Covid-19. Il Coronavirus passerà all’orizzonte di una nuova consapevolezza

“Scusa la domanda principe della peste: dove te ne vai adesso?”Con questa domanda nel 1958 Mao Zedong concludeva una delle sue poesie, intitolata “Addio al dio della peste”.  Attraverso versi forse più propagandistici che speranzosi, il “Grande timoniere” celebrava la fine della “febbre delle lumache”, che mise in ginocchio le campagne della Cina meridionale.

Malattie del genere non erano però una novità per questo Paese. Infatti, nel 1910 la Manciuria venne colpita dalla peste che provocò la morte a circa sessantamila persone. La Cina riuscì a sconfiggerla adottando misure sanitarie innovative, quali la cremazione dei cadaveri e la quarantena. L’epidemia non superò i confini asiatici e, ancora oggi, il ricordo di quei giorni di sofferenza sono fervidi nelle memorie del popolo mandarino, così come la forza che ebbero nel limitare i contagi senza l’ausilio di altri Paesi. 

Questa fierezza patriottica ancora presente nel subconscio collettivo ha portato la popolazione ad un atteggiamento distaccato per quanto riguarda gli aiuti, come quelli offerti dall’ OMS, necessari al fine di affrontare una nuova epidemia, che presto diventerà una pandemia: il Coronavirus.

Il Coronavirus sembra essere “il nuovo diavolo”, come lo definì Xi Jinping, nonché il nuovo argomento di conversazione preferito dalle masse. Sembrava così esotico e lontano da noi che gran parte della popolazione europea e americana non si era nemmeno posta il problema di come poterlo affrontare; anzi, è stato sfruttato dagli esponenti di destra come cavallo di Troia per mascherare razzismo e xenofobia nei confronti dei popoli asiatici. Poi, come la legge del Karma  docet, qualche settimana dopo ci siamo ritrovati a passare da discriminatori a discriminati e ad affrontare un problema che non siamo stati in grado di gestire con la consapevolezza e con la calma che un Paese avanzato sotto il profilo igienico sanitario e ospedaliero.

Il Coronavirus o COVID-19 deve il suo nome alla struttura della sua molecola, simile ad una corona. Su di esso si è discusso molto e sembra che nessuno abbia ben presente le vere conseguenze e gli effetti di questa epidemia. Il virus, infatti, secondo quanto riportato nel  New York Times, provoca sintomi lievi o moderati nell’81 per cento dei casi, gravi nel 14 per cento e critici solo nel 5 per cento. Il rischio di morire a causa del virus è dello 0,7 per cento secondo l’OMS, (Organizzazione Mondiale della Sanità) e deve preoccupare maggiormente la popolazione più anziana, nonché coloro che sono affetti da malattie croniche come diabete, problemi respiratori, e, soprattutto, da malattie cardiovascolari, per le quali il tasso di letalità aumenta fino ad arrivare ad un 10,5 per cento. Curioso è il fatto che pochissimi bambini sono stati infettati, e nessuno di questi è morto. 

Inoltre, secondo alcuni studi condotti dal  Chinese Journal of Epidemiology, la popolazione maschile è più a rischio: 2,8 per cento contro l’1,7 per cento. Ad accentuare questa disparità ci sono diverse cause, tra cui il consumo di tabacco. Infatti, i cinesi rappresentano un terzo dei fumatori di tutto il mondo e solamente il 2 per cento delle donne ne fa uso, rispetto agli uomini, che sono più del 50 per cento.

Per quanto i contagi di questi giorni si stiano sviluppando in maniera esponenziale, anche a causa della facilità di trasmissione del virus, i dati che abbiamo non devono scaturire un panico apocalittico tra la popolazione italiana; infatti, una volta che siamo venuti a conoscenza dei contagi in Lombardia e in Veneto, i supermercati sono stati presi d’assalto, le farmacie hanno esaurito mascherine e igienizzanti, causando nel subconscio collettivo ancora più ansia di quanta ne fosse necessaria. I nostri concittadini non si sono resi conto che prendendo misure drastiche, come comprare tutte le Amuchine nelle farmacie della zona, mettono ancora più a rischio la vita di persone immuno-depresse che, come testimonia una giovane donna malauguratamente afflitta da un tumore e indebolita dalla chemioterapia, quando cerca un bene per lei indispensabile, per esempio un banale gel per le mani, non riesce a trovarlo da nessuna parte, per colpa di ipocondriaci troppo influenzati dalla negatività mediatica. 

In altre parole, come suggerisce il buon senso, in situazioni di pericolo, bisogna mantenere la calma, perché caos e panico possono essere molto più dannosi del pericolo stesso. Analogamente, questo modo di comportarci vale anche in questi giorni: è fondamentale seguire i consigli offerti dagli esperti, ma senza sprofondare in un clima di paura generale. 

Purtroppo, non tutta l’informazione è deontologicamente corretta; molti giornali tendono a far leva sulle debolezze delle persone e sui loro timori. Molti titoli vengono montati ad hoc per fare “scalpore”, anche se spesso una lettura attenta dell’articolo ci porta a comprendere che, in realtà, la testata iniziale non aveva nessun legame con quanto riportato dal giornalista. Questa tecnica notoria tra i frivoli giornali di gossip, è preoccupante quando usata in un contesto come la sanità pubblica e la salute personale di ciascun cittadino. 

Inoltre, le famigerate  fake news trovano terreno fertile in situazioni come quella contemporanea, alimentate anche grazie all’immediatezza dei social networks e quindi dalla mancanza di verifica delle fonti.  E, purtroppo, spesso viene spontaneo chiedersi se non sia questo il vero male, il vero “diavolo”: l’ignoranza. Colei che ci porta a credere a tutto quello che leggiamo e a non confrontare le diverse informazioni con la consapevolezza che ogni giornale può presentare un’opinione diversa o delle notizie ricavate da fonti incerte.

Perchè, per quanto straziante sia questa epidemia, presto finirà, ma l’Ignoranza rimarrà per sempre e ci porterà presto a fronteggiare nuove difficoltà. C’è da asuspicare che, dopo questa esperienza, le persone riescano a non vedere le cose solo in bianco o in nero, ma si rendano conto delle ricche sfumature e delle tante opportunità che possono scaturire anche da un problema che affligge l’intero pianeta, come l’importanza della collaborazione e dell’altruismo. Insomma da questa “sventura” ognuno potrà trarre qualcosa di positivo, oltre a come lavarsi le mani correttamente.

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