Ricerca genomica, medicina personalizzata e intelligenza artificiale: sono questi i pilastri del progetto LifeMap, una delle iniziative più innovative nel panorama della medicina predittiva e rigenerativa in Italia.
Finanziato dal Ministero della Salute con 5,4 milioni di euro nell’ambito del Piano Operativo Salute (POS), LifeMap ha fatto tappa questa settimana all’Università dell’Aquila, presso il Centro Congressi “Luigi Zordan”.
Durante l’incontro, è stato fatto il punto sui risultati ottenuti nei tavoli dedicati alle infrastrutture tecnologiche e alle analisi bioinformatiche. Il progetto, della durata di quattro anni, ha l’obiettivo ambizioso di mappare il genoma di 5.000 persone per individuare varianti genetiche e fattori ambientali legati allo sviluppo di malattie metaboliche, infiammatorie, cardiovascolari e tumorali.
Medicina genomica e prevenzione: al centro il paziente
L’iniziativa promuove un approccio innovativo alla salute pubblica, grazie all’integrazione di genetica statistica, bioinformatica e intelligenza artificiale. Queste tecnologie permettono di analizzare enormi quantità di dati biologici e di sviluppare strategie terapeutiche su misura, basate sul profilo genetico individuale. LifeMap si inserisce così nel quadro della medicina personalizzata, sempre più centrale nella prevenzione e cura delle patologie complesse.
Un progetto nazionale con 10 partner d’eccellenza
Capofila del progetto è l’Istituto Giannina Gaslini di Genova, affiancato da una rete di eccellenze della ricerca e della sanità italiana:
- IRCCS San Raffaele di Roma
- AORN Santobono-Pausilipon di Napoli
- ASL di Teramo
- Università di Padova
- Università Kore di Enna
- Università Telematica San Raffaele di Roma
- CRS4 – Centro di Ricerca in Sardegna
- CEFPAS di Caltanissetta
- Università dell’Aquila (Univaq)
“Come Ateneo – ha dichiarato il Rettore Edoardo Alesse – siamo orgogliosi di contribuire a un progetto di alto valore scientifico come LifeMap, offrendo competenze consolidate in genetica medica e infrastrutture per la ricerca. È un chiaro esempio di collaborazione scientifica applicata alla medicina del futuro, dove prevenzione e personalizzazione rappresentano la nuova frontiera terapeutica.”