Grecia: Le banche chiudono. Era questa l’Europa che volevamo?

ROMA – E’ da diversi anni che una parte della società politica e sociale denuncia un Europa il cui collante ha solo ed esclusivamente uno scopo lucrativo attraverso il libero scambio e un liberismo, ahimè,  incontrollato e con regole spesso discutibili.

La Grecia sta letteralmente cadendo sotto il peso del fallimento, in cui le banche già viziate da una politica sorda  chiedono amodo loro la restituzione dei soldi che questo Paese non potrà più ritornare se non distruggendo completamente quel che resta di uno Stato sociale sbriciolato. Ad Atene, nel frattempo considerando la proroga negata dall’Eurogruppo, il governo ha dato l’ordine che le banche restino chiuse fino a lunedi’ 6 luglio, giorno in cui avrà luogo il referendum  sulla proposta dei creditori. Intanto i bancomat – fa sapere sempre il governo -riapriranno domani pomeriggio con un limite di ritiro massimo 60 euro, le borse sono in fibrillazione e già qualche cedimento s’è registrato nei mercati asiatici.

Eppure i provvedimenti avanzati da Tsipras non sembrano nemmeno toccare i vertici dell’Unione Europea, ormai incapaci di adottare delle misure politiche capaci di minimizzare il dramma greco. Inutile aggiungere che sotto il peso economico della troika, che guarda caso detta legge, questa Europa non ha nessun senso di rimanere “unita”o di coesistere attraverso principi democratici e sui diritti umani cancellati dalle agende politiche. Il caso dei migranti e dei richiedenti asilo politico è l’esempio calzante di come l’Europa “unita” agisce in caso di emergenze umanitarie come quella che stiamo vivendo in questi giorni. La stessa Angela Merkel ha delle enormi responsabilità sulla vicenda ellenica, con i suoi diktat spesso umilianti per i Paesi debitori, che vedono l’austerity come unico mezzo ricattatorio che allunga soltanto l’agonia da una morte sicura.

Eppure la richiesta della politica europea di sanare i conti finora ha prodotto l’effetto contrario, perchè dietro a queste manovre finanziarie sono state cancellate le persone, le stesse che oggi in Grecia come in altri Paesi versano in condizioni precarie. Inutile snocciolare dati su povertà, disoccupazione e consumi per chi non vuole vedere la realtà. E non è solo l’effetto implosivo di un’economia, quella liberista, che ha svelato il suo vero volto speculativo con le atroci conseguenze, rendendoci più consapevoli che un mondo basato solo sul denaro segna inevitabilmente il fallimento del genere umano.

Insomma, se questa è l’Europa che volevamo, il cosiddetto Vecchio Continente unito e coeso da sani principi di convivenza, meglio tirarsi fuori il prima possibile.

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