Renzi spiazzato, legge elettorale nel frullatore

ROMA – Senza dubbio Matteo Renzi è un buon piazzista, professione degna di ogni attenzione anche se questo termine spesso viene usato in senso spregiativo. Saper vendere bene non è un demerito. Non c’è dubbio che può giovare al partito,  offrire al mondo dell’informazione sempre nuove notizie.

C’è il rischio,  di rimanere spiazzato, ma lui è un temerario. Perciò dosa le notizie sapientemente, sa  che il troppo stroppia, usa non solo il suo blog ,offre sempre qualcosa di simile a uno scoop a getto continuo, adorato dal cronista politico che non ha più bisogno dei retroscena. Li offre lui, il segretario, manda lettere, con la sola sua firma,prendere o lasciare.  Non aveva ancora digerito il cenone di fine anno che già aveva pronta la missiva ai partiti,  metteva insieme legge elettorale,  diritti civili, le coppie gay, la cittadinanza, lo ius soli. Per quanto riguarda il job act di cui  si sta occupando il suo staff, ne parlerà un ‘altra volta. Le indiscrezioni che ha lasciato filtrare.non hanno avuto buona accoglienza e non solo nel Pd .Già che c’è una leccata a Grillo e un’altra a Berlusconi con  l’invito a Letta, il premier a sforare quel vincolo  e del 3% imposto dalla  Commissione europea stante il nostro debito che altissimi.. Trova consensi, ci racconta Europa, uno dei due giornali del Pd,anche fra i “ giovani turchi” con Matteo Orfini che si spende in elogi per Renzi, dopo averlo duramente attaccato sul job act. Il “ piazzista” ottiene risultati. Così va il mondo. Certo che il vincolo deficit-pil è un problema.. Ma  va affrontato nei termini più generali..

Fassina: a Bruxelles l’epicentro del conflitto per cambiare la politica

 

Dice il viceministro Stefano Fassina che “ i vincoli sono troppo stringenti e per questo dobbiamo portare a Bruxelles l’epicentro del conflitto. E’ lì che va data battaglia per cambiare profondamente la politica economica europea. Siamo sulla rotta del Titanic e l’iceberg è vicino. Il semestre di presidenza italiana va giocato su una nuova agenda per l’Europa..”. E parla di nuove regole per l’accesso al credito, una politica monetaria contro la deflazione, lo scorporo degli investimenti dai vincoli del patto di stabilità e un coordinamento delle politiche economiche che corregga gli squilibri dei Paesi che hanno forti surplus della bilancia commerciale. In una parola: la fine dell’Europa mercantilistica. Insomma una battaglia di grande respiro.Ma si questo è difficile piazzare i propri prodotti. Non fa titolo, non fa scoop. Invece presentare tre proposte per la legge elettorale che deve sostituire il”porcellum”è una notizia che i media immediatamente rilanciano per mettere in evidenza il movimentismo di Renzi mentre gli altri leader si dedicano alle feste natalizie e di fine anno.Pochi si pongono la domanda perché proprio tre e proprio quelle. Non solo, sempre pochi chiedono lumi a qualche costituzionalista, a esperti cui  ci si rivolge molto spesso,ma non in questa occasione. Le proposte sono tre perché in questo modo si va incontro ai “ desideri” delle altre forze politiche, quelle di maggioranza e quelle di opposizione. Il modello spagnolo per esempio piace a Grillo anche se lui dice che mai si faranno accordi, anzi impedisce ai parlamentari di dare risposte alle proposte del segretario del Pd. Ad Alfano piace la proposta  detta “ dei sindaci”, poi c’è il mattarellum corretto che potrebbe piacere anche a Berlusconi il quale  è incerto. Dice Renzi che ,comunque, la riforma deve rispondere a tre requisiti: a conclusione dello scrutinio si deve sapere chi ha vinto, chi governa, deve garantire il bipolarismo, deve evitare il rischio di larghe intese.  E si fa ogni erba un fascio perché se non si cambia la Costituzione con la trasformazione del Senato non c’è legge che tenga, le forze politiche o coalizioni che si spartiscono la maggioranza dei seggi sono tre.

Le proposte di riforma finiscono in un frullatore

Si deve precisare che si tratta di una legge che vale nel caso di una sola Camera. Per trasformare il Senato in Camera delle Regioni o altro, trattandosi di riforma costituzionale  serve almeno un anno, un anno e mezzo con certezza. Ma anche nel caso di una sola Camera con le tre proposte di legge non si va lontano, dicono gli esperti e ne formulano altre .Citiamo  il professor  Stefano Ceccanti,, costituzionalista ,  che consiglia di attendere le motivazioni date dalla Corte Costituzionale “ per capire- dice- se abbia del tutto precluso il ricorso a liste bloccate o solo a quelle che vanno oltre una certa lunghezza . Poi offre un consiglio:” rivedere il bicameralismo paritario perché sarebbe sempre presente il rischio di due maggioranza diverse”. Infine mette le proposte in un frullatore e ne scaturisce una quarta: Il sistema migliore- afferma-sarebbe quello d che unisce l’adozione di collegi uninominali della seconda proposta ( il matterellum) col ballottaggio nazionale della terza ( doppio turno di coalizione)  . Chissà che non sia quella buona, con buona pace di Renzi. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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