ROMA – Georges Wolinski era un artista, uno dei giganti delle “bandes dessinées”, e della satira libera contro ogni Potere e contro ogni intolleranza. Di questa prodigiosa, nuova, magica arte del grande fumetto d’autore. Dagli anni ’70 era in Italia tra gli autori più conosciuti, grazie a Linus e all’affermazione in quegli anni di questo nuovo fenomeno creativo.
Cabu, Charb, Tignous erano altri artisti, come Wolinski. Sono stati mitragliati, fucilati, abbattuti dal totalitarismo fondamentalista, e con loro altri nomi meno noti, che credevano nella cultura libera. E’ stato ucciso -come in un mattatoio, come alle Fosse Ardeatine- un poliziotto già ferito a terra.
Non voglio commentare la barbarie e l’odio distruttivo di questi nuovi nazisti. Voglio solo tornare a dire che il primo obiettivo delle dittature e dei regimi totalitari è quello di mettere a tacere la cultura. Di bruciare i libri. Di distruggere le opere d’arte, come i Buddah di Bamiyan o gli antichi manoscritti di Timbuctù.
Difendere e promuovere la cultura è oggi l’unica risposta vincente a questo orrore. Bisogna ricordarlo soprattutto a chi ha le responsabilità politiche e di governo.
“Di tutte le superstizioni”, scriveva Voltaire nel Trattato sulla Tolleranza, “la più pericolosa è quella di odiare il prossimo per le sue opinioni”.