Un team di ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ha sviluppato un innovativo nanosistema che potrebbe rivoluzionare il trattamento del cancro colorettale.
Questo sistema è in grado di veicolare farmaci in modo mirato verso le cellule tumorali, riducendo gli effetti collaterali e migliorando l’efficacia del trattamento. I risultati dello studio, sostenuto da Fondazione AIRC, sono stati pubblicati sull’International Journal of Nanomedicine.
Un nanosistema mirato per il trattamento del cancro colorettale
Il progetto nasce dalla collaborazione tra scienziati di tre istituti del CNR: l’Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti (CNR-Isasi), l’Istituto per l’Endocrinologia e l’Oncologia “Gaetano Salvatore” (CNR-Ieos) e l’Istituto di Genetica e Biofisica (CNR-Igb), con il sostegno della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.
La squadra ha creato una soluzione di nanomedicina avanzata utilizzando nanoparticelle ibride di diatomite e oro, combinate con il farmaco anticancro galunisertib (LY), il tutto incapsulato in una matrice di gelatina.
Diatomite: un materiale sostenibile e efficace per il trasporto dei farmaci
Le nanoparticelle di diatomite sono particolarmente promettenti grazie alla loro struttura porosa, che favorisce la biocompatibilità e la capacità di trasportare farmaci. Questo materiale economico, abbondante e facilmente modificabile chimicamente, può essere progettato per riconoscere selettivamente le cellule tumorali.
Come spiega Ilaria Rea, ricercatrice presso CNR-Isasi, “La diatomite consente di rilasciare il farmaco in modo mirato nell’ambiente tumorale, grazie al suo pH specifico, aumentando l’efficacia e riducendo al minimo gli effetti collaterali.”
Un riconoscimento selettivo delle cellule tumorali
Il nanosistema è progettato per mirare le cellule tumorali che esprimono la proteina L1CAM, un marcatore associato alla progressione e alle metastasi del cancro colorettale. Utilizzando anticorpi specifici contro L1CAM, il sistema riesce a riconoscere solo le cellule tumorali, evitando di danneggiare i tessuti sani.
Come afferma Enza Lonardo, ricercatrice del CNR-Igb, “L1CAM è un marcatore delle cellule tumorali più aggressive, e il nostro nanosistema è stato progettato per colpirle in modo preciso.”
Imaging senza contrasto: un’innovazione diagnostica
Un altro aspetto innovativo del nanosistema è l’integrazione con tecniche di imaging non invasivo. Grazie alla spettroscopia Raman amplificata (SERS), il sistema può monitorare il comportamento del farmaco e la risposta del tumore senza l’uso di marcatori fluorescenti o radioattivi.
Questo approccio, spiegato da Anna Chiara De Luca, coordinatrice del laboratorio di biofotonica presso il CNR-Ieos, “offre un segnale ottico estremamente sensibile e permette di monitorare in tempo reale il rilascio del farmaco nel microambiente tumorale.”
Il futuro della terapia oncologica
Il gruppo di ricerca sta attualmente ottimizzando il nanosistema e valutandolo in cellule in coltura e modelli animali, con l’obiettivo di portare questa tecnologia nelle applicazioni cliniche.
Anna Chiara De Luca conclude: “Siamo convinte che questa innovazione possa migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti oncologici, offrendo nuove speranze per il futuro.”
Con il potenziale di ridurre gli effetti collaterali e aumentare l’efficacia del trattamento, le nanoparticelle di diatomite potrebbero diventare una pietra miliare nella lotta contro il cancro colorettale, portando benefici reali ai pazienti.