ROMA – Un paese sempre più sull’orlo della crisi di nervi. L’ultimo episodio, la marcia di un duecento parlamentari del Pdl contro il Palazzo di Giustizia di Milano, l’invasione delle aule del Tribunale dove è in corso uno dei processi , imputato Berlusconi, si configura come un’azione eversiva.
Di più, perché l’aver chiesto l’incontro al Presidente della Repubblica cui denunciare un presunto complotto dei magistrati contro il loro capo, il cavalier Berlusconi, si configura come un tentativo volto ad un intervento di Napolitano per colpire l’autonomia della Magistratura. Ovviamente nell’incontro avuto con Angelino Alfano ,segretario pro tempore di Berlusconi, Fabrizio Cicchitto,capogruppo uscente alla Camera e Maurizio Gasparri, capogruppo uscente al Senato , Napolitano ha risposto picche ed ha espresso “ rammarico” per la manifestazione inscenata a Palazzo di giustizia, una oscena gazzarra, diciamo noi, da parte di chi ha perduto del tutto il senso dello stato, se mai lo avesse avuto. Un episodio che segnala lo stato di degrado in cui è immerso il nostro Paese.
Al confronto leale fra forze politiche si sostituisce lo scontro
Al confronto fra le forze politiche per affrontare i problemi di una crisi che colpisce milioni di famiglie, di una recessione che dura da ormai molti anni, tanti ormai da diventare insopportabile, si sostituisce la violenza verbale, l’ingiuria, la volgarità nel linguaggio. L’irrompere di Grillo sulla scena mediatica ha aggravato una situazione che già il berlusconismo imperante per più di venti anni, ora al crepuscolo, aveva reso incandescente. In questi giorni in cui prende forma ufficiale il dopo elezioni sembra impossibile perfino una presa di contatto fra le forze politiche. Sarebbe utile mettere a punto un calendario di problemi per affrontare l’emergenza, ma anche il tentativo di Bersani e del Pd sembra destinato ad infrangersi sugli scogli della demagogia più abietta, brutale. Parlare alla pancia degli italiani invece che al loro cervello, alla loro intelligenza, usando la rabbia, la disperazione anche, per fini di potere è un gioco che porta diritti in un baratro. Facciamo un esempio concreto sapendo che ci si addentra su un terreno minato. Grillo indubbiamente ha fiuto, scruta le emozioni, come fa un uomo di spettacolo che avverte gli umori, guarda oltre il palcoscenico.
Bersani. La politica non devono farla solo i miliardario
Fa del finanziamento pubblico ai partiti il suo cavallo di battaglia. Gli scandali che in questi venti anni hanno infettato la società italiana, le personalità del mondo della politica, e non solo, che sono state coinvolte, l’uso fatto del denaro pubblico, gli stipendi, i vitalizi, le pensioni dei parlamentari, dei consiglieri regionali, hanno,giustamente, suscitato un senso di ribellione, una voglia di pulizia cui deve essere data una risposta. Ma non può diventare questo problema l’ombelico del mondo. Non si risolve la crisi che viviamo in Italia, in Europa, abolendo il finanziamento alle forze politiche. E non si può usare questo problema come una clava per colpire il tuo avversario politico. Raccontiamo la scena. Bersani propone fra gli otto punti anche quello del finanziamento pubblico insieme alla attuazione degli articoli della Costituzione che riguardano la vita dei partiti, articoli mai attuati. E Grillo salta sul carro, invia a Bersani copia di una dichiarazione con la quale il segretario del Pd rinuncia al rimborso, come, dice , ha fatto 5 Stelle. Poi inveisce contro il Pd, Parla di “ sti magna magna da 4 soldi, tutti a casa” Alla proposta del Pd di rivedere il sistema di rimborsi, ma “ la politica non devono farla solo i miliardari”, risponde con l’ingiuria. Così non si va da nessuna parte. In un paese normale Grillo dovrebbe prima mettersi in regola per rifiutare i rimborsi che vengono dati a forze politiche che rispondono a precisi requisiti e M5S non ha questi requisiti ,non è un partito, non ha una sede, non ha uno statuto. Non può ricevere rimborsi. Dovrebbe prima mettersi in regola e poi rifiutare i rimborsi che, allora sì. Gli sarebbero dovuti. Forse se il confronto si sviluppasse come avviene nei paesi normali si arriverebbe ad un risultato anche per questo annoso problema. In tutta Europa ci sono forme di rimborso pubblico, in quantità moderata il cui uso è rigorosamente sotto controllo. L’Italia non è altra cosa. E’ Europa.