Università, tasse insostenibili. Lo studio è un diritto

“Vogliamo diritti non debiti” è quanto gli studenti baresi hanno gridato oggi in presidio durante lo svolgimento del Senato Accademico dell’università per protestare contro l’ennesimo aumento delle tasse divenute ormai troppo salate per permettere a tutti e tutte di proseguire gli studi!.

Oggi abbiamo occupato il Senato Accademico di Bari chiedendo immediate misure per evitare l’ennesima ondata di abbandoni a causa delle tasse troppo elevate. Sullo striscione abbiamo scritto “Non per pochi ma per tutti, facciamo All In per il diritto allo studio!”. L’Ateneo si è impegnato a prorogare ulteriormente il pagamento, a consentire la rettifica e la dichiarazione dei propri redditi fino al 20 ottobre e ad istituire un tavolo di confronto permanente sulla tassazione, ma ciò non ci basta.

All’università di Bari, come in molti altri Atenei italiani, i tagli della Riforma Gelmini hanno fatto schizzare alle stelle le tasse universitarie, ben sopra alla media europea, trasformando l’università in un luogo d’elitè, che solo le famiglie abbienti posso permettersi. 


Insieme all’aumento delle tasse, infatti, c’è un diritto allo studio sempre più in macerie, fatto di tagli al welfare studentesco, di migliaia di aventi diritto che non ricevono le borse di studio e i posti alloggio, di costi della vita che aumentano e speculazione sui fuori sede. Il risultato è che  sempre più studenti e studentesse sono obbligati ad abbandonare gli studi.
Le conseguenze della crisi economica su molte famiglie, specie al sud, i tagli ai finanziamenti a tutti i servizi pubblici, e gli scellerati criteri di allocazione delle risorse che hanno drammaticamente penalizzato gli atenei meridionali, hanno portato ad un crollo delle iscrizioni all’università: Gli iscritti solo all’università di bari sono passati da 51.340 del 13/14 a 45.146 del 15/16. 

Contrastare l’esodo degli studenti dall’università vuol dire investire realmente nel futuro del nostro Paese, per costruire occupazione, ricerca, innovazione e cambiare modello di sviluppo! Pensiamo che l’accesso all’università debba essere gratuito per tutti e tutte così come accade in quasi metà dei paesi europei.
Tra le reali necessità del Paese e le misure del Governo Renzi vi è ormai una netta frattura: mentre stiamo raccogliendo migliaia di firme in tutta Italia per All In-Per il Diritto allo Studio, la legge di iniziativa popolare per garantire a tutti il diritto allo studio ed istituire una No Tax Area per tutti coloro con ISEE inferiore a 28.000 euro, il Governo discute di uno “Student Act” che prevede misure inefficaci e per pochi, annuncia superborse per pochi studenti selezionati attraverso il voto di maturità e prosegue con la misura “spot” dei 500 euro ad ogni diciottenne. 

Da troppi mesi sono bloccate in parlamento più proposte di legge per ridurre le tasse universitarie, non siamo più disposti ad aspettare. La protesta di oggi sarà la prima di una lunga serie! 

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