ROMA – Una farsa quella messa in scena alla Camera e al Senato dai servitori di Berlusconi. Forse ci sbagliamo, perché una farsa è un genere di spettacolo che ha una sua storia e una sua dignità. Nelle aule di Palazzo Madama e Montecitorio abbiamo assistito, basiti, ad una spettacolo osceno ,privo di dignità, una lacerazione profonda della democrazia parlamentare.
Un attacco inaudito alla Cassazione: se deciderà confermando la condanna a Berlusconi, dice il Pdl con Galan ci sarà la crisi di governo.Nelle storia repubblicana mai erano stati bloccati i lavori per esprimere solidarietà a un esponente di partito e , insieme, mettere sotto accusa la Cassazione perché aveva osato fissare al 30 luglio la seduta della Corte per discutere il ricorso presentato dalla difesa del cavaliere contro la sentenza nel processo Mediaset. Di fatto, come ha affermato Santacroce primo presidente della Suprema Corte, una scelta obbligata dal momento in cui uno dei reati addebitati all’ex premier sarebbe stato prescritto. Certo ci sono stati molti episodi di proteste clamorose da parte dei singoli gruppi,non sono mancati “ aventini”. Ma mai si era inteso proclamare lutto nazionale, perché di questo si tratta, in omaggio, un po’ macabro, non certo non ben augurante, se fossimo il cavaliere faremmo gli scongiuri. Oggi sulla porta dei Palazzi simbolo della Repubblica sono stati affissi , simbolicamente due cartelli listati in nero. Perché di questo si tratta, anche se i lavori ufficialmente sono stati sospesi solo per una mezza giornata perché il Pdl aveva la necessità di riunire i gruppi per discutere la vicenda giudiziaria di Berlusconi, decidere iniziative e il suo rapporto con il governo.
Una farsa oscena da parte dei berluscones
E qui siamo alla parte dello spettacolo che abbiamo chiamato farsa., con aggiunta di oscenità. I caporioni Brunetta, Santanché avevano chiesto ben tre giorni di sospensione della attività. Il lutto appunto, un omaggio deferente a Berlusconi vittima di quelli “estremisti “ che sono i giudici togati della Cassazione. Un blocco totale< del Parlamento, una protesta clamorosa, altro che dibattito. Volevano dare alla magistratura una solenne lezione, facendo chiaramente intendere chi ha nelle mani il bastone del comando. Un ricatto pesante nei confronti della Suprema Corte che, con la loro decisione, mandavano a gambe levate il governo del Paese. Prendano nota e quando celebreranno il processo tengano ben a mente la lezione, scrivano una sentenza che liberi Berlusconi dall’incubo di una condanna che lo può condurre fuori dalla vita istituzionale. Se non il carcere vista l’età, i servizi social. E secco era il no del Pd, di Sel, di M5S, della Lega. Il capogruppo del Pd al Senato, Zanda, affermava che i lavori del Parlamento non si interrompono mai. Allora dal fronte berlusconiano si faceva uno sconto: due e non tre giorni di sospensione. Nuovo no. Allora una richiesta<di sospensione per un giorno per riunire i gruppi. La riunione dei capigruppo dava una risposta a maggioranza. Voto favorevole anche del Pd visto che altre volte si era acceduto a richieste simili in occasione di riunioni di gruppi. Anche il pd lo aveva fatto.
Una intollerabile intimidazione nei confronti della Cassazione
Si andava così al voto in aula e passava, favorevoli Pdl e Pd,contrari Sel, M5S, Lega, la sospensione delle attività per una giornata, salvo il question time con le risposte di Letta alle interrogazioni con il rientro in aula anche dei grilli che protestavano davanti a Montecitorio, come avevano fatto al Senato quando si era tolti giacche e cravatte. La motivazione del pd non regge. Pensiamo che sia un grave errore perché, di fatto, anche se per un solo giorno e con la motivazione della riunione dei gruppi, l’attività del Parlamento, agli occhi di tutti, dei cittadini italiani in primo luogo, ma anche di quelli che seguono in tanti Paese di tutto il mondo, è stata bloccata perché così ha voluto Berlusconi, condannato già in due gradi di giudizio per reati molto gravi. Mai era stata esercitata una simile<intimidazione, a parte del ingiurie giornaliere, nei confronti della Magistratura, in particolare della Suprema Corte.