Il Consiglio degli Affari Esteri, presieduto dalla signora Ashton, è inspiegabilmente in ritardo rispetto alla drammatica evoluzione degli eventi egiziani.
L’Europa rischia di pagare la lentocrazia dei governi e il prezzo di una ecatombe umanitaria: assistere impotente ai morti e ai feriti nelle strade dell’Egitto che brucia, e con gli egiziani, disperati e sui barconi al largo del Mediterraneo, per raggiungere altri paesi, a partire dall’Italia. Il Consiglio e’ stato convocato per lunedì, ma qui ci troviamo di fronte a una emergenza che spinge a riunire i ministri degli esteri ad horas, altro che lunedì. Bene ha fatto il Governo italiano a sospendere qualsiasi fornitura di armi. Escluderei una forza di interposizione europea perché potrebbe apparire una ingerenza di stampo neocoloniale e poi varerei un’iniziativa fondata su tre punti. Primo: immediata sospensione del conflitto e dimissioni delle forze militari al potere. Secondo: sanzioni economico-finanziarie all’Egitto condizionando immediatamente tutti gli aiuti Ue attualmente in corso nel campo della ricerca e dell’integrazione. Terzo, far tornare il popolo alle urne. Tutte misure meglio se assunte in accordo con l’Onu e gli Stati Uniti d’America. La disattenzione dell’Europa per il Mediterraneo é un fatto politico e storico accertato. Nessuno si puo’ nascondere. Ma la crisi egiziana e’ l’occasione per riposizionare la politica estera europea finora tutta protesa a garantire l’allargamento a Est. La prima nazione europea a doverne essere convinta e partecipe deve essere l’Italia. L’ondata migratoria delle prossime settimane bussera’ alla porta dell’Italia. Non c’e’ Europa senza politica estera comune. Di qui la mia proposta,che fin dalle prossime elezioni europee del 2014 si proceda all’elezione indiretta del presidente della Commissione europea. Cioé ogni schieramento sarà collegato al candidato presidente della Commissione europea, sottraendo questa facoltà ai governi. Sarebbe un primo passo per costruire anche una politica estera comune.
Gianni Pittella, vice presidente vicario del Parlamento europeo. Candidato alla segreteria del Pd