La scissione? Non esiste. Fuori dal Pd non c’è speranza

 ROMA – La scissione non esiste Chi la agita lo fa per tentare di  mantenere leadership logorate. Ma la scissione non ci sarà per una ragione politica. Io e Renzi siamo i più lontani nella geografia interna del partito, ma sono convinto che per i prossimi dieci anni saremo nello stesso partito.

Anche con Sel senza aver paura di rimescolarsi. Fuori dal Pd non c’è speranza in Italia. Diamoci una calmata, troviamo il modo di parlare di politica senza risse. La causa dei timori di scissione che qualcuno esprime non può essere certo il rapporto con Sinistra e libertà Questa considerazione può far parte, appunto,del ragionamento sulle leadership logore, Al fondo c’è la paura di perdere posizionamento interno. Per questo dico che al prossimo congresso dobbiamo discutere del partito in cui staremo insieme socialisti e democratici in Europa e riflettere su una visione sull’Italia. Non bisognerebbe avere timore di confrontarsi, partiamo dalla voglia di discutere insieme per cercare di costruire un Pd più forte. Vendola, Barca si sono detti disponibili a partecipare alla riflessione. La cosa più inutile da fare per fermare questo processo di riflessione è agitare la scissione

Con Renzi discutiamo di politica

Con Renzi voglio discutere di politica. Lui dice che apprezza Blair e Obama. Gli vorrei dire che sono un po’ diversi. Comunque, nella corsa per le primarie ha preferito Zingales a Fassina, ma Zingales ha tifato Romney alle presidenziali Usa. Ecco, se mette da parte Zingales e Romney, resta Obama e tutto il Pd ci si ritrova. E’ dentro questo orizzonte che vanno viste le riunioni congiunte chiese da Vendola a Bersani per scegliere il Capo per indicare il Capo dello Stato, proposta con cui concordo..Del resto, se ne era parlato in campagna elettorale ma l’unica volta che l’abbiamo fatto è stato quando abbiamo partorito il nome della Boldrini per la presidenza della Camera, la scelta più efficace dall’inizio della legislatura a dimostrazione di quanto serva parlarsi in una fase delicata.  Per quanto riguarda il governo si mettono in campo troppe ipotesi, istituzionale, di scopo, sempre governassimo   con il Pdl   si tratta . E’ un errore perché una maggioranza così non sarebbe in grado di affrontare i problemi del paese, conterrebbe visioni alternative. La proposta Bersani invece rompe questo meccanismo e sarebbe senza maggioranza precostituita. E’difficile, certo ma  è l’unica alternativa al voto. Stiamo chiedendo un gesto di responsabilità per far nascere questo governo. Mi stupisce che  RosyBindi sponsorizzi un governo con il Pdl, visto che proprio lei sa meglio di ogni altro cosa significa Berlusconi. Quanto alla Lega, non so. Abbiamo proposto gli otto punti, vedremo come si comporteranno. Se non riesce, si torna al voto.  Non nego che ci sia il rischio di ingovernabilità se rimane questa legge. Ma se non nasce un governo non si può cambiare la legge. Però il Pd si presenterebbe alle elezioni come qualcosa di più largo, con un rapporto organico con i moderati e Sel dentro. Immagino una forza insieme con il mondo civico rappresentato da De Magistris e Pisapia. Quanto al centro, penso abbiano capito che l’equidistanza tra sinistra e destra ha portato la lista Monti quasi all’estinzione.

Una personalità condivisa a Presidente della Repubblica: Napolitano

Ora, intanto dobbiamo concentrarci sulla elezione del Presidente della Repubblica sostenendo l’impegno che Bersani sta mettendo in una fase così complessa e delicata della vita del nostro Paese. C’è  l’esigenza di trovare una personalità condivisa, ma più mi sforzo e più mi convinco che ce n’è solo una: Napolitano. So bene che lui ha più volte detto che non è interessato al bis m sarebbe positivo che tutte le forze politiche gli chiedano di gestire ancora per qualche anno questa fase intricata, non per tutto il settennato.

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