I veleni di Grillo contro il Quirinale

ROMA – Due giorni di stop dei quotidiani, quelli stampati  su carta, non hanno messo alcun freno al chiacchiericcio.  I “retroscenisti “ si sbizzarriscono sul web, nelle tv e nelle radio.

I quotidiani on line, quelli dei grandi gruppi editoriali possono sbizzarrirsi nel lancio di notizie in continuazione.  L’apparire e lo scomparire delle notizie, nel campo della politica in particolar modo,è così rapido  che il cittadino, se cerca di  tenersi aggiornato, entra in una specie di tela di Penelope, filata e sfilata  e fa fatica a capire cosa stia avvenendo. L’anno che finisce sembra sempre più preda ad un  impazzimento collettivo, un accavallarsi di  “retroscena”,l’uno scaccia l’altro, che è difficile pensare a cosa accadrà domani.  Cè un solo dato comune a  segnare la cattiva politica: la volgarità  e la violenza del linguaggio. Prendiamo le ultime esternazioni di Grillo. Ormai , come in preda ad una  ossessione, non passa giorno che non annunci l’impeachment nei confronti del Presidente della Repubblica . Il pregiudicato Berlusconi, chiuso nella villa di Arcore, pende dalle sue labbra, in trepida attesa, assaporando “tremenda vendetta”contro colui che lo avrebbe disarcionata da senatore dopo averlo fatto condannare.

 

Parole volgari e violente contro il Capo dello Stato

 

 Ma ancor più grave dell’annuncio è il modo in cui  si rivolge al Capo dello Stato. Volgare e violento, appunto anche se l’obiettivo non fosse la prima carica della nostra Repubblica, ma una qualsiasi persona di una certa età.  Pronostica che il discorso che Napolitano rivolgerà agli italiani  a fine d’anno sarà l’ultimo. Poi- dice- potrà ritirarsi e riposare,magari sedendo su una panchina insieme ai suoi amici. Mostra con queste parole  la assoluta mancanza di rispetto non per un anziano, che sarebbe chiedere troppo anche se il comico non è certo un giovanottino, ma  per le persone in genere. Chi non condivide le sue  idee, quelle del guru Casaleggio o, tanto peggio, dell’ideologo Becchi, deve essere trattato come pezza da piedi, alla gogna. I grillini, fortunatamente non tutti, che siedono nelle aule parlamentari, come tutti gli imitatori, fanno a gara a chi fa uso della violenza delle parole. Ne pronunciano alcune e attendono l’applauso dei loro compagni di gruppo. Fanno fatica i presidenti di Senato e Camera a tenere nei limiti della decenza le sedute. Quando poi ci sono in visita i ragazzi delle scuole, fra leghisti e grillini, sembra facciano a gara a chi le spara più grosse. Non manca da un po’ di tempo il capogruppo di Forza Italia, Brunetta, a far concorrenza.  I leghisti non sapendo che fare di meglio mostrano un forcone.

 

Nelle Camere come elefanti in una cristalleria

 

 

 Tutti costoro, fra  sussurri e grida, nelle   Camere  si muovono come elefanti in una  cristallalleria. Dalla legge di stabilità al Mille proroghe al salva Roma” è difficile per il cittadino normale capire cosa stia avvenendo e quale sarà l’incidenza sulla sua vita quotidiana dei provvedimenti adottati. Dopo le varie sigle di tasse su casa e servizi che sono circolate ancora c’è molta incertezza. I  “retroscenisti” economici, per non sbagliare, indicano tutte le possibili ipotesi. Quelli  “politici” non sono da meno. Trovano sulla loro strada un  Renzi, un Alfano, un Lupi , un Quagliarello che si sbizzarriscono sulla legge elettorale. In campo c’è di tutto. Caso divertente: la stessa persona, non facciamo nomi per carità di patria,è capace di avanzate una proposta e dopo due giorni una del tutto diversa. Tanto chi se ne ricorda. Ancora: prendiamo il caso del “job act”, il cavallo di battaglia di Renzi per quanto riguarda il lavoro. Tutti, o quasi, pur con qualche cautela, si mostrano d’accordo con le proposte che  alcuni “ cervelli” hanno avanzato. Ma , a seconda, del “retroscenista” si parla sia del diavolo che dell’acqua santa. Per finire con un richiamo a “ forconi”. Hanno cercato di mettere sotto sopra l’Italia. Parole e fatti nel segno della violenza, cavalcando la rabbia,l’esasperazione di tanti cittadini per il prezzo pagato alla crisi economica. Si può fare qualcosa  per affrontare le difficoltà, ristabilire un clima sereno , la partecipazione dei cittadini, il recupero di credibilità e di fiducia da parte delle forze politiche, delle istituzioni, creare un confronto ,a non a base di insulti, fra i partiti, fra chi  è maggioranza e chi è opposizione? Sì e molto. Si tratta non di mettere in campo grandi,illusorie proposte, ma di sfogliare il vocabolario della buona politica. Una parola su  tutte, l’uguaglianza. Non solo da dire, ma da praticare. Perlomeno si riporterebbe nella politica un  po’ di umanità.

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