Grecia. Un mare di solidarietà. I media puntano sulla psicosi collettiva

ROMA – Sono tantissime le manifestazioni che si svolgeranno in tante capitali europee, come a Roma, per dimostrare solidarietà al popolo greco e sostenere il fronte del “NO” nel referendum che si svolgerà domenica, contro le politiche di austerity della troika.

Perfino due premi nobel per l’economia del calibro di Joseph Stiglitz e Paul Krugman sono intervenuti nella delicata questione greca, non solo additando l’Eurogruppo come anti democratico e inattendibile, ma addirittura di essere colpevole assieme alla Bce e al FMI della catastrofe economica a cui stiamo assistendo. 

Lasciano davvero basiti le parole pesanti di Krugman lanciate dalle colonne del New York Times: “Non lasciatevi ingannare dalla presunzione che i dirigenti della troika siano soltanto dei tecnocrati che spiegano agli ignoranti greci cosa va fatto. Questi presunti tecnocrati sono in realta’ dei fantasisti che hanno fatto scempio di tutto ciò che è dottrina in macroeconomia, e hanno preso ogni decisione nel modo piu’ erroneo possibile”.

E non è tutto. Stiglitz, dal canto suo, non è meno tenero del suo collega con la politica dell’Europa: “la vera natura della disputa sul debito greco e’ tra il potere e la democrazia molto piu’ che tra il denaro e l’economia”.

Non è un caso che la Grecia sia una pedina importantissima nella scacchiera geopolitica, soprattutto per la sua posizione strategica. Ieri perfino la Turchia, acerrima nemica da sempre di Atene, ha sottilmente fatto intendere di voler aiutare lo stato greco, con il pretesto magari di risolvere la storica contesa dell’isola di Cipro.

Ma anche Russia e Cina stanno affilando in sordina le unghie sul piano diplomatico, pronte ad intervenire per un eventuale aiuto. Ipotesi che fa tremare molte poltrone a Bruxelles ma anche oltre Oceano per le inevitabili conseguenze che cambierebbero di fatto l’asse occidentale.

E non è un caso che la macchina mediatica si sia messa in moto e stia cercando di far leva sulla paura. Se durante la II guerra il Terzo Reich lanciava dagli aerei la sua propaganda nazionalista, oggi i poteri forti tentano di forzare la mano premendo forte sulla psicosi collettiva già provata dalla crisi, preconizzando fallimenti catastrofici e futuri di fame e povertà nera, tra risse e pianti disperati davanti ai bancomat. Non si racconta però dei suicidi della crisi greca, delle morti negli ospedali dove mancano medici, infermieri e medicine. Anche questa è l’Europa che volevamo?

Eppure i greci un po’ di anticorpi già ce l’hanno, vista la condizione drammatica che migliaia di persone sono costrette ad affrontare quotidianamente. Insomma, la Grecia rimane, tuttavia, un Paese con una malattia grave contratta da un  untore criminale, la cui la cura imposta dall’Europa non ha funzionato e neppure funzionerà in futuro.

Anzi, questo senso di asfissia che i media stanno alimentando, sta addirittura peggiorande le cose. E’ ora di abbandonare anche la favola che siamo noi a pagare le pensioni ai greci, come qualcuno vuol far credere. I soldi, i debiti contratti vanno a finire nei caveau blindati delle banche. Questa è la triste realtà. 

Intanto dalla politica nostrana, quella della maggioranza di governo, tutto tace. O per lo meno si tacciono le verità inconfessabili. Non è un caso che oggi Matteo Renzi ha detto che il referendum è un errore. Lui, infatti, non l’avrebbe mai indetto. Non avevamo dubbi. 

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