Uno studio recentemente condotto presso il NYU Langone Health di New York City, con collaborazioni negli Stati Uniti e in Brasile, ha portato alla luce risultati significativi pubblicati su Molecular Psychiatry.
La ricerca ha rivelato che il calo dei livelli ematici di due molecole specifiche, acetil-L-carnitina e carnitina libera, è fortemente correlato al peggioramento della malattia di Alzheimer, particolarmente nelle donne. Queste molecole sono cruciali per la funzione cerebrale e la loro riduzione nei pazienti con lieve deterioramento cognitivo anticipa la progressione della malattia.
Differenze tra sessi nella progressione dell’Alzheimer
Il calo di acetil-L-carnitina è stato osservato sia in uomini che in donne, mentre la diminuzione di carnitina libera si è manifestata principalmente nelle donne, specialmente in quelle con stadi moderati o gravi della malattia. Questa differenza tra i sessi potrebbe spiegare perché le donne sono più a rischio di sviluppare Alzheimer rispetto agli uomini.
Biomarcatori del sangue: una nuova frontiera
Gli studi al computer hanno confermato che bassi livelli di queste molecole nel sangue si correlano con alti livelli di beta-amiloide e proteina tau aggrovigliata, marcatori tradizionali della gravità dell’Alzheimer.
Con l’utilizzo combinato di questi indicatori, la precisione nella diagnosi della gravità della malattia ha raggiunto il 93%. Questi risultati aprono la strada alla possibile creazione di un test del sangue per la demenza, offrendo un metodo di diagnosi non invasivo e più accessibile rispetto alle tradizionali punture spinali.
Verso un trattamento più efficace
I ricercatori, guidati da Betty Bigio e Carla Nasca, sono impegnati a esplorare i percorsi molecolari coinvolti nella produzione di acetil-L-carnitina e carnitina libera. Comprendere questi meccanismi potrebbe fornire nuovi obiettivi terapeutici per trattare l’Alzheimer alla sua radice, potenzialmente prevenendo il danno cerebrale prima che diventi irreversibile.
Importanza della carnitina
L’acetil-L-carnitina non solo supporta il metabolismo energetico cellulare, ma svolge anche un ruolo critico nel trasporto di molecole dai mitocondri al nucleo cellulare, influenzando l’attività dei geni legati al neurotrasmettitore glutammato. Questo processo è fondamentale per la plasticità delle cellule nervose e la regolazione della memoria nell’ippocampo, una delle prime regioni cerebrali colpite dall’Alzheimer.
Un passo avanti
Questo studio segna un passo importante nella lotta contro l’Alzheimer, suggerendo che il monitoraggio dei livelli di acetil-L-carnitina e carnitina libera nel sangue potrebbe non solo migliorare la diagnosi ma anche guidare lo sviluppo di trattamenti più efficaci.
Con ulteriori ricerche, i test del sangue potrebbero diventare uno strumento standard per la gestione dell’Alzheimer, migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari.