Nelle frenesia che sta vivendo questa città- dice Nicola Zingaretti, presidente della Provincia, candidato alla presidenza della regione disastrata dalla gestione Polverini, messa all’indice da figuri come Fiorito, detto er Batman- e molto<importante che ci fermiamo, anche se per un attimo a riflettere su ciò che Filippo ci ha lasciato, per l’oggi e per il futuro. Un futuro di cui non si parla , quasi volessimo allontanarlo da noi ,dalle nostre responsabilità , che animava ogni iniziativa che metteva in campo”. Goffredo , il fratello, dirigente di primo piano del Pci, poi dei passaggi dal Pds, fino al Pd, stretto collaboratore di Veltroni, poi due storie diverse, ma con in comune la passione, l’impegno totale generoso, totale, nei campi in cui operavano., ha voluto dedicargli questa giornata.
Chi è un intellettuale? Un lavoratore
Come definire Filippo? Lo hanno “ raccontato” quasi parlando con lui, amici, compagni, suoi collaboratori, anche suoi professori d’università. Marcello Carlino, Lodovico Gatto, Francesco Muzzioli, Giorgio Patrizi, Roberto Piperno, Paola Pitagora, Fausto Razzi, Jaceuqlkin Risset, Blerina Suta, Aldo Tortorella, Vincenzo Vita, hanno scritto il loro nome nel ricordo di Filippo. Clorsi Brosca, Giovannella De Luca, Maria letizia Gorga, con la lettura di scritti di Filippo, ne hanno tratteggiato aspetti anche poco noti dell a sua attività. Era impegnato nella ricerca, nell’insegnamento all’Università la Sapienza , i suoi interessi culturali spaziano dalla critica letteraria,alla teoria della letteratura, dalla letteratura contemporanea alla letteratura comparata. Autore di numerose pubblicazioni su: Illuminismo, Leopardi, Scapigliatura, Futurismo, Campana, Gadda, Cacciatore, Gruppo ’63, Sanguineti, Pagliarani, Carmelo Bene, Perriera, e nuove Avanguardie degli anni Ottanta. Traduttore di poesie, di saggi, Ideatore di premi letterari. Infaticabile. Ti trasmetteva l’entusiasmo delle cose, del nuovo. Con lui ci siamo sono incontrato diverse volte. Discutevamo di informazione, di comunicazione, di democrazia e partecipazione. Le sue osservazioni erano preziose. Una volta gli abbiamo chiesto: “ Chi è un intellettuale?” La risposta: un lavoratore. Lo ricordiamo così