I sindacati? Corporazioni che derivano dal fascismo. Parola di Fubini, Repubblica

ROMA – Davvero questo Paese è molto  confuso. I media fanno del loro meglio per confondere ancora di più quella che si chiama opinione pubblica.

Un giornalista di Repubblica ha talmente in schifo i sindacati che rompono le scatole a Renzi che evita di pronunciare la parola, li chiama corporazioni  che, dice, derivano dal fascismo, cambia l’ideologia, bontà sua, ma nella sostanza  corporazioni restano, difendono privilegi e ristretti interessi.  Ci si mettono anche i sondaggisti che, ci  pare, più che basare le loro rilevazioni su metodi il più possibili scientifici, si muovono là dove batte il cuore – Per esempio  per quanto riguarda  gli orientamenti degli italiani i sondaggi non  hanno come obiettivo le elezioni europee che si svolgeranno alla fine di maggio ma quelle politiche che non si sa quando e come si terranno, quali saranno i partiti, le coalizioni.

Le forze politiche sembrano giocare a nascondino

Editorialisti, commentatori, economisti da salotto  televisivo ci mettono del loro. Le forze politiche sembrano giocare a nascondino. Prendiamo Renzi  Matteo. Fra le sue decisioni  ce ne sono alcune che riguardano il lavoro e  che lui stesso definisce di sinistra. Gli fanno coro in particolare  quelli di Repubblica che lo prendono per buono e ripetono, ma sì qualcosa di sinistra c’è, quelli ottanta euro nelle buste paga, l’aumento della tassazione sulla rendite finanziarie, sono provvedimenti a favore del “popolo”. Si potrebbe dire, per quanto riguarda le rendite finanziarie, che  ci si adegua agli standard europei e che molti di questi paese sono retti da governi di destra o di centrodestra. Leggiamo che anche le minoranze del Pd  affermano che le misure previste da Renzi, si muovono nella direzione giusta. E prendiamo per buono anche questo.

Berlusconi. “Vigileremo perché il piano Renzi venga attuato”

Leggiamo, però, che Berlusconi afferma: “vigileremo  perché il piano Renzi  venga attuato”.  E come è noto, il pregiudicato non fa parte della maggioranza. Forse hanno ragione coloro che sostengono che ne  sia il “tutor”.  Per quanto riguarda le risorse ci pensa Cottarelli, quello che deve tagliare le spese per finanziare gli ottanta euro. Ne trova per ora solo tre miliardi, forse cinque ma ne annuncia 36 per il triennio. E dove a  colpire in particolare? Su tutto ciò che è pubblico, in primo luogo sui pubblici dipendenti, ne vuol tagliare 85 mila. Già negli anni passati ne sono stati tagliati alcune centinaia di migliaia, in più i contratti sono bloccati. In tanta confusione si perde il senso di quale sia la situazione economica e sociale di questo Paese. Pensate gente seria come la Cgia di Mestre che ogni giorno sforna dati allarmanti a fronte degli ottanta euro che ogni  mese, da maggio, dovrebbero entrare nella busta  paga di chi guadagna non più di 1500 euro al mese, ci racconta che le famiglie faranno baldoria, vacanze, cene al ristorante, acquisti di vestiti, scarpe, frigoriferi e chi ne ha più ne metta. 

L’Italia che non va. Disperazione, rassegnazione, solitudine

Certo ottanta euro sono meglio che uno schiaffo ma in Italia ci sono milioni di persone, i pensionati in particolare, che vivono, si arrangiano è meglio dire, con meno di mille euro, tanti con meno di cinquecento. Che ci sono gli incapienti, coloro che non hanno reddito, un esercito di cassa integrati, milioni di  disoccupati,  giovani in primo luogo. La povertà di massa è sotto i nostri  occhi ogni giorno, anche se c’è chi non la vuol vedere.  Ci  sono persone disperate,  rassegnazione e solitudine insieme a rabbia, esasperazione sono  i segni evidenti di una crisi che ha sconquassato il nostro Paese e messo in discussione i tratti salienti di una società democratica. A rischio è la società democratica. I sindacati, le associazioni che rappresentano, le forze sociali, i ceti intermedi sono un patrimonio  dell’intero Paese. Non restano simpatiche a Renzi Matteo, la Cgil in particolare, non vuole neppure incontrarli, discutere, confrontarsi con loro. Ma ti pare che uno come lui, che innova, si muove con grande velocità, possa perdere tempo con le corporazioni che difendono gretti interessi di gruppi. Che dire? Niente. L’ignoranza, il settarismo, la  piaggeria, non hanno bisogno di commenti.

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