Il rapporto tra gli italiani e i musei è virtuoso, nell’interesse di entrambe le parti: crescono i visitatori, crescono i fondi a disposizione, si impreziosiscono i musei. La storia museologica del nostro Paese è fra le più complesse che si possano immaginare: pubblico e privato coinvolti, modello disciplinare e modello tematico alternativamente prevalenti, camera delle meraviglie e rappresentazione razionale della realtà, in vitro e in vivo, approcci teorici e sperimentali.
La realtà di oggi è stata illustrata dal Rapporto 1996-2023 – Libro Bianco dei Musei Italiani, presentato in occasione dell’ottava edizione del Rome Museum Exhibition, evento che ha fatto incontrare gli stakeholder della filiera museologica provenienti dalle istituzioni culturali, politiche e sociali. I dati presentati parlano di una presenza di visitatori in aumento di circa il 6% negli ultimi tre anni, con Uffizi, Colosseo e Pompei ai vertici per numero di presenze.
Il tema centrale dell’evento è stato Better Together, finalizzato a una crescita dell’inclusione, dell’accessibilità e del partenariato pubblico-privato. Un altro tema di grande rilievo ha riguardato le periferie: i musei sono generalmente situati nei centri urbani e gli eventi culturali risultano spesso preclusi a chi, vivendo in periferia, consuma gran parte del tempo libero residuo negli spostamenti casa-lavoro. È necessario contrastare questa sensazione di abbandono con iniziative decentrate, capaci di portare la cultura anche ai confini delle città.
Privare i cittadini meno fortunati di un tempo di contemplazione e riflessione, come quello vissuto nei musei, significa privarli di strumenti di resistenza alla violenza e al caos rumoroso del mondo.



