La solitudine del pregiudicato

ROMA – Il pregiudicato, disperato. mentre nell’aula del Senato si succedevano gli interventi,è stato preso dal panico. Verdini gli aveva comunicato che non  ‘c’era niente da fare. I senatori che aveva interpellato uno per uno, fuori da assemblee fasulle, non davano adito a molte speranze.

I “ traditori” avevano sottoscritto una risoluzione  in cui s impegnavano  a  votare la fiducia a Letta.  Nasceva di fatto una nuova maggioranza, Letta si rafforzava sia sul piano nazionale che su quello inernazionale , c’era il rischio  di una vera e propria fuga dal Pdl-Forza Italia con la nascita di un gruppo autonomo al Senato, i “ Popolari” o qualcosa di simile, con  23 aderenti.. Insomma la rivincita di Alfano rispetto alle umiliazioni che Berlusconi gli aveva fatto subire. Certo il cavaliere non aveva mancato di assegnargli incarichi prestigiosi, vicepresidente del Consiglio, segretario, ministro, tante cose con un solo obiettivo:avere il<pieno controllo sul governo attraverso<il suo emissario. Una specie di maggiordomo a tutto servizio, privo di autonomia. Aveva detto in campagna elettorale e ieri lo ha ripetuto che con Alfano segetario il Pdl, ora Forza Italia, non andrebbe oltre il 12% dei voti 

Berlusconi ha paura di rimanere isolato  con Bondi e Santanchè

Dalla Camera  arrivava la notizia che Cicchitto , uno dei “traditori”, messo sotto accusa da Sallusti il direttore del<giornale della  famiglia Berlusconi, aveva chiesto ed ottenuto l’iscrizione di un gruppo autonomo di cui avrebbero parte 25 deputati. E ‘a questo punto che il pregiudicato prende tutta la  banda dei falchi in contropiede. Capisce che l’unica ancora che gli rimane è non uscire dal gioco, agganciarsi al trenino della maggioranza, restando così, spera in cuor suo, il leader, senatore o meno, del partito alleato.  Tutto come prima insomma, pronti a riprendere i ricatti, la rissa, a minacciare crisi,  a cercare in questo modo di spostare il più avanti possibile ,la sua decadenza da senatore ,tentare di far trascorrere il tempo in modo da candidarsi  in nuove elezioni da tenersi al più presto possibile creando una occasione qualsiasi. Ma il gioco è stato subito scoperto. Certo ha creato qualche problema soprattutto nel Pd  dove qualche malumore si deve registrare. Se  è sbagliato,a<parer nostro ,dire che ormai il pregiudicato ha terminato il suo percorso, che non ne sentiremo più parlare,  altrettanto lo è non registrare la “ svolta” che si registra nello scenario politico del nostro Paese. Berlusconi non solo è un pregiudicato, decadrà da senatore. 

Per la prima volta ha perso controllo del partito

 

E’ uno sconfitto, per la prima volta ha perso il controllo del partito,si chiami Pdl o Forza Italia. E stato sconfitto proprio da colui  che ha umiliato in tutti questi anni.  Il presidente Letta ha colto al volo il significato della retromarcia del pregiudicato. E’ andato alla Camera e gli ha tolto ogni illusione a lui e a chi, come lui, pensava di tornare a dettar legge a suon di ricatti. Il premier ha detto che   la fiducia è un risultato “ che ci sarebbe stato comunque, per essere chiari fino in fondo”. “ Il governo- ha detto- ha bisogno che non ci siano ricatti, risse, anche perché si è dimostrato che il governo non cade.”  Soprattutto ha  tenuto a precisare che c’è una maggioranza politica costruita attorno alla fiducia con una risoluzione che parla< il linguaggio della chiarezza e una numerica con i berluscones che arrivano quasi fuori tempo massimo. “ 

 

Letta distingue  fra maggioranza politica e numerica

 

Lavorerò-dice-con una maggioranza politica coesa “anche se essa potrà essere diversa da quella numerica e parla di un esecutivo “ non qualunque, nel pieno delle sue funzioni, con una chiara maggioranza che lo sostiene, con un programma e degli obiettivi”. Aggiunge che “  da parte mia non c’era altra possibilità di chiedere un chiarimento senza se e senza ma”. Ribadisce anche alla Camera che “ non c’è collegamento tra le vicende giudiziarie e il governo” . Ora Letta è nelle migliori condizioni per operare una svolta, un cambio di passo, per dare concretezza agli obiettivi di politica economica e sociale che ha enunciato nella sua comunicazione.  Il lavoro prima di tutto. 

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